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La chiesa di S. Corona
Approfondimento tematico
La reliquia della S. Spina


La storia della S. Spina della corona di Cristo è narrata nei Monumenta Reliquiarum, un trattato della seconda metà del XIV secolo, scritto da un frate domenicano a perenne memoria di uno degli eventi più importanti della storia religiosa della città. Esso riferisce di come nel corso dei secoli le reliquie della corona fossero state trasportate da Gerusalemme a Costantinopoli, e da qui a Parigi, presso il re di Francia Luigi IX, per dono dell'imperatore latino d'Oriente, Baldovino, in cambio dell'aiuto prestatogli dallo stesso re.

Chiesa di S. Corona Sarebbe avvenuta allora un'ulteriore traslazione per opera del vescovo vicentino Bartolomeo da Breganze; questi, di ritorno da un viaggio in Inghilterra, si fermò a Parigi, ottenendo dal re ben tre spine della corona del Salvatore e un pezzo del legno della vera croce. Ciò avveniva, stando alla tradizione, nel 1259 anno in cui moriva Ezzelino III da Romano, signore indiscusso della Marca Trevigiana e fiero avversario della Chiesa. Il domenicano Bartolomeo si affrettava allora a rientrare in Italia per poter finalmente occupare la cattedra vescovile di Vicenza, dove, se pur nominato direttamente dal papa Alessandro IV nel 1255, poté insediarsi solo in seguito alla caduta del "tiranno". Lo attendeva però una situazione difficile, una città adespota, in cui la diffusione dell'eresia e le discordie tra famiglie mettevano a dura prova la possibilità di riuscita della sua pastorale. Le sue sole forze potevano non bastare e per questo "il servus Dei ricorse alle virtù eccezionali delle reliquie" (Lomastro, 1992). Per la custodia delle stesse fece costruire e affidò ai frati domenicani la chiesa di santa Corona. Il tempio veniva edificato proprio nel luogo in cui molti eretici avevano trovato dimora e da qui ripartiva la conversione della città, almeno così si esprime il tractatus: "Dove infatti risiedevano i maestri dell'errore, oggi sono collocati i maestri della verità, dove un giorno il veleno, oggi la medicina, dove il fiele, oggi il miele".

La chiesa conserva ancora la preziosa reliquia della spina in uno splendido reliquiario del XIV secolo. Questo straordinario prodotto di oreficeria si compone di un basamento polilobato, di una parte centrale con la teca e la corona stilizzata e di una sovrastate struttura a rami di pruno. In esso sono chiaramente leggibili alcune figure che attengono sia alla storia della reliquia (Cristo, S. Luigi e il beato Bartolomeo) che a quella dell'ordine domenicano (S. Domenico, S. Pietro Martire e S. Tommaso). I sei rami sono invece coronati dalle figura dei profeti (Zaccaria, Davide, Geremia, Ezechiele e Daniele) che nell'Antico Testamento annunciano la venuta di Cristo, mentre al centro si eleva la figura alata dell'angelo. È un oggetto particolarmente ricco e affascinante che tutt'oggi viene esposto ai fedeli la sera del Venerdì Santo.


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    Itinerari Sacri per il Terzo Millennio
    fonte: Ufficio diocesano di Vicenza per i beni culturali