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Le mura di Vicenza

Obiettivo did. gen.: Comprendere le condizioni di vita, la storia e i costumi dei popoli nell'alto Medioevo, quando per sopravvivere dovettero costruire torri, mura e castelli.

Obiettivo did. part.: Elementi costitutivi fondamentali di un castello; tipologia delle opere difensive nel Medio Evo.

PREMESSA STORICA

I primi abitanti di Vicenza si stabilirono alla confluenza dell'Astico nel Retrone (Edronis), un tempo navigabile e grande via di comunicazione fino a Chioggia (Portus Edronis).
Il terreno sopraelevato proteggeva dalle devastanti alluvioni mentre le acque stagnanti a nord (Laghetto) e quelle scorrevoli dei fiumi ad est costituivano una difesa naturale.
Terrapieni, fossati o altre opere di difesa certamente furono costruite anche ad ovest, a protezione del nucleo più antico della città che nel 148 a.C., con la costruzione della via Postumia diventa un centro importante e poi municipio romano (49 a.C.). Caduto l'impero, Bizantini, Longobardi e Franchi, in epoche diverse controllano il territorio con la loro organizzazione militare.
Ma solo nel X secolo, dopo le devastanti incursioni degli Ungari (899), si incominciano a costruire difese più sicure al posto del "terralium", ricordato in alcuni documenti. Porta S. Croc

Accanto al Duomo viene innalzata una torre campanile e sulla Postumia si costruiscono la torre Coxina ad est, a guardia del ponte sull'Astico, e il torrione di S. Felice ad ovest. Sono robusti terrazzi dove, in caso di necessità, trovano rifugio donne e bambini mentre gli uomini possono combattere dagli spalti.
Berengario I e l'imperatore Corrado il Salico delegano il Vescovo a costruire mura e castelli per difendere chiese e città.

Le mura cingono Vicenza lungo il seguente percorso: Ponte delle Bele, Motton S. Lorenzo, Pedemuro S. Biagio, Pedemuro Pusterla, Contrà Canove, Ponte delle Barche, Porton del Luzo, Contrà Mure Palamaio e porta Feliciana. La città ha cinque porte, difese da torri e ponti levatoi: Porta Feliciana (merlature visibili da Piazzale Roma), Porta Nova, Porta Pusterla, Porta S. Pietro e Porta Berga. Intorno alle mura si apre un largo fossato con le acque del Bacchiglione a nord e della Seriola o Bacchiglioncello a ovest.

Nel XII secolo, con il governo comunale, la città si arricchisce dei palazzi comunali che si affacciano sulla piazza, mentre crescono le case turrite dell'aristocrazia feudale inurbata. Vicenza diventa una città dalle cento torri!
(1236-1259) Ezzelino III da Romano, stabilito a Vicenza il centro del suo potere, costruisce la "domus meriata" difesa dal torrione di Porta Castello e a Porta S. Pietro, che guarda il "pons Sancti Petri" ora degli Angeli, innalza un castello con la torre Coxina o Reata o dell'osservatorio.

PERIODO PADOVANO

1263-1311: Caduto Ezzelino nel 1259, la città passa sotto la tutela dei padovani, che fortificano il castello di S. Pietro ed erigono il tratto di mura che dal Ponte delle Barche arriva al Ponte degli Angeli.

PERIODO SCALIGERO

1311-1387: Gli Scaligeri, nuovi Signori di Vicenza, rinforzano lanterna e merlatura del torrione di Porta Castello, costruiscono la nuova cinta di Borgo S. Pietro con Porta Santa Lucia e Porta Padova.
Nel 1381 erigono il fortilizio della Rocchetta con mura e torri, in parte ancora conservate, che dal Ponte delle Bele arrivano a porta S. Croce.

I VISCONTI E LE MURA VENEZIANE

1387-1404: La città passa sotto il controllo dei Visconti fino a quando i Vicentini sottoscrivono la loro dedizione a Venezia. La Serenissima provvede a fortificare Borgo Berga costruendo, alle pendici di Monte Berico, le mura da Porta Monte e Porta Lupia.
Nel 1435 anche Borgo Pusterla viene chiuso con mura che da Porta S. Croce arrivano a Porta S. Bortolo. Bartolomeo D'Alviano, Capitano generale della Repubblica Veneta, fa costruire torri cilindriche per ridurre l'impatto delle nuove artiglierie. Altri progetti e tentativi di fortificare Vicenza, data la sua importanza strategica, restano sulla carta o sono definitivamente abbandonati nel 1630, causa la grave epidemia di peste.

INDICAZIONI PER UN PERCORSO DIDATTICO

Al Ponte degli Angeli la torre Coxina ricorda l'antico castello, ora Palazzo del Territorio. Da piazza Matteotti si può risalire un tratto del percorso interno della cinta muraria per il ponte della Barche, Porton del Luzo, ponte Furo, contrà Carpagnon e piazza Castello, dove si ammira l'importante torrione che Ezzelino da Romano incorporò nella sua "domus meriata".
Ai bordi del Giardino Salvi ristagnano ancora le acque della Seriola, ampio fossato scavato intorno alle mura per difendere la città.

Dal Ponte delle Barche per vie Mure della Rocchetta si segue il perimetro interno delle mura Scaligere del XIV secolo. All'altezza del piazzale Giusti si apriva la Porta Nova del XIV secolo. Alla fine della via si trovano le mura della Rocchetta del 1635. Essa fu deposito d'armi e polveriera e fa capo alle mura e torri Scaligere che lungo viale Mazzini chiudono il centro storico fino a Porta S. Croce.
Lungo Viale Bartolomeo D'Alviano si trovano ancora due robusti torrioni cilindrici fatti costruire dalla stesso comandante dell' esercito veneziano a difesa della mura che arrivavano a porta S. Bortolo.
Per visitare anche queste opere e raggiungere porta Santa Lucia bisogna avere più tempo a disposizione. In ogni caso la passeggiata risulta sempre molto interessante ed istruttiva.