L’interno della chiesa, trasformato secondo il gusto barocco, presenta due aule giustapposte di due epoche diverse; la parte quattrocentesca, ove è collocato l'altare maggiore, è definita da tre navate e cinque archi trasversali che poggiano su due file di quattro colonne. La parte settecentesca, è invece caratterizzata da una pianta a croce greca inscritta in un quadrato, sormontato al centro da una cupola, retta da quattro gruppi di pilastri; i bracci minori sono coperti da volte a botte e collegati al corpo centrale da grandiose arcate.
Procedendo dall'ingresso a nord che si apre in direzione dell'altare maggiore incontriamo a destra:
Altare dei Ss. Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria, in pietra tenera di Vicenza, macchiavecchia e marmo nero. È del 1789 e sostituì l'altare del sec. XVI commissionato dalla famiglia Capra a Giovanni Bonvicino. Incorniciava in origine una tela di Alessandro Maganza, oggi perduta; conserva la pala di Pietro Gagliardi, dipinta nel 1888 e raffigurante i Sette santi fondatori che rendono omaggio alla Vergine.
Di fronte si apre l'altare di S. Giovanni Battista, in calcare bianco e marmo, costruito nel 1606, per volontà di Camilla Trissino. Entro una cornice arcuata in calcare bianco è racchiusa la pala di Jacopo Palma il Giovane (1544-1628), raffigurante l'Incoronazione della Vergine; il dipinto, unico rimasto nella posizione originale, presenta in alto la Trinità che incorona Maria e in basso la figura del Battista circondato da altri quattro santi.
Procedendo, a destra, s'incontra l'altare della Madonna degli Angeli: il complesso originario risale al 1591, era dedicato al Battista e incorniciava la pala con il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza , e fu poi dedicato nel 1676 a S. Filippo Benizi. Nel 1815 fu ampiamente modificato, anche nella titolazione, con il trasferimento dell'altare settecentesco appartenente alla chiesa di S. Marco e qui ricomposto ad ospitare la pala della Sacra Famiglia di G. Ménageot, donata nel 1796 ai Servi.
Di fronte si eleva l'altare di S. Filippo Benizi, qui collocato dal 1815. Il manufatto settecentesco sostituì l'originario altare del sec. XVI, della famiglia Cereda, che incorniciava la pala di Alessandro Maganza raffigurante lo Spirito Santo. Oggi conserva la tela di Giovanni Gagliardi con La Vergine tra i santi Filippo Benizi e Giuliana (1890), particolarmente venerati dai Servi di Maria.
Tra l'edificio barocco e quello tardo-gotico, si apre sopra l'arcone la grande tela di Giulio Carpioni (1613-1678), raffigurante la Gloria di Francesco Grimani. si tratta di un dipinto allegorico che presenta il Rettore veneziano circondato da figure femminili raffiguranti la carità, la religione, la pace, la speranza; si noti in particolare la donna in vesti dorate del gruppo di destra, allegoria della città di Vicenza.
Altare della Pietà: la struttura architettonica in pietra tenera della fine del sec. XV, è stata attribuita ad Alvise Lamberti o Ramberti di Montagnana, mentre la mensa in marmi policromi è successiva. Il complesso decorato secondo il gusto naturalistico dell'età umanistica si conclude con una lunetta, ove è inserita una grande conchiglia di effetto plastico chiaroscurale. L’altare incornicia la Pietà di Bartolomeo Montagna, opera datata 1500: raffigura il dolore della Vergine che regge il Figlio morto circondata da S. Giovanni, S. Maria Maddalena e da, probabilmente, S. Giuseppe d'Arimatea, mentre sullo sfondo si apre il paesaggio dei colli.
Altare Maggiore: si erge al centro della chiesa antica, circondato da una balaustra che delimita lo spazio sacro. È opera eseguita negli anni 1926-28, a sostituzione dell'altare cinquecentesco. Si compone di una mensa staccata dalla parete di fondo in marmi pregiati e del paliotto a formelle d'argento, su cui spiccano le figure simboliche del pesce, dell'agnello e della spiga. Sopra la mensa poggia il tabernacolo del sec. XVIII, realizzato a sbalzo da Girolamo Bellavite, a imitare in miniatura la facciata di un tempio barocco. Ai lati si ergono i Santi Filippo Benizi e Giuliana Falconieri, mentre sulla portella è raffigurata la Fede appoggiata alla croce.
Dietro l'altare maggiore, i pellegrini possono sostare sotto l'edicola ove è collocata la statua della Mater Misericordiae, opera quattrocentesca attribuita a Niccolò da Venezia. Addossate alle pareti si vedono invece tre formelle arricchite da bassorilievi, realizzati nel 1926-30 da Giuseppe Zanetti che raffigurano al centro l'Apparizione a Vincenza Pasini e ai lati il Giuramento degli alpini e il Voto della città di Vicenza, espresso nel 1917 .
Le arcate della chiesa gotica conservano raffigurazioni della fine del sec. XIX di Rocco Pittaco, con le Vicende dell'origine del Santuario e l'Apparizione della Vergine a fra Antonio da Bitetto.
Coro: quello originario venne costruito tra il 1476 e il 1480 da Lorenzo da Bologna, gli stalli lignei furono eseguiti da Giacomo Fontana da Mantova e le splendide tarsie da Pier Antonio dell'Abate; ridefinito in occasione dei lavori del campanile, che hanno comportato la perdita del coro originario, attualmente ospita gli stalli provenienti dalla chiesa di S. Bortolo, divenuta parte dell'Ospedale cittadino. Le splendide tarsie di Pier Antonio sono state in parte inglobate negli armadi della nuova sacrestia.
Sacrestia: l'armadio principale ospita nello scomparto centrale l'affresco della Pietà di Bartolomeo Montagna, strappato dal chiostro; lo stesso armadio e quelli di fronte raccolgono alcune tarsie del coro originario, con figure geometriche, cornici e una natura morta.
Penitenzieria: inaugurata nel 1972, opera dell'arch. Sergio Los, ha un ingresso autonomo; concepita per collocare i numerosi confessionali a disposizione dei fedeli che accedono al sacramento della penitenza, è stata arricchita di notevoli opere d'arte: l'affresco della Madonna del Magnificat di Battista da Vicenza (ca. 1375-1438), un importante Crocifisso ligneo del sec. XV, e, sopra l'altare, il gruppo scultoreo della Pietà, opera di manifattura salisburghese, sempre del sec. XV, proveniente dalla chiesa di S. Maria in Foro.
Refettorio antico: ospita oggi numerosi dipinti, in particolare conserva il capolavoro di Paolo Veronese, il Convito di S. Gregorio Magno (1572). La scena, collocata sotto una loggia, rappresenta un episodio della Vita di Papa Gregorio, che, solito ad invitare al suo convito i poveri e i viandanti, avrebbe un gior-no accolto anche Cristo nelle vesti di un pellegrino, pronto a ricompensare tanta generosità con la promessa di una pace duratura. Oltre a questa tela, drammaticamente danneggiata nel corso dei secoli, ma fortunatamente restaurata, sono visibili, tra le altre: la Vergine tra i quattro evangelisti e Il Battesimo di Cristo di Alessandro Maganza (1566-1630). La sala ospita anche un’interessante raccolta di fossili.
Chiostro: iniziato nella prima metà del sec. XV, nel 1476 si componeva già della loggia inferiore; oggi si presenta nella sua forma quadrangolare, con una serie di archi acuti, incorniciati da ghiere a torciglione, poggianti su colonne; al centro è visibile l'originale vera da pozzo tardo-gotica. L’edificio barocco presenta esternamente tre prospetti su cui si aprono altrettanti ingressi al Santuario. La loro decorazione scultorea fu affidata ai fratelli Marinali e bottega.
Prospetto orientale: sulla cornice del lunotto poggi tue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui Leonzio, Carpoforo e Gaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cui Antonio da Padova e Maria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle di S. Sebastiano, S. Vincenzo, S. Rocco e S. Filippo Benizi. Sopra il portale il gruppo scultoreo firmato da Orazio Marinali: la Madonna appare a Vincenza Pasini.
Prospetto settentrionale: in alto la Temperanza e la Giustizia, al centro statue di Profeti, in basso S. Andrea, S. Pietro, S. Paolo e S. Matteo. Sopra il portale, sempre di Orazio Marinali: Vincenza Pasini di fronte ai Deputati della città.
Prospetto occidentale: in alto Allegorie di virtù, al centro Eroine dell’Antico Testamento, in basso S. Bartolomeo, S. Giovanni Evangelista, S. Carlo Borromeo e S. Marco. Sopra il portale, di Orazio Marinali, Posa della prima pietra della chiesa.
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