
Il 5 per mille è una misura fiscale italiana che consente a tutti i contribuenti di poter destinare una piccola quota dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) a Enti che svolgono attività di interesse sociale.
Si tratta di una sorta di donazione a costo zero, in quanto questa imposta deve in ogni caso essere saldata allo Stato ogni anno, durante la dichiarazione dei redditi. Scegliere però di devolverla a cause importanti è un modo per garantire cure mediche, assistenza sociale, tutela ambientale, ricerca scientifica, istruzione, ecc. dove c’è più bisogno e a chi ne ha urgente necessità.
Per evitare errori e compiere la scelta giusta, diventa quindi essenziale destinare il 5 per mille alla categoria corretta, cioè a quella più coerente e vicina ai propri valori.
In questo articolo vogliamo fornire una breve guida utile a orientarsi nella scelta delle associazioni 5 per mille, analizzando l’elenco dei beneficiari riconosciuti, le finalità e gli obiettivi.
Quali sono le categorie beneficiarie del 5 per mille
Il 5 per mille può essere destinato a differenti categorie, ognuna operante in uno specifico ambito. Una delle più rilevanti è quella che include gli Enti del Terzo Settore (ETS), cioè quelle realtà attive nel sociale e sul territorio, che aiutano le persone fragili e promuovono inclusione e solidarietà.
Fa parte dei beneficiari del 5 per mille anche la Ricerca scientifica e universitaria, fondamentale per l’innovazione, la salute e la formazione dei giovani ricercatori e la Ricerca sanitaria, che supporta ospedali e istituti che uniscono ricerca e cura dei pazienti. Meno popolare, ma comunque estremamente preziosa per il lavoro che svolge, è la categoria che coinvolge le Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI, che promuovono lo sport come strumento di benessere, prevenzione e inclusione, soprattutto verso giovani, anziani e persone con disabilità.
Il 5 per mille può anche essere donato agli Enti culturali e paesaggistici, che proteggono e valorizzano il patrimonio storico, artistico e ambientale del nostro Paese e agli Enti gestori delle aree protette, che difendono la natura, la biodiversità e lottano contro il cambiamento climatico. Infine, anche il Comune di residenza fa parte delle categorie del 5 per mille, a patto che i fondi ricevuti vengano destinati a servizi sociali locali e interventi mirati nella comunità.
Come verificare se un Ente fa parte dei beneficiari del 5 per mille
Prima di destinare il proprio 5 per mille ad un Ente, è fondamentale verificare se questo fa parte dei possibili beneficiari. Per farlo, si possono consultare gli elenchi ufficiali pubblicati dall'Agenzia delle Entrate e periodicamente aggiornati, che comprendono tutte le realtà ammesse a questa misura fiscale e riconosciute.
In alternativa, se si ha in mente un’Associazione o Organizzazione specifica a cui si è legati, si può visitare direttamente il Sito Web ufficiale, per capire se il 5 per mille fa parte delle donazioni accettate o meno. In questo caso, oltre a capire se l’Ente è trasparente sull’uso dei fondi e ha un impatto reale e documentato, è importante individuare anche il codice fiscale, in modo da inserirlo nella dichiarazione dei redditi per far pervenire in modo mirato la propria quota IRPEF.
Come destinare il 5 per mille
Come spiegato prima, il 5 per mille va destinato durante la dichiarazione dei redditi. Nei documenti da compilare per Legge, sono presenti diversi riquadri, ognuno corrispondente a una categoria.
Bisogna quindi apporre la propria firma all’interno di questo riquadro e poi, se si desidera sostenere uno specifico Ente, aggiungere il relativo codice fiscale. Se questo passaggio non viene completato, il 5x1000 viene distribuito proporzionalmente tra tutti i soggetti beneficiari della categoria. Se, invece, non si mette la firma, l’intera somma va a finire nelle casse dello Stato.