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"Leggere I Tempi": culture, religioni e civiltà a confronto

"Leggere I Tempi": culture, religioni e civiltà a

«Da lui ho imparato, in modo più essenziale e profondo, che cosa sia realmente la teologia e ho provato perfino ammirazione, perché qui [nei suoi Trattati teologici] non si dice solo ciò che si pensa, ma questo libro è espressione di un cammino, che era la passione della sua vita». Così di Erik Peterson ha detto Papa Benedetto XVI.

Un commento che evidenzia la figura di questo teologo originariamente evangelico, ma convertito nel 1930 alla fede cattolica, al centro del primo incontro del ciclo “Leggere i Tempi”, organizzato per il sesto anno consecutivo dall’Istituto di storia di Vicenza in stretta collaborazione e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. “Il mio regno non è di questo mondo” è il titolo dell’incontro fissato per venerdì 8 aprile presso la Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, in Contra’ Santa Corona 25 a Vicenza.

A disegnare la figura di Peterson e i suoi scritti sarà Michele Nicoletti, professore Ordinario di Filosofia Politica presso l’Università di Trento. “Dal recupero del ponderoso lascito di Peterson, conservato a Torino – scrive nella premessa all’incontro lo stesso Nicoletti- si è reso palese il considerevole influsso che questo pioniere esercitò su teologi come Karl Barth, Ernst Käsemann, Heinrich Schlier, Joseph Ratzinger e sulla teologia francese (Jean Daniélou, Yves Congar e altri).

Gli scritti di Peterson furono a suo tempo e continuano ad essere tradotti in italiano, francese, spagnolo e inglese”. L’intervento di Nicoletti sarà intervallato, com’è ormai tradizione, da alcune brevi letture tratte dagli scritti di Peterson e lette da Adriano Marcolini. Il ciclo di “Leggere i Tempi” proseguirà il 15 aprile con l’intervento di Andrea Celli su Luis Massignon (“Le lacrime di Agar”), il 13 maggio con quello di Francesco Leoncini su T.Garrigue Masaryk (“Un posto per i piccoli popoli”) e si concluderà il 10 giugno prossimo con la relazione di Gian Luigi Beccaria su Luigi Meneghello incentrata su “Sed libera nos a malo”.


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