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Ville a Lonedo di Lugo Vicentino

VILLA GODI VALMARANA MALINVERNI

Situato in uno dei paesaggi collinari più ameni, proiettato verso le ampie distese della pianura percorsa dai bianchi, ghiaiosi meandri del torrente Astico, Lonedo offre due testimonianze storicamente diverse dei costumi abitativi della vita in villa, legate ad una adesione alle bellezze naturali e ai sottili piaceri della villeggiature in campagna.
Da una parte la rigorosa essenziale palladiana Villa Godi Valmarana iniziata nel 1540, dall'altra la settecentesca sontuosa e scenografica Villa Piovene.
La Villa Godi Valmarana, commissionata da Gerolamo Godi, su preesistente edificio e compiuta nel 1542, è considerata la prima "casa-villa", in cui il Paliadio diede prova di sè in un respiro culturale totalmente ancora veneto, non ancora cioè permeato dagli esiti classicisti propri della maturità e conseguenti ai suoi viaggi a Roma.

Il prospetto della villa a "torreselle" laterali, di matrice veneziana, e relativamente diffuso nella terra ferma, si articola in tre parti con un corpo centrale rientrante, in cui la loggia è determinata da tre ampie arcate precedute da una stretta ripida scalinata, costituendo una zona di intensa forza chiaroscurale.

Le bianche pareti delle facciate sono ritmate da due file simmetriche di nude finestre rettangolari appena contornate da una piatta cornice e poggianti su semplice mensola.
Un senso di severa semplicità e di essenziale, sereno rigore spira dai nitidi volumi di questa architettura e informa anche la disposizione interna delle stanze attorno al salone centrale del piano nobile, cesura di spazi simmetricamente corrispondenti in quattro vani per ala, una più piccola e un'altra sostituita dalla scala che porta al pianterreno dove sono posti la cucina e i servizi di magazzino.

A dar luce al salone sono non solo le grandi arcate della loggia, ma anche la serliana aperta sulla facciata e in asse con questa, presente fin dalle prime opere e che poi il Palladio impiegherà con imprevedibili varianti.
Vasto è il ciclo pittorico decorativo iniziato tra il 1552 e il '53, opera di Guaitero Padovano, Battista del Moro, P. Veronese, G.B. Zelotti, prime testimonianze di quei cicli pittorici che caratterizzano le ville del '500 nel Veneto, in una felice simbiosi tra colore e spazio architettonico.

Importante è anche il museo dei fossili dove sono conservate testimonianze paleontologiche di importanza mondiale, raccolte nella vicina Salcedo, dopo la scoperta del geologo Achille de Zigno. Si tratta di una collezione di 352 esemplari di flora e di ittiofauna dell'Oligocene, di cui il pezzo più famoso è una palma di 9 metri di altezza.

Molto interessante la visita alla quadreria dei Maliverni significativa raccolta di dipinti di pittori più interessanti dell'800 italiano.

LONEDO - VILLA PIOVENE PORTO GODI

Posta lungo il pendio del colle che si inerpica affianco della palladiana Villa Godi Maliverni, Villa Piovene si apre ad accogliere l'intensa luce di mezzogiorno nella espansione delle superfici della dimora padronale e delle ali porticate.
La sontuosa residenza fu voluta da Tommaso Piovene e costruita nel suo nucleo essenziale nel 1541, tanto che per questa parte alcuni studiosi avanzano il nome di Andrea Palladio, ma già tra il 1575 e il 1587 essa fu ristrutturata con l'apposizione del pronao posto su alto zoccolo e preceduta da scalinata (quella attuale a quattro rampe è degli inizi del '600, come i raccordi a balaustra degli intercolunni).
Il pronao esastilo, ionico, concluso da frontone triangolare con statue acroteriali agli apici ed ampie arcate sui lati brevi, era già divenuto nel linguaggio del classicismo palladiano delle architetture di villa, un elemento molto frequente, trasposizione felicemente innovativa del frontone di un tempio greco in una realtà dove la bellezza e la fecondità della natura costituiva una nuova divinità con cui l'uomo del Rinascimento si misurava.

L'ultima trasformazione della villa avvenne a partire dal 1703 per opera dell'architetto luganese Francesco Muttoni, che aggiunse i due ariosi e leggeri fabbricati laterali e la fastosa, scenografia scalinata di gusto rococò, arricchita dal magnifico portale in ferro battuto che chiude l'accesso monumentale articolato da due muri a segmento di cerchio concavo con statue in nicchia, aperture architravate e il consueto coronamento di statue e vasi acroteriali, che ritroviamo anche lungo il muro di cinta. Si tratta di sculture eseguite tra la fine dell'600 e gli inizi del '700, nei modi propri della scuola veneta e dell'influsso del Marinali.

Degno di particolare attenzione è il grande parco, con magnifiche piante secolari, disegnato nel gusto pittoresco-romantico dei parchi all'inglese dall'architetto A. Piovene agli inizi dell'800.