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Il santuario della Madonna di Monte Berico
viale X giugno,87 - 36100 Vicenza
tel 0444-320998

Profilo storico
Il santuario di Monte Berico


La storia della chiesa di S. Maria di monte Berico affonda le sue radici in un periodo di particolare sofferenza per la città di Vicenza, colpita tra il 1425 e il 1428 da una gravissima epidemia di peste, a cui solo un aiuto celeste sembrava poter porre riparo.

L’intervento divino si manifestò allora proprio su questo monte con due apparizioni della Vergine, la prima del 7 marzo 1426 e la seconda del 1° agosto 1428, ad un’umile contadina: Vincenza Pasini. La donna, testimone di queste straordinarie apparizioni, si fece portavoce della richiesta della Madonna, che prometteva la fine della pestilenza, se in quale luogo fosse stata costruita una chiesa a lei dedicata, per la quale aveva disegnato la pianta con una piccola croce di ulivo. Vincenza, morì poco dopo tali apparizioni. A farsi carico sia della posa della prima pietra, avvenuta il 25 agosto del 1428, sia dell’istruzione di un Processus sulla veridicità dei miracoli, furono le autorità cittadine. La chiesa fu costruita in pochi mesi, come testimonia lo stesso Codice Manoscritto dell’anno 1430 del Processo, il preziosissimo documento conservato tutt’oggi presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza.

La pianta di questa prima costruzione doveva essere piuttosto semplice, ad aula unica, oggi perduta ad accezione della parete meridionale, e dell’affresco di Battista da Vicenza: la splendida Madonna del Magnificat. Resta dei primordi anche la scultura raffigurante la Mater Misericordiae, ricordata dalla fonte del 1430 e attribuita da alcuni studiosi a Niccolò da Venezia, statua che da sempre si venera del Santuario.

Nel 1429 iniziarono anche i lavori per la costruzione di un convento, che ospitò i frati di S. Brigida, prima custodi del Santuario, sostituiti già nel 1435 dai Servi di Maria sotto la guida di Antonio da Bitetto. Si ascrivono al sec. XV una serie di modifiche che portarono ad una completa risistemazione della chiesa secondo le nuove esigenze spirituali: fu eretta una foresteria, costruito, sotto la guida di Lorenzo da Bologna, il coro e nel 1493 iniziarono i lavori del refettorio. La particolare devozione, i lasciti testamentari e le offerte permisero di commissionare importanti opere artistiche (vedi Percorso mediatico), di coinvolgere, nella seconda metà del sec. XVI, anche il maggiore architetto rinascimentale, Andrea Palladio, per un progetto di ulteriore ampliamento della chiesa, che avrebbe tradotto nella pagina il simbolo del Tau.

Santuario di Monte Barico Di queste opere rimangono alcune fonti documentarie, mentre l’aspetto attuale fu il risultato del grande ampliamento secentesco di Carlo Borella, che vide affiancarsi al vano rettangolare del tempio gotico la costruzione di un edificio a pianta quadrata, con cupola centrale. I prospetti esterni, considerati dalla critica un po’ “forzati” nell’invenzione, furono arricchiti da tre bossorilievi autografati da Orazio Marinali, e da statue, opera dei fratelli marinali coadiuvati da altre maestranze. Durante la soppressione napoleonica la chiesa divenne sussidiaria della parrocchia di S. Silvestro, anche se il vescovo nominò ad officiarla i sacerdoti provenienti dal gruppo servita.

In questi anni (1826) iniziò la costruzione del nuovo campanile, su progetto di Antonio Piovene, che comportò la distruzione del coro laurenziano. Già nel 1835 tornavano i Servi di Maria, che promossero una serie di interventi di restauro tra cui quello del 1860, con la “ricostruzione” dell’antica facciata in stile neogotico, ad opera dell’architetto Giovanni Miglioranza. Intanto i pellegrini si erano intensificati e , nel 1900, il futuro papa Pio X incoronava solennemente la statua di Maria, il cui altare veniva reso ancora più solenne dal restauro del 1926-1928, in occasione del V centenario delle apparizioni.