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I dipinti dei Maganza dalla Chiesa di Santa Maria Nova
esposte nella chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino

Pentecoste

Adorazione

Adorazione

Presentazione di Gesù al Tempi

Presentazione di Gesù al Tempi
  • I Giambattista Maganza il Giovane (1577-1617) e Vincenzo (1586/1600-1660(?)),
    Pentecoste (166 x 208)
  • II Marcantonio (1578-1630) e Vincenzo Maganza (1586/1600-1660(?)),
    Andata al calvario (170 x 238)
  • III Marcantonio Maganza (1578-1630),
    La visita della vergine ad Elisabetta (164 x 214)
  • IV Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Flagellazione (171 x 213)
  • V Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Resurrezione (166 x 204)
  • VI Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Presentazione di Gesù al Tempio (163 x 232)
  • VII Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Crocefissione (163 x 198)
  • VIII Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Disputa di Gesù con i Dottori (160 x 206)
  • IX Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Orazione nell’orto (171,5 x 211,5)
  • X Girolamo (1586-1630(?)) e Marcantonio Maganza (1578-1630),
    Adorazione dei pastori (162 x 205)

    Note informative riguardanti Le Tele dei Maganza

    Le dieci tele prese in esame decoravano gli attici delle due pareti, sovrastanti la sequenza di archeggiature ed erano collocate all’interno di fastose cornici a stucco, ornate da motivi floreali e vegetali.
    Questo ciclo pittorico doveva essere accanto a quelli degli oratori del Gonfalone, di S. Nicola da Tolentino e delle zitelle, delle Chiese di San Domenico e dei SS. Filippo e Giacomo, uno dei più fastosi della città.
    Le antiche fonti attribuirono correttamente l'esecuzione del ciclo ai collaboratori di Alessandro Maganza. Nella Pentecoste (Tav I), l'opera di qualità senz'altro più pregevole del gruppo, la presenza della mano di Giambattista Maganza Il Giovane si evince da una serie di elementi che connotano tutta la sua attività: la sciolta inserzione dei personaggi nello spazio, delimitato in primo piano dalle plastiche figure degli Apostoli e, sullo sfondo, dalla tenda incorniciante la Vergine tra due santi e lo Spirito Santo; l'analisi minuziosa dai volti, resi con vivace espressività; l'impiego di una cromia brillante e smaltata, in sintonia con la sensibilità coloristica di Palma il Giovane e Andrea Vicentino, con i quali aveva collaborato sin dai tempi dell’Oratorio del Gonfalone.

    Si nota tuttavia nella realizzazione degli Apostoli una durezza che tradisce l'intervento di Vincenzo, il quartogenito dei figli di Alessandro, e senz'altro più dotato di Marcantonio e Girolamo.

    Dopo la morte di Giambattista, avvenuta nel 1617, Marcantonio e Girolamo, e in maniera minore Vincenzo, si assunsero l'onere di completare il ciclo pittorico.