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Vicenza: il gotico privato

Obiettivo did. gen.: Origini e caratteristiche del gusto gotico.

Obiettivi did. part.: Il gotico privato e l'influsso degli ordini veneziani. (Vedi a pag. 76: ordini gotici veneziani).

Meno nota e alternativa rispetto alla Vicenza palladiana e rinascimentale, esiste una Vicenza gotica, caratterizzata da bei prospetti su strada con finestre archiacute variamente modulate frammenti di affreschi esterni, suggestivi cortili interni con loggiato, discese al fiume.
Particolarmente adatta a stimolare la capacità di osservare, descrivere, ravvisare analogie e differenze, apprendere il lessico specifico relativo alle modanature architettoniche, è dunque una passeggiata per il centro storico alla scoperta dei palazzi gotici.
È solo dopo la dedizione a Venezia del 1404 che inizia per Vicenza un periodo di stabilità e prosperità tale da avviare un'intensa attività edilizia, che trae spunto stilistico, ovviamente, dai prestigiosi modelli veneziani, variamente interpretandoli in base alle esigenze locali; solo con la fine del XV secolo compaiono, magari liberamente accostati a quelli gotici, i primi motivi rinascimentali.
L'itinerario può iniziare in contrà XX settembre, dalla bella facciata affrescata del restaurato Palazzo Regaù (posteriore alla metà del secolo), su cui spicca il parapetto con allegorie delle quattro virtù cardinali di Giovanni Grandi: risulta qui particolarmente chiaro lo schema "vicentino" della casa gotica, con cornicione molto sporgente (elemento che non compare a Venezia), salone passante centrale e vani ai lati; il desueto portico al pianterreno integra bene l'edificio nel tessuto edilizio preesistente.

Dopo un cenno al problema dei "ritocchi" neogotici ottocenteschi facilmente identificabili nelle facciata del Palazzo Guerra Cabianca in contrà Piancoli, si giunge all'Ospedale di S. Valentino, all'angolo tra il Vicolo Cieco Retrone e Stradella Barche, che ben testimonia, per la sua posizione, di una certa "vocazione" del gotico privato vicentino per le vie d'acqua (il quartiere portuale delle Barche), ed offre in facciata e sul fianco motivi appartenenti a varie epoche (dal XIV al XVIII secolo): belle le finestre al primo e al secondo piano ad archi inflessi trilobi con cornice a scacchi (nella schematizzazione di Ruskin in "Le pietre di Venezia" l'ordine è il quarto).

Proseguendo per contrà Piancoli si osservino le eleganti colonnine tortili "veneziane" di Casa Scroffa Polazzo e, all'angolo con Ponte S. Michele, il Palazzo Garzadori Polazzo Braga: da notare come convivano nello stesso edificio degli esempi di finestre tardo-gotiche di ordine sesto (facciata su strada) e inserti rinascimentali, alcuni di proporzioni ancora gotiche (portone e atrio, prospetto sul fiume).

Il Palazzo Garzadori Fattore di contrà P. Lioy è un altro interessante esempio di adattamento del modello veneziano alle esigenze vicentine: lo schema adottato (prospetto principale sulla strada e secondario sul fiume, affreschi in facciata, sviluppo su tre piani, trifora centrale cui si affianca una monofora su un lato, è ripreso spesso in città.

La varietà di stili e formule presenti nel Palazzo Sangiovanni di contrà SS. Apostoli documenta, secondo F. Barbieri, "quell'uso sparso di formule lessicali del gotico non organizzate in uno specifico tessuto intattico", tipico di più di un edificio gotico vicentino. Quasi di fronte a Palazzo Sangiovanni spicca la pentafora di ordine sesto del Palazzo Squarzi Serini Micheletti.

Irrinunciabile è la sosta davanti alla stretta singolarissima facciata di Casa Pigafetta in contrà Pigafetta, nella quale motivi gotici originari (le sei monofore) si assommano ad echi del rinascimento lombardo (i terrazzini trilobi, i mensoloni, le fantasiose candelabre), frutto di un rimaneggiamento degli ultimi decenni del secolo.

Bell'esempio di apertura al rinascimento sul finire del secolo è - sempre su corso Palladio - la splendida quadrifora di Palazzo Braschi Brunello: medaglioni classici con teste virili si inseriscono tra i pennacchi gotici. Denunciando il mutamento in versione di terraferma della celebre Ca' d'Oro veneziana, di cui riprende anche il nome, è il Palazzo Franceschini da Schio in corso Palladio, unico esempio a Vicenza - probabilmente tardo - di casa gotica originariamente a tre piani: la facciata, fortemente spartita in orizzontale dalle cornici marcapiano e dal cornicione sporgente e in verticale dalle finestre, era riccamente affrescata con profusione di polvere d'oro (come attestano le foto d'epoca ottocentesche).