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La chiesa di S. Rocco
Approfondimento liturgico
Il tabernacolo


In campo liturgico col termine tabernacolo si indica l'edicola posta al centro dell'altare, dove si custodisce la Santissima Eucarestia. Il processo che portò alla definizione funzionale, formale e logistica del tabernacolo non fu né rapido né lineare, così che per lungo tempo la conservazione dell'ostia consacrata non seguì regole fisse. Le testimonianze dei primi secoli confermano la prassi comune in Oriente e in Occidente di custodire l'eucaristia nelle case, per la comunione, anche quotidiana, dei fedeli, mentre nelle chiese la custodia avveniva principalmente per le necessità dei malati e dei morenti. In Occidente tale luogo prese il nome di secretarium o sacrarium, ove era collocato un armadio, il conditorium, in cui veniva riposta l'eucarestia della messa precedentemente celebrata.

Con l'epoca Carolingia l'uso antico della custodia domestica venne meno; nelle chiese si continuò invece la tradizionale conservazione in un luogo separato, attiguo alla chiesa, la sacristia, e cominciò a diffondersi anche l'uso del propitiatorium, un cofanetto mobile ove riporre la pisside, o ancora dei tabernacoli murali situati nello spessore della parete accanto all'altare.
Chiesa San Rocco I secoli XII-XIII videro la diffusione di edicole imponenti e ricche per l'esposizione del Santissimo, in legno o in marmo, assieme agli ostensori e ai tronetti, che accompagnarono la diffusione di un tale culto. L’affermazione del tabernacolo e la sua collocazione sull'altare avvennero solo nel secolo XVI per poi essere ribadite da papa Paolo V nel 1614. Tale svolta va messa in relazione ai contrasti sorti, a partire dall' XI secolo con Berengario di Tours sino alla Riforma luterana, intorno al valore dell'Eucarestia e al problema della transustanziazione. In questo senso il tabernacolo esprime, dal punto di vista architettonico, la visione teologica sanzionata dal Concilio di Trento, che ribadiva solennemente la presenza reale e permanente del corpo e del sangue di Cristo crocifisso nel pane consacrato, sottolineandone particolarmente il valore sacrificale.

Il prezioso tabernacolo di S. Rocco si presenta come un tempietto a pianta poligonale, in oro e marmo grigio e nero. Fu realizzato verso il 1655 da Alessandro Biego, scultore non estraneo, come sostiene il Cevese, a conoscenze nell'arte architettonica. Sembra invece aggiunta ottocentesca, o frutto di un rifacimento di quell'epoca, la corona lignea sospesa, mentre la porticina è opera recentissima.