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IL FUTURISMO
A novant'anni dalla pubblicazione del primo manifesto futurista, Vicenza propone una originalissima mostra-evento che non sarebbe certo dispiaciuta ai protagonisti del Movimento.

La mostra è promossa dal Comune di Vicenza Assessorato ai Servizi Culturali, con il patrocinio della Regione Veneto e sarà ospitata dal 4 dicembre 1999 al 19 marzo del 2000 nello Spazio LAMEC della Basilica Palladiana.

Come avvenne per numerose esposizioni dell'epoca, molte opere saranno sostituite nel corso della mostra, ai quadri (una sessantina, in buona parte inediti) saranno affiancate opere d'ingegno le più diverse, dalle poesie alle opere letterarie, alla musica, sulla base del superamento delle singole specializzazioni che veniva propugnato dai Futuristi.

Per ricercare e ricreare lo spirito che animava coloro che volevano "ricostruire', con il Movimento, il mondo, la mostra focalizzerà la sua indagine sulle centrali propulsive dell'energia futurista: i Gruppi che erano attivi in molte città italiane. la ricerca che ha portato alla mostra vicentina si appunta su due importanti ma diversi Gruppi futuristi, il Boccioni, attivo a Verona, e il Savarè creato nel '36 a Monselice, nel padovano, assunti come laboratorio di indagine di ciò che significava 'l'operare in gruppo e congiuntamente' che i Futuristi assursero a credo e metodo. Secondo i dettami marinettiani (fu lo stesso Marinetti a tenere a battesimo nel 1931 il Gruppo veronese intitolato a Boccioni) tutti erano spinti a cimentarsi in ogni disciplina non soltanto artistica ma altresì politica, militare e sportiva.

Il Futurista era tale persino nella più banale vita di ogni giorno ed era invitato a trasfigurare futuristicamente ogni aspetto, dalla cucina all'abbigliamento, all'arredamento, ai sentimenti. Lo studio di due Gruppi così attivi e diversi consente di seguire con attenzione topografica la messa in pratica dei precetti ideali accanto alla elaborazione teorica.

Questa fu particolarmente vivace nel Gruppo Boccioni, composto da pittori e scultori ma anche da poeti, architetti, giornalisti, scrittori, scenografi, cineasti, insieme impegnati 'a fare tutto con tutti'. Da questa centrale di pensiero sgorgano il "Manifesto Futurista per la scenografia del teatro lirico all'aperto dell'Arena di Verona", quello per la Città Musicale, oppure 'Per una urgente e salutare bonifica della moderna pittura italiana' sino al "Manifesto Futurista sulla cravatta italiana" che propugnava la messa al bando della cravatta tradizionale, vista come strumento di costrizione, da sostituirsi con mobili placchette di metallo, simili alle ali di un aeroplano.

Attivissimo anche il Gruppo Savarè, più unitariamente impegnato sulla pittura e sull'arte e composto soprattutto da giovanissimi, come Corrado Forlin e Italo Fasullo, capace di realizzare straordinarie mostre d'arte, anche all'aperto, e di diffonderle in tutta Italia.

Da questo Gruppo uscì anche il famoso "Manifesto futurista agli studenti d'Italia e del Mondo" (anch'esso in mostra) che invitava gli studenti a fare contemporaneamente almeno due cose, al di là dello studio, come giocare a scacchi pilotando un aeroplano o cacciare la pernice guidando l'automobile.

La guerra vide i componenti di questi due Gruppi impegnati in prima persona al fronte ma anche sul versante ideologico: il Savarè creò a Monselice una centrale che inviava gratuitamente al soldati impegnati in prima linea i libri e giornali futuristi. Intanto l'Italia veniva percorsa in lungo e in largo dalle poetesse guidate da Maria Goretti, impegnate in brevi e intense declamazioni di poesia.

Il mito di questi Gruppi erano, naturalmente, le macchine e quelle volanti in particolare e, di conseguenza, la pittura collegata alle sensazioni e al concetto del volo, ovvero l'Aeropittura. In mostra ne vengono presentati esemplari di grandissima suggestione: tra le opere che simboleggiano quel particolare momento, "Aeroplano in volo' dipinto da Alfredo G. Ambrosi su uno spezzone dell'aereo coi quale era appena precipitato, "Incursione aerea notturna" di Angelo Caviglioni, oltre a dipinti e sculture di Renato Di Basso, Mario Menin, Corrado Forlin e ltalo Fasullo.


Copertina catalogo
Menin
Simmultaneità di marcie
Alfredo G. Ambrosi
Ritratto di Giovanni Caproni
 
INFORMAZIONI



Vicenza
Basilica Palladiana
LAMeC Logge piano terra
Tel. 0444 - 320493
4-10-99 al 19-03-00
10.30-13.00 / 15.00-18.30 luendì chiuso
Comune di Vicenza
Assessorato ai Servizi Culturali
Tel 0444 -222114