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casa circondariale vicenza
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arte reclusa

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Basilica Palladiana, 15-24 novembre 2002

Il beato papa Giovanni XXIII, caro al popolo cristiano che lo venera con l'appellativo di "Papa buono", in una delle sue encicliche più famose, la "Pacem in terris", ricorda che bisogna sempre distinguere il peccato dal peccatore: il primo va sempre condannato, al secondo sempre dev'essere offerta la possibilità di riscattarsi (n. 83).
Con questo spirito credo si debba visitare la mostra intitolata "Manifestazione d'arte reclusa", che offre la possibilità di ammirare la produzione pittorica di un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Vicenza. Si tratta di opere che nella ricchezza delle forme, dei colori e dei soggetti raffigurati svelano l'animo degli autori, la loro sensibilità, il foro pensiero.
Questi quadri, se letti con attenzione, ci permettono di cogliere i messaggi che questi nostri fratelli desiderano trasmetterci per comunicare con noi, uomini e donne esterni al dramma della detenzione. Le parole di Papa Giovanni guidino la nostra visita e ci aiutino a capire che la persona umana, se può sbagliare e a volte gravemente, è in grado di rinnovarsi, attingendo a quel fondo di bellezza e bontà che gli è proprio in quanto creata da Dio.

+ Pietro Nonis, Vescovo


Ogni essere umano è un pugno di sentimenti prigionieri di un corpo.
L'arte, l'espressione artistica, sono uno strumento per riuscire a liberarsene, conquistando uno spazio infinito di tempo e di luogo, dove camminare leggeri nella gioia: gioia per se stessi e per chiunque il destino può farci incontrare.

Enrico Hullweck, Sindaco di Vicenza

La storia dell'arte offre interessante esempi di artisti condannati, colpevoli o innocenti, a subire la pena della detenzione: un segno importante di quanto l'arte possa esprimersi in qualsiasi condizione di esistenza umana, anzi trovando maggiori stimoli proprio nel disagio e nell'emarginazione, proprio perché è la più libera forma di comunicazione.
L'esperienza della Casa Circondariale San Pio X, se in qualche modo può trovare una valida motivazione storica in questa premessa, è però del tutto originale e merita quindi un plauso, perché esprime la volontà di un gruppo, intelligentemente e amorevolmente guidato, di valorizzare potenzialità nascoste e represse, in funzione propositiva verso la società esterna.
E i messaggi artistici e sociali espressi da questa mostra, la prima, a mia memoria, ad essere allestita a Vicenza, non potranno non suscitare ammirazione e simpatia.

Mario Bagnara, Ass. Attività Culturali Comune di Vicenza

La collaborazione esistente tra l'IPAB Servizi Assistenziali e la Casa Circondariale di Vicenza ha permesso la reciproca conoscenza di due realtà cittadine che lavorando in sintonia hanno prodotto un concreto episodio di attività finalizzata al reinserimento sociale dei reclusi.
L'affinità tra i nostri scopi statutari e il desiderio di offrire delle possibilità di riscatto a persone che consapevolmente accettano di "rimettersi in gioco" deriva dalla propensione, sempre presente nelle vicende delle Ipab, ad essere attenti ai bisogni dei più poveri, degli anziani soli, dei dimenticati.
Salutiamo con favore, quindi questa iniziativa per porre all'attenzione dei vicentini tutta la volontà di ricominciare che queste persone hanno mostrato nel cimentarsi con l'arte figurativa.
Ricominciare, una parola di speranza per gli autori delle opere esposte un'occasione dì proporsi con una ritrovata carica positiva all'attenzione degli altri.
E che questo venga veramente accolto da tutti come un'occasione da non perdere.

Gerardo Meridio, Presidente IPAB Servizi Assistenziali Vicenza

Per il Centro Sportivo Italiano lo sport è un mezzo per educare e far crescere le persone.
A Vicenza da qualche anno operatori e atleti del Centro Sportivo, grazie alla disponibilità dell'Amministrazione Penitenziaria, hanno reso operativo, in collaborazione con il Centro Sportivo di Verona, il Progetto Carcere 663 che mira a realizzare attività in favore dei detenuti della Casa Circondariale San Pio X.
Il Real C.S.I. Vicenza, squadra composta da una selezione del campionato dilettanti provinciale del Centro Sportivo, impegna mensilmente una rappresentativa di detenuti sul campo interno alla Casa Circondariale.
Periodicamente, poi, alcuni ospiti del San Pio X, che sono nelle condizioni di poter uscire temporaneamente dal carcere, vengono invitati a gare sportive del Centro Sportivo.
Il Centro Sportivo utilizza lo sport come mezzo educativo e ricreativo e crede nelle attività che operano anche in ambiti sociali di "frontiera".
Per questo affianca con convinzione questa iniziativa che vuoi far conoscere al territorio vicentino la creatività scaturita oltre le mura del San Pio X
Come recita il motto del Progetto Carcere 663 "acta, non verba".

Sergio Serafin, Presidente Centro Sportivo Italiano, Vicenza

L'esposizione di questi quadri è solo un piccolo saggio che rivela cosa possano realizzare, in pochi mesi, persone che riscoprono motivi nuovi nella loro vita.
La mostra non ha pretese particolari: vuole solo dimostrare che ogni iniziativa è sempre preziosa per recuperare una dimensione di normalità e di impegno, di arricchimento di sé, di novità, di confronto con gli altri.
La stima di se stessi, delle proprie capacità e risorse, hanno prodotto queste opere.
Belle, modeste? La valutazione richiede un metro ed una misura che sono al di fuori dei convenzionali canoni e gusti estetici.
Ogni quadro è frutto dell'impegno assiduo di corsisti, di docenti, di tutti coloro che sono interessati a creare un clima sereno all'interno di una convivenza non sempre scontata e pacifica.
È soprattutto questa convinzione che rende le opere preziose, significative, di valore.
Il valore va riscoperto nel segno a tratti espressivo, a volte incerto e maldestro, nelle tonalità del colore, sintomo espressivo di una giornata sofferta o di pace ritrovata, nelle pieghe segrete di sogni e fantasie di un paesaggio, nella poesia di uno scorcio o di un volto.
Ogni opera è una vera conquista che fa dire ad ogni autore: "Sono stato capace di fare qualcosa di bello e di positiva anch'io. Sono contento che qualcuno lo apprezzi!"
Un grazie semplice e sentito, a nome dei corsisti e dei docenti a quanti hanno curato questa esposizione, alla direzione, agli agenti che hanno sostenuto e caldeggiato questa esperienza e questo traguardo, alla Amministrazione del Comune di Vicenza che ne ha consentito e accompagnato la realizzazione.

Don Elio Lago, docente e responsabile del corso pittura

Un progetto del Ministero della Giustizia, teso a finanziare attività di tipo culturale ed artigianale all'interno degli Istituti Penitenziari, portava tre anni fa alla creazione di un laboratorio di pittura presso la Casa Circondariale di Vicenza.
Questa mostra è il risultato del lavoro e degli sforzi attuati all'interno di quel progetto dagli operatori e dal corsisti coinvolti e rappresenta nella sua unicità, l'ideale esempio di quel rapporto di integrazione tra carcere e territorio ormai indispensabile nello sviluppo delle relazioni di una realtà assolutamente peculiare come quella penitenziaria.

D.ssa Antonella Reale, Direttore Casa Circondariale