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Speranze Perdute

Nei teatri della Francia e poi in Italia (Verona e Padova)il “concerto teatralmente a ballo” fa rivivere l’atmosfera di una balera veneta anni ’30, coinvolgendo anche il pubblico.


 

venerdì 5 e sabato 6 febbraio 2010

 

CALICANTO-TRIO ADRIATICA

debuttano all’estero con il progetto

Speranze perdute”.

Nei teatri della Francia e poi in Italia (Verona e Padova)

il “concerto teatralmente a ballo” fa rivivere l’atmosfera

di una balera veneta anni ’30, coinvolgendo anche il pubblico.

 

Padova, 27 gennaio 2010 – Prende il nome da un celebre valzer degli anni Trenta il progetto “Speranze perdute” che il gruppo Calicanto, in versione “ridotta” come “Trio Adriatica”, porta in scena il 5 e 6 febbraio in Francia nei teatri cittadini di Wittenheim e Guebwiller .

 

Dopo il suo debutto all’estero, il progetto sarà in Italia il 7 febbraio a “La Fontana” ad Avesa, Verona - uno storico locale, famoso per fare da vent’anni ottima musica dal vivo – e, per concludere, il 12 febbraio al Piccolo Teatro di Paltana, a Padova.

Altre date italiane in calendario già per i prossimi mesi per il progetto: un “concerto teatralmente a ballo” che unisce musica, danza e teatro in un vero e proprio spettacolo a tutto tondo.

Per questo “Speranze perdute” vede la collaborazione scenica del regista Titino Carrara e dell’attore e drammaturgo Carlo Presotto (entrambi de “La Piccionaia”). Le musiche sono brani tradizionali riarrangiati dal “Trio Adriatica”, composto, appunto, dai tre Calicanto Roberto Tombesi, all’organetto, Francesco Ganassin, al clarinetto, e Giancarlo Tombesi, al contrabbasso, accompagnati dalle performance di danza dei dodici ballerini di “Festa continua”, un gruppo di danza e musica popolari attivo dal 2002.

 

Da quasi trent’anni i musicisti padovani di “Calicanto” conducono un qualificato lavoro di ricerca e produzione riguardo la musica popolare veneta, esplorando vari territori anche oltre confine, e ora sono chiamati nuovamente a esibirsi sui palchi di altri Paesi. Da anni, infatti, il gruppo è ospite in festival e rassegne di tutta Europa e non solo (Inghilterra, Spagna, Germania, Portogallo ma anche Stati Uniti, Canada e Turchia), invitato a rappresentare la musica popolare italiana.

 

Lo spettacolo portato in scena in questa loro nuova tournèe è ambientato nella “Trappola del Diavolo”, una balera di un paese imprecisato della pianura veneta, contro cui il parroco don Gino si scaglia nelle proprie omelie accusando polche, mazurche e danze in generale, di condurre i frequentatori verso la strada della perdizione. Ma i tre musicanti del locale non se ne preoccupano: anzi, dedicano addirittura un ballo a don Gino e ai suoi fedeli.

Durante l’esibizione i suonatori raccontano dei loro strumenti (tra cui l’onomatopeico “cis-ban”, una batteria rudimentale trasportabile anche in bicicletta) e dei balli, facendosi aiutare anche dagli spettatori, e giocano a rubarsi l’un l’altro il pubblico e la scena. I ballerini li assecondano, con passi e figure, salti e piroette; la loro è una presenza importante, fatta di sguardi, contatti e abbracci, che dialoga con i musicisti e li moltiplica in un labirinto di specchi. Lo spettacolo si conclude con una collettiva ed esilarante quadriglia, che vede invitato a danzare anche il pubblico.

Dietro al gioco e allo scherno gioioso, ci sono 25 anni di certosino lavoro, da parte del Trio Adriatica, di documentazione sulle danze dell’area veneta e di ricostruzione dell’atmosfera di una balera negli anni tra le guerre.

 

Il Trio nasce infatti nella lontana estate del 1999, dopo la partecipazione al Festival Itinerari Folk di Trento; grazie al consenso ottenuto decidono di sviluppare all’interno di Calicanto un itinerario trasversale nella musica strumentale delle regioni adriatiche attraverso una sintesi personale di sacro e profano, classico e popolare, composizioni originali e danze tradizionali. Lo strumentario, volutamente essenziale e acustico, spinge i musicisti a sperimentare e indagare le possibilità espressive e di dialogo dei tre strumenti in gioco, muovendo dalla musica tradizionale e prendendo spunto da sonorità contemporanee.

 

Ufficio stampa – Studio IKON Comunicazione di Marta Giacometti

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