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Segni del Novecento
La donazione Neri Pozza alla Fondazione Giorgio Cini
Disegni, libri illustrati, incisioni

Dal 29 marzo al 15 giugno 2003 - Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
Apertura da mercoledì a domenica - orario 10.00 alle 18.00
Biglietto: intero 3.50 Euro, ridotto 2.50 Euro
tel. 800-578875

Questa delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari è la prima di tre tappe - la mostra si trasferirà poi alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e quindi alla Reggia di Caserta - di un'ampia esposizione temporanea, promossa dalla Fondazione Giorgio Cini e da Banca Intesa, dedicata ai disegni, ai libri illustrati e alle incisioni oggetto della donazione Neri Pozza alla Fondazione veneziana.

Suggello all'antica amicizia che legava l'illustre editore vicentino alla prestigiosa istituzione culturale di Venezia, la donazione è costituita da un corpus collectaneo di opere raccolte lungo un arco di oltre quarant'anni, dal secondo Dopoguerra alla fine degli anni Ottanta.

L'origine asistematica della raccolta - frutto delle innumerevoli e feconde occasioni di incontro culturale di cui Pozza è stato appassionato fautore e protagonista - è strettamente legata alla ricca e sfaccettata personalità del collezionista. Neri Pozza (1912 - 1988) non fu solamente un editore di indubbio successo: è stato anzitutto un uomo del Novecento, immerso a tal punto nello spirito a volte travagliato del XX secolo da divenire egli stesso scrittore, poeta, scultore ed incisore.



La sua parabola artistica - alla quale Palazzo Leoni Montanari, ancor prima di divenire museo, aveva già dedicato una mostra antologica nel 1981 - prese l'avvio nel 1933 dal fertile terreno familiare, sulla scia della figura paterna, e proseguì negli anni successivi con una progressiva maturazione dei mezzi espressivi che lo portò da un lato ad eleggere l'incisione come disciplina preferita, dall'altro ad assumere la città natale, l'amatissima Vicenza, come motivo ispiratore delle sue creazioni. Il bisogno di farsi promotore di una profonda rinascita culturale nacque in Neri Pozza subito dopo la Liberazione, alla fine del secondo conflitto mondiale: con pionieristico spirito d'iniziativa, fondò nel 1946 l'omonima casa editrice, dimostrando un intuito straordinario nell'individuare e nel valorizzare le voci più emblematiche della letteratura e della poesia contemporanea (Montale, Parise, Buzzati, Gadda, Bontempelli, Luzi, e cosi via). Grazie alle vaste frequentazioni, Pozza acquisì nel corso degli anni una conoscenza capillare del mondo della letteratura e dell'arte e, assunte le vesti di promotore di spicco dello studio del patrimonio culturale veneto, strinse legami di sincera amicizia con svariati artisti. Un particolare rapporto di viva stima e cordialità venne appunto intrecciato con la Fondazione Giorgio Cini: la donazione della raccolta di grafica ne rappresenta i momento culminante, tanto da apparire quasi come una sorta di testamento anzitutto spirituale,

Su questo sfondo fatto anzitutto di intensi rapporti umani (fra Pozza e gli artisti da un lato, fra Pozza e la Fondazione Cini dall'altro lato) si colloca la mostra Segni del Novecento, il cui stesso titolo riflette una pluralità di significati: il gesto grafico del creatore d'arte, innanzitutto, che spesso racchiude in nuce l'anima del proprio tempo; lo spirito mecenatizio del donatore che affida il proprio tesoro privato alla comunità culturale; la rilevante attività di raccolta, di studio e di conservazione di una istituzione come la Cini che accompagna, e spesso promuove, la crescita culturale del Paese nell'intera seconda parte del secolo appena concluso.



Il percorso espositivo

La mostra, curata da Giuseppe Pavanello - Direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte della Fondazione veneziana -, presenta un percorso ritmato da oltre duecento opere e articolato in tre sezioni.

La sezione "Disegni", curata in catalogo da Giuseppina Dal Canton, è costituita da 91 tavole, suddivisa in una decina di nuclei. Si ritrovano gli schizzi di autentici Maestri del Novecento come De Pisis e Morandi accanto alle suggestioni di Rosai, Viani o Fasan, o alle opere di Guttuso, Zancanaro, Luzzati, De Maria, Quaglia, Music e altri.

Più di cento "Incisioni" sono poi presentate in mostra nell'omonima sezione, curata da Sileno Salvagnini che pubblica in catalogo l'intero fondo di quattrocento opere: si possono ammirare le acqueforti di Barbisan, Bartolini, Castellani, Zancanaro, unicamente alle puntesecche e ai linoleum di Maccari.

Al visitatore non potrà sfuggire la speciale predilezione di Pozza per l'arte incisoria, che traspare dalla sensibilità e dalla meticolosità con cui le acqueforti sono state raccolte e conservate.

La sezione "Libri di pregio moderni", curata da Flavio Fergonzi, conta 38 volumi sui 74 donati da Pozza alla Fondazione. La scelta del collezionista abbraccia una dimensione europea (dal Dingo di Mirabeau, illustrato nel 1924 da Pierre Bonnard, alle editions de tête della rivista "Derrière le miroir" della Galleria Maeght di Parigi) e rivela un amore particolare per l'intima connessione fra narrazione e illustrazione. Emerge, quindi, anche nella scelta degli oggetti di cui attorniarsi, la cifra peculiare dell'uomo Neri Pozza: la ricerca continua - e al contempo personalissima - della sintesi fra arte e letteratura, del collante che elide ogni frattura fra "immagine" e "parola", entrambi anzitutto segni e pertanto strumenti di espressione e testimonianza.