Cerca nel sito

Invia ad un amico
Livello del fiume Bacchiglione
e previsioni meteo di Vicenza

13/09 al 16/09
1997

RENATO BIROLLI
ANTONIO CORPORA
PERICLE FAZZINI
NINO FRANCHINA
RENATO GUTTUSO
LENCILLO LEONARDO

ENNIO MORLOTTI
ARMANDO PIZZINATO
GIUSEPPE SANTOMASO
GIULIO TURCATO
EMILIO VEDOVA
ALBERTO VIANI


PERCORSO ESPOSITIVO


La Basilica Palladiana, simbolo dell'architettura di Vicenza, torna ad ospitare una grande mostra d'arte moderna dopo quella dello Spazialismo tenutasi lo scorso anno che ha destato notevole interesse e viva ammirazione non solo tra i numerosi visitatori ma anche fra gli addetti ai lavori e gli storici dell'arte.
In un ideale seguito filologico si potrà percorrere il monumentale salone riscoprendo opere, documenti, biografie e testimonianze di un folto gruppo di artisti che, sempre nell'immediato secondo dopoguerra, hanno caratterizzato la ricerca artistica d'avanguardia in Italia, contribuendo ad aggiornare ed emancipare le arti nazionali dopo il drammatico conflitto mondiale.
Per la complessità e la non facile stigmatizzazione del movimento si è fatto riferimento per questa mostra alla prima Esposizione del Fronte tenutasi alla Galleria della Spiga a Milano nel giugno 1947, giusto cinquant'anni fa, anticipando la controversa quanto famosa partecipazione del gruppo alla Biennale di Venezia del 1948 che confermò l'importanza dei suoi protagonisti ed iniziò il polemico allontanarsi ed isolarsi di alcuni di essi dal gruppo stesso.
Genesi e vita assai dibattuta quindi, quella del Fronte già sul nascere, anche per quanto riguarda la sua denominazione. Teorizzato dal critico Giuseppe Marchiori a Venezia nel 1946 con il nome "Nuova secessione delle arti" o artistica, diverrà solo in seguito Fronte Nuovo.
La Mostra è concepita come un percorso, una serie di "stazioni" dedicate ai singoli autori e distribuita su di una diagonale estremamente suggestiva e rigorosa progettata dal grande architetto norvegese Sverre Fehn a cui dobbiamo l'intuizione della struttura che attraversa e ripartisce organicamente l'imponente salone della Basilica Palladiana.
Il visitatore entrando dal lato minore della sala inizia un percorso-incontro con gli autori e le loro opere completate da pannelli sospesi nel grande spazio e contenenti informazioni biografico-critiche di ciascuno. All'ingresso, appena iniziata la grande parete bianca leggermente "in fuga" è possibile calarsi nello spirito dell'epoca e del momenti salienti del gruppo. Sono infatti esposti per la prima volta e come documento rarissimo i nove Pannelli dell'Angelo datati 1946. Eseguiti per l'omonimo ristorante veneziano, sede storica e ritrovo di artisti ed intellettuali internazionali a Venezia, i pannelli sono composti da tre trittici dipinti da Giuseppe Santomaso, Armando Pizzinato ed Emilio Vedova. Particolari per la loro forma "a fregio" (alcuni arrivano alla lunghezza di oltre due metri e mezzo) sono questi documenti di vita artistica del luogo in cui i componenti del Fronte ebbero a riunirsi per diverse volte e dove è passata l'avanguardia mondiale grazie anche all'anfitrione Carrain. I pannelli decoratavi sono dedicati alle Arti e Mestieri, alle Feste Veneziane ed alle Vicende legate alla città di Venezia. Nelle vicinanze dei nove pannelli si trovano poi alcuni ritratti dell'uomo a cui storicamente si deve la costanza e l'invenzione critica del movimento: Giuseppe Marchiori, unicamente ad un importante ritratto di Achille Cavellini, collezionista, artista, gallerista di questi autori che, nel disgregarsi del Fronte daranno vita ad altri gruppi tra cui quello degli "Otto". Ogni autore è presente con nuclei di opere che filologicamente colgono momenti emblematici dello sviluppo della loro arte. Ecco quindi che le opere rintracciate e presentate danno al visitatore un excursus completo degli anni immediatamente precedenti la mostra del 1947 sino alla piena maturazione del loro stile in quell'epoca, giungendo cronologicamente in alcuni casi sino al 1949-1950, data ufficialmente accertata della fine del movimento.