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Focus On: C'è ancora spazio per guadagnare con la microimprenditoria e le lavanderie a gettone: basta sapere che tecnologia scegliere

Come trovare un settore redditizio

Focus On: C'è ancora spazio per guadagnare con la

Di microimprenditoria si parla da anni, soprattutto da quando – vista la crisi che ancora non si è risolta – sempre più persone hanno iniziato a vedere l’apertura di una microattività come una possibilità per costruirsi un reddito addizionale, integrativo. Le ragioni di questa scelta si possono poi cercare nella crescente sfiducia e insoddisfazione verso i canali di investimento più tradizionali; quel che è sicuro è che in tanti si sono lanciati, e tuttora si lanciano, nell’apertura di microimprese. Oggi, e ormai da qualche tempo, la saturazione di diversi mercati derivante da questo comportamento ha portato alla riduzione delle scelte effettivamente redditizie; fra quelle che rimangono in vetta c’è sicuramente quella di aprire una lavanderia a gettone, servizio per il quale esistono diverse aziende specializzate.

 

Fra queste aziende specializzate ce n’è una che, ultimamente, sta scalando significativamente il mercato, e la chiave di questa ascesa pare esser la proposta di un sistema tecnologicamente innovativo. Stiamo parlando di Drytech, un’azienda interamente italiana guidata da decenni da Pierangelo Ottolina e specializzata nel servizio di apertura “chiavi in mano” di lavanderie automatiche.

La lavanderia self-service è infatti sempre stata fra le scelte più vincenti per chi voleva costruirsi un reddito integrativo: non presenta costi relativi al personale, non richiede alcun investimento di tempo, e sposa la totale impossibilità di generare insoluti (il servizio viene pagato in anticipo) con un bacino di potenziali utenti che è decisamente in crescita. Un servizio di lavanderia a gettone infatti è interessantissimo per tante persone che vivono sole, per studenti fuori sede, e anche per il crescente numero di famiglie nelle quali il tempo da dedicare alle faccende di casa è sempre più ridotto.

Ciò nonostante, nell’ultimo paio d’anni, gli osservatori avevano rilevato una certa flessione del settore; causa di questa caduta d’interesse era il calo della redditività delle piccole lavanderie automatiche. Ma com’era possibile che un’attività con le caratteristiche appena descritte vedesse un calo dei profitti? La ragione è stata identificata, con poche difficoltà, nell’aumento preoccupante dell’unica voce di costo davvero gravosa per questo tipo di microattività, ossia il costo dell’energia. Lavatrici ed asciugatrici, infatti, consumano molta elettricità, e l’azienda soffre pesantemente di qualsiasi aumento della bolletta energetica.

Tuttavia, come abbiamo detto, sembra  che Ottolina, con la sua Drytech, sia risollevando il settore. L’arma  a sua disposizione è un sistema assolutamente nuovo, non più basato sull’elettricità bensì sul vapore; con macchinari ad alta efficienza costruiti per sfruttare questa risorsa, infatti, non soltanto si ottimizzano drasticamente i costi energetici, ma si superano limiti nel numero di macchinari installati che con i vecchi sistemi elettrici erano vincoli pressoché intoccabili.

Quel che è certo  - e lo ha notato tutta la stampa nazionale, come esemplificato da questo articolo pubblicato su Il Tempo– è che questa novità tecnologica sta ridando vita ad un settore che pareva stanco. E il fatto che a portarla avanti sia un’azienda completamente italiana, diciamolo, fa piacere.


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