Per quale motivo l'oro e il platino sono considerati dei metalli preziosi? Senza dubbio, una delle ragioni è rappresentata dalla loro disponibilità sul nostro pianeta: quanto più essa si riduce, tanto più i prezzi salgono. Ma tali metalli sono molto importanti - e quindi preziosi - anche a livello industriale, dal momento che si tratta di catalizzatori: per capire che cosa vuol dire, è necessario fare riferimento al concetto di catalisi, che è - appunto - l'azione che viene svolta dai catalizzatori.
La catalisi
La catalisi viene considerata eterogenea nel momento in cui il catalizzatore non costituisce con i reagenti una fase unica: per esempio, può essere solido in presenza di un reagente liquido o gassoso. Si parla di catalisi omogenea, invece, se il catalizzatore è in fase con i reagenti: in tale circostanza in genere il catalizzatore e i reagenti producono dei composti transitori intermedi che risultano più reattivi rispetto al reagente stesso. Il catalizzatore viene, poi, liberato dalla formazione dei prodotti finali, e quindi essendo ripristinato è in grado di ripetere la propria azione.
I catalizzatori metallici
Di solito i catalizzatori metallici non sono omogenei ma eterogenei, dal momento che sono solidi in grado di incrementare la velocità di reazioni che si svolgono, invece, in fase liquida o in fase gassosa. Il motivo per cui essi sono tanto preziosi va individuato nel fatto che essi risultano indispensabili per le reazioni, le quali non potrebbero avvenire in loro assenza o comunque si potrebbero verificare in tempi troppo lunghi rispetto a quelli che una produzione industriale impone. L'oro, in particolare, è impiegato in qualità di catalizzatore per la reazione di decomposizione dell'ossido di azoto, che viene separato in ossigeno e azoto. Si ricorre all'argento, invece, per eseguire il processo di ossidazione che a partire dal metanolo p ermette di produrre la formaldeide.
Il ruolo del metallo
In un processo di catalisi, il metallo ha tra l'altro il compito di mettere a disposizione una superficie su cui sono collocati i reagenti, ovviamente in una posizione tale da garantire una interazione appropriata. La cosiddetta idrogenazione, che consiste nell'aggiunta di idrogeno a un doppio legame carbonio-carbonio, costituisce un chiaro esempio di questa circostanza: è quel che accade con acidi grassi insaturi e alcheni. Il platino e il palladio sono altri metalli preziosi che vengono impiegati per fare in modo che la molecola biatomica di idrogeno possa essere legata e che i due atomi vengano ceduti uno alla volta. L'attacco degli atomi di idrogeno si verifica nel medesimo lato in cui c'è il doppio legame.
A livello industriale, si ricorre al platino anche per trovare un'alternativa al pentossido di vanadio nell'anidride solforica, che viene sintetizzata a partire dal diossido di zolfo, vale a dire l'anidride solforosa. Lo step seguente consente di generare uno degli acidi più usati in ambito industriale, e cioè l'acido solforico. La marmitta catalitica delle macchine, come il suo nome lascia intuire, può essere presa a esempio come una delle applicazioni quotidiane di tali metalli: all'interno essa comprende non solo il platino, ma anche il rodio e il palladio. Lo scopo di questa marmitta è quello di favorire l'eliminazione delle molecole inquinanti o tossiche che si generano a causa della combustione del carburante che si trova nel serbatoio, e in particolare degli ossidi dell'azoto e del monossido di carbonio. In più, si completa il consumo di quegli idrocarburi che nel corso dell a combustione non sono stati del tutto degradati.
L'avvelenamento, infine, è il processo di deposito sulla superficie dei metalli di specifiche sostanze che sono in grado di disattivare le loro proprietà e, quindi, di limitare la loro capacità di catalizzare.
Home
Mappa del sito
Seguici su
