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La Chiesa dei Ss. Felice e Fortunato
Percorso meditato

Chiesa Ss. Felice e Fortunato Chiesa Ss. Felice e Fortunato L’interno conserva l'impianto basilicale (senza transetto), diviso in tre navate da una successione di colonne alternate a pilastri, di apertura decrescente verso l'abside; il rapporto tra la navata maggiore e le minori è quello canonico di 2:1 sia in altezza che in lunghezza. L’insieme è contemporaneamente sobrio e imponente, indiretta immagine di Dio infinitamente grande e al contempo semplice (Previtali 1988). Le sei finestre aperte nella navata centrale sono del XII secolo mentre le sei chiuse appartengono la restauro del sec. XV; le due nell'abside sono state aperte rimuovendo quelle seicentesche in base alle indicazioni strutturali.


    Muovendo dall'entrata si incontrano da destra a sinistra:
  1. Sulla parete tre grandi tele settecentesche raffiguranti prelati illustri e, sotto, il Sarcofago delle stagioni (sec. 11) con raffigurati negli acroteri i busti delle quattro stagioni e nel fronte due putti alati che reggono un cartiglio con iscrizione.

  2. L'altare del tardo '600 con la paia di G. Carpioni: La Strage dei cinque innocenti (seconda metà del XVII sec.).

  3. Due dipinti: Santa Scolastica (sec. XVIII) e S. Carlo Borromeo (sec. XVIII).

  4. L'altare con la pala di S. Antonio, forse del veronese Sante Prunati (1656 ca - 1730).

  5. Il dipinto Noli me tangere (sec. XVI).

  6. Sopra l'ingresso che porta alla sacrestia e al Sacello: la scultura del sarcofago paleocristiano (fine sec. IV) rappresentante L'adorazione dei Magi.

  7. Sacello di S Maria Mater Domini.

  8. Sulla parete di chiusura della navata desta: l'altare con la statua lirica della Madonna della Misericordia, di Antonino Veneziano (1452 ca.), autore anche di alcuni dei gruppi scultorei a dedicazione mariana della Cattedrale.

  9. Si scende poi nella cripta chiesa sotterranea che come in ogni chiesa romanica, rappresentava lo spazio martiriale per eccellenza. Vi si trova l'urna con le reliquie di 53 martiri e santi. Importante è la stele pagana riutilizzata probabilmente come coperchio per la prima deposizione di S. Felice. È questa la più antica testimonianza archeologica del cristianesimo a Vicenza: porta l'iscrizione BAEATI MARTURES FELLY ET FORTUNATUS. Il foro per le offerte votive ad modum refrigerii (con versamento di cibo e monete) veniva usato in epoca pagana, mentre in epoca cristiana serviva per l'accostamento di brandea tenuti poi come reliquie. Nel sarcofago sono state ritrovate delle monete del IV secolo.

  10. Il presbiterio è il punto focale dello spazio basilicale, reca al centro l'altare, costituito da un sarcofago del Il secolo d.C.; al di sopra si apre il catino absidale, affrescato da Giulio Carpioni, nella seconda metà del '600' con la collaborazione per l' inquadramento architettonico di G. Arighini. Il tema presentato è quello dell'esaltazione di Maria, che doveva essere raffigurata nell'edicola di centro della balaustra, sulla quale si posava lo Spirito Santo in forma di colomba, tra un tripudio di angeli e alcuni simboli mariani: la torre davidica, il vaso d'elezione, la stella mattutina e la porta del cielo. Al centro è il dipinto attribuito a Pietro Damini da Castelfranco (inizi sec. XVII): l'Incoronazione della Vergine con i santi Benedetto, Gregorio e Gallo.

  11. Sulla parete di fondo della navata sinistra lo splendido tabernacolo monolitico quattrocentesco, di squisita fattura, qui collocato dopo la distruzione della chiesetta di S. Martino in borgo S. Felice cui apparteneva.

  12. In successione le tre grandi tele del Carpioni: il Martirio di S. Floriano, le Ss. Vergini Cassia, Innocenza, Gaudenzía e Neofita e la Glorificazione dei santi Vito, Modesto e Crescenzia (1662-65).

  13. Si erge poi la grandiosa tela di Alessandro Maganza raffigurante San Valentino risana gli infermi (1585 ca..) proveniente dall'oratorio di S. Valentino, chiesetta eretta in Corso S. Felice, oggi di proprietà privata è chiusa al culto.

  14. Seguono tre dipinti tra cui l'Adorazione dei pastori, copia settecentesca del Presepe di S. Giuseppe di Jacopo da Ponte detto "il Bassano" e Cristo cade sotto la Croce (sec. XVII).



Chiesa Ss. Felice e Fortunato

  1. Sagrato: Due pilastri con cancellata sormontati dalle statue settecentesche dei santi Felice e Fortunato, limitano lo spazio civile da quello sacro e danno accesso al sagrato antistante la chiesa. Si trovano qui alcuni sarcofagi cristiani del V-VI secolo, memoria del carattere cimiteriale della zona in epoca romana e paleo-cristiana. Trovati nel corso degli scavi e in parte trasferiti al Museo Civico, i sarcofagi furono trasportati a Gardone, su richiesta di Gabriele D'Annunzio, per ornare il Vittoriale; tutti, meno uno, furono restituiti alla città di Vicenza nel secondo dopoguerra.

  2. Nartece: Di fronte alla basilica, una fascia di selciato, larga 90 cm, sta ad indicare gli allineamenti del ripristino delle sottostanti fondazioni del nartece di epoca paleocristiana. Questo ambiente, posto trasversalmente alla basilica, per molti secoli fu destinato ad accogliere i catecumeni (coloro che si stavano preparando a ricevere il Battesimo) e i penitenti, i quali potevano assistere solo alla prima parte della Messa (l'attuale liturgia della parola).

  3. Facciata: La facciata in mattoni, così come ci è stata restituita dai recenti restauri, è semplice, sobria, appena mossa da lesene lievemente aggettanti e da due semicolonnine ai lati del portale; il tradizionale profilo a salienti anticipa all'esterno la tripartizione interna. La luce penetra da un grande rosone sovrastato da una croce bizantineg-giante; in basso tre portali di cui il maggiore, più volte rimaneggiato, conserva parte di un affresco anteriore al 1154 con due angeli che suonano le trombe della Resurrezione, mentre i defunti sorgono dagli avelli.

  4. Campanile: Alto 55 m, per cedimento del terreno è inclinato di 70 cm dall'asse verticale. Fu eretto nel X secolo. Il terremoto del 1117 lo distrusse per metà; nel 1160 fu ricostruito fino alla cella campanaria. Il tiburio risale alla metà del '400, come la balconata scaligera poggiante su archetti sporgenti.
    Il campanile, rappresentazione simbolica della città (tanto che ne è derivato il termine "campanilismo") e della tradizione cristiana, fu scelto, per la sua antichità, come punto di passaggio della coordinata del meridiano di Vicenza.



Chiesa Ss. Felice e Fortunato Chiesa Ss. Felice e Fortunato

  • Chiesa dei Santi Felice e Fortunato
  • Approfondimento liturgico
  • Approfondimento tematico
  • Percorso meditato

    Itinerari Sacri per il Terzo Millennio
    fonte: Ufficio diocesano di Vicenza per i beni culturali