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Sulla Cima del Monte Grappa

Obiettivo did. gen.: Conoscere e ricordare drammatiche pagine di storia della nostra terra.

Obiettivi did. part.: Studiare la configurazione del massiccio e capire perchè è stato il fulcro principale del sistema difensivo italiano.

La strada militare "Gen. L. Cadorna", di Km 30, che da Romano d'Ezzelino conduce sulla cima del Grappa, costruita nel 1916-17 fu l'arteria vitale per l'Armata italiana schierata a difesa del massiccio del Grappa.
Lungo la via, a ponte S. Lorenzo, un cippo ricorda il luogo dove sono arrivate le pattuglie austriache durante l'ultima offensiva del 1918:

Qui giunse il nemico
e fu respinto per
sempre 15 Giugno 1918
Roma eterna ne
segnò il ricordo.

La strada segue le pendici dei monti Asolone e Coston e arriva sulla cima del Grappa, nel piazzale Milano, dove si apre la galleria "Vittorio Emanuele III", opera militare straordinaria, scavata dopo dieci mesi di frenetico lavoro. È più lunga di Km 5, ed è illuminata. Aveva depositi di viveri e munizioni, osservatori, servizi e dormitori per i soldati, postazioni sotterranee per cannoni e mitragliatrici.
Vicino all'entrata un cippo, dedicato ai partigiani, ricorda i martiri della Resistenza che sul Grappa rinnovarono il loro impegno di combattere contro l'oppressore nazista.

La strada in salita conduce al Sacrario militare costruito sulla cima, con una gradinata centrale che sale attraverso cinque grandi muraglioni semicircolari che guardano verso la pianura.
Al centro la tomba del Maresciallo d'Italia Gaetano Giardino e della sua sposa e nei muraglioni le salme di 10.332 caduti. Sulla sommità del Sacrario il tempietto della Madonnina del Grappa.
Di fronte si apre la Via Eroica con la sfilata dei cippi che portano i nomi dei monti diventati famosi per i combattimenti. Poi il grande portale sul quale sta scritto il primo verso della canzone: "Monte Grappa tu sei la mia Patria".
Verso nord-est c'è il Sacrario austro-ungarico con nomi di 295 caduti identificati e le salme di 10.295 caduti ignoti.

Dall'osservatorio posto in alto una mappa di bronzo consente di localizzare le principali alture di questo anfiteatro roccioso, formato dai contrafforti che formano il grande massiccio del Grappa.
A nord-est il monte Pertica e, verso settentrione, altre vette fino al Monte Roncone, sulla Val Cismon. Sull'altro crinale a nord, in direzione di Feltre, dopo il Monte Casonet e il Col dell'Orso, seguendo il Monte Peùrna, il Monte Santo, Monte Tomàtico. A levante il Boccaòr e il Pallon e, verso il Piave, il Monte Tomba e il Monfenera. Sul versante opposto dopo il Monte Coston, sopra la valle di S. Lorenzo, il Monte Asolone e il Monte Berretta.

BREVI NOTIZIE STORICHE

Il Gen. L. Cadorna, salito sul Grappa nel 1917 aveva detto: "il Grappa dev'essere imprendibile. Perchè se dovesse avvenire qualche disgrazia sull'Isonzo, io verrò qui a piantarmi". Presentimento, chiaroveggenza o intuizione?
Crollato il fronte a Caporetto (Ottobre 1917), inizia subito la "battaglia d'arresto" sul Grappa. Il comandante supremo dell'esercito austro-ungarico vuol ripetere la manovra riuscita sul fronte orientale: travolgere le difese delle valli del Brenta e del Piave per superare i baluardi del Grappa e Montello.
Dal 12 Novembre 1917 valli e monti del massiccio del Grappa sono investiti da incessanti bombardamenti, mentre le migliori divisioni si lanciano all'attacco. Perduti a nord i monti Tomatico, Santo, Tese e Peùrna, i resti dei nostri reparti si ritirano sul Prassolan. Ad est, la battaglia infuria sul Tomba e sul Monfenera; ad ovest, il Monte Pertica viene perso e riconquistato due volte.
A fine dicembre gli austriaci sono attestati sul monte Asolone sopra la Val S. Lorenzo, da dove possono controllare la strada che rifornisce il Grappa, mentre i monti Tomba e Monfenera vengono riconquistati dalla divisione francese dei "Chasseurs des Alpes".

Dopo la pausa invernale i nemici riprendono tenacemente l'offensiva ad ovest, sui Colli Alti e l'alta Val S. Lorenzo, dove sfondano le linee italiane e occupano Col Moschin, sulla Val Brenta.
Dal M. Asolone una divisione ungherese scende fino all'osteria Cibara, sulla strada militare "Cadorna". È il momento più pericoloso ma per fortuna i reparti inviati di rinforzo riescono a capovolgere la situazione, dopo un giorno di duri combattimenti.
L'offensiva nemica, con questa azione, è praticamente finita.
Nel mese d'ottobre l'iniziativa torna in mano italiana don la "battaglia del Solstizio".
Lungo tutta la linea del Grappa i soldati italiani attaccano, con grande olocausto di uomini, per tenere impegnati il maggior numero di avversari, mentre sulla linea del Piave si scatena la battaglia definitiva che porta le divisioni italiane alla riconquista delle pianura veneta. Gli austriaci cominciano a ritirarsi anche dal Grappa e i nostri soldati scendono verso Feltre, Castel Tesino, Fiera di Primiero e le sognate Valli del Trentino.