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Opere 1946-51 e 1970-75: un confronto
marzo/luglio 1998 presso LaMec Basilica Palladiana

Il prossimo 7 marzo 1998 presso il LAMEC (Laboratorio per l'Arte Moderna e Contemporanea) nelle Logge al piano terra della Basilica Palladiana, sarà inaugurata la mostra "Afro - Opere 1946-51 e 1970-75: un confronto", che presenta un parallelo tra due momenti altissimi dell'opera dell'Artista, meno noti forse al grande pubblico per le caratteristiche di ricerca e di sperimentazione legate ai periodi presi in analisi. Organizzata dall'Assessorato ai Servizi Culturali e Turismo del Comune di Vicenza, coi coordinamento di Luca Massimo Barbero e in collaborazione con l'Archivio Afro di Roma, la rassegna costituisce il primo avvenimento pubblico del LAMEC relativamente ad una esposizione di carattere storico e scientifico. Afro proviene da una famiglia d'arte friulana, i Basaldella, e, insieme ai fratelli Dino e Mirko, fu protagonista internazionalmente riconosciuto dell'avanguardia artistica in Italia dall'inizio degli anni Trenta ai Settanta. La mostra, seppur non antologica, presenta una trentina di importanti dipinti selezionati con l'ausilio dell'Archivio dell'Artista. Si potranno ammirare gli studi per dipinti quali "L'occhio di vetro" (1948), "il Concertino" (1948/49), il "San Cristoforo" del 1949 o "Il dentista". Queste opere che giungono sino al 1951 (anno in cui la piena maturazione di Afro costituirà il cammino verso quell'immagine pittorica che lo ha consegnato alla fama internazionale) nel rivelare differenze sostanziali rispetto ai percorsi coevi di altri artisti, bene si accostano alla ricerca post-cubista di quegli anni. È in questa ricerca legata alla scomposizione dei piani, allo studio approfondito della linea colore, legata sì ad una matrice "cubista" ma divenuta dialogo e poetica personale, che Afro muove il percorso della sua pittura, trasferendo la problematico verso una evoluzione costruttiva e sensibile, rivolta sia al sogno poetico che al rigore espressivo e formale.

Esporre opere eseguite tra il 1946 e il 1951 costituisce, per l'esposizione vicentina, una sorta di ampliamento e di approfondimento sull'arte italiana del secondo dopoguerra, dopo la grande mostra dello scorso anno, dedicata al Fronte Nuovo delle Arti. Il percorso espositivo proposto dal LAMEC attua quindi una sorta di salto temporale che dal 1951 presenta, senza soluzione di continuità, una decina di importanti opere ad olio degli anni '70-75, gli ultimi del Maestro, che morì a Zurigo nel 1976. In opere come "Rosso Cadmio" del 1970, "Bandiera di Contrada", "Santarossa" del 1974 le campiture cromatiche e il segno mediato dalla gestualità, lasciano il campo ad un nuovo rigore, ad una composizione imperiosa e pacata, ove lo stesso cromatismo si assottiglia, si divide in campiture e zone-colore, e la linea ritorna vitale, quasi una visione compositiva rivolta all'intelletto. Per queste motivazioni la mostra propone un confronto fra le due diverse serie di opere, quasi questi due momenti antitetici potessero ritrovarsi e colmare, in una esposizione, un tempo che la poesia rende continuo. La rassegna prevede infine una sezione di documenti, lettere, cataloghi e foto unicamente ad alcune grafiche eseguite negli anni '70 che in sintesi forniscono un altro punto di vista della ricerca degli ultimi anni del maestro. La mostra è corredata da catalogo a cura di Luca Massimo Barbero, Barbara Drudi, G. Granzotto e Archivio Afro.