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Vicenza: Marco Paolini in "ITIS Galileo"

Martedì 24 e Mercoledì 25 Gennaio 2011 al Teatro Comunale.

Vicenza: Marco Paolini in "ITIS Galileo"

Il cartellone della Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza propone un importante appuntamento con il teatro contemporaneo e l’impegno civile, ospitando martedì 24 e mercoledì 25 gennaio Marco Paolini, per la prima volta al Comunale, con lo spettacolo “ITIS Galileo”, un grande successo, un tutto esaurito da tempo in entrambe le date. Potranno essere disponibili dei biglietti solo in caso di rinuncia dei possessori e saranno messi in vendita alla biglietteria del Comunale le sere dello spettacolo un’ora prima dell’inizio (dalle 19.45); il costo è di 30 euro per il biglietto intero, 25 euro per il ridotto over 60, 17 euro per il ridotto under 25.

Lo spettacolo, dedicato al grande scienziato fondatore della scienza moderna, propone la sua figura in modo anticonvenzionale: essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, soprattutto per gli altri. Galileo Galilei appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia. Quando si parla di lui si pensa sempre a un anziano venerando: sarà una questione di iconografia, ma forse è anche perché si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa. Anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni. Galileo vive quattrocento anni prima di noi, in un’epoca governata da certezze e rigidità di pensiero, ma alcuni elementi tornano oggi a riaprire il confronto con quel passato.

Paolini, autore e interprete, nelle sue note allo spettacolo ci dice che “Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro. Sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, 400 anni dopo la consacrazione dell’universo postrivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace. Galileo è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà”.

Marco Paolini, attore autore e regista, vero outsider della scena italiana, è nato a Belluno nel 1956; ha sempre proposto un teatro di impegno civile che mette le persone “prima” della storia che raccontano o rappresentano; con "Il racconto del Vajont 1956/ 9 ottobre 1963" (1993) che lo ha portato all’attenzione del grande pubblico, anche televisivo, ha ricevuto il ‘Premio Speciale Ubu’ 1995 per il Teatro Politico e il ‘Premio Idi’ 1996 per la migliore novità italiana. Per questo spettacolo ha ricevuto anche l'Oscar della televisione come miglior programma del 1997 e il premio Flaiano 1998 per l’interpretazione.
Le sue ultime produzioni teatrali, tutte approdate alla diretta televisiva sono: l'omaggio a Mario Rigoni Stern "Il Sergente" (2004), “Miserabili. Io e Margaret Thatcher” (2006), “La macchina del capo” (2009).
Da ricordare la recente interpretazione cinematografica in “Io sono Li” di Andrea Segre, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, nel ruolo di Coppe.

Con “ITIS Galileo” (2010) Paolini, nel suo ruolo di attore che diventa personaggio, presenta una sorta di lezione scolastica, ma da istituto tecnico, non da liceo (da cui parte del titolo), in cui Galileo è un eroe moderno, senza falsi miti: l’obbiettivo degli autori con questo lavoro teatrale è coinvolgere il pubblico nel ragionare, per arrivare ad una situazione in cui gli spettatori non sono spettatori e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.

 

(Foto di Marco Caselli Nirmal)


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