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Le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza

Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.30) Le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari saranno regolarmente aperte nei giorni 20 aprile (con orario 10-13 e 15-18; ultimo ingresso 17.30), 21 aprile, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno.
Intero € 5,00 Ridotto € 4,00

Palazzo Leoni Montanari, sede culturale di Banca Intesa, apre al pubblico le sue sale, permettendo cosi per la prima volta in maniera stabile e continuativa la visita ai tesori d'arte che racchiude. Gli ambienti del palazzo barocco - caratterizzati dall'esuberante decorazione plastica e pittorica di soggetto mitologico ospitano in esposizione permanente la più importante collezione nel mondo occidentale di antiche icone russe, che si va ad affiancare alla raccolta di pittura del Settecento veneto, già accolta da quasi un ventennio.

Questo abbinamento produce oggi un percorso collezionistico e museale unico, che può apparire insolito, ma non incongruente per chi conosca le vicende storiche e culturali del Veneto. Se, da un lato, la raccolta di pittura veneta è espressiva dell'ultima, splendida stagione dell'arte di Venezia, mostrata attraverso alcuni dei suoi generi più caratteristici, dall'altro la collezione di icone costituisce invece una eloquente testimonianza del legame profondo che unì, in una storia plurisecolare, non soltanto la città lagunare, ma anche i territori dell'entroterra veneto alla civiltà dell'oriente slavo e bizantino.

Il Palazzo barocco Dei Leoni Montanari
La storia del Palazzo ha inizio nel 1678, quando Giovanni Leoni Montanari decise di far erigere una residenza signorile nello stesso luogo dove la sua famiglia possedeva già alcuni stabili, usati non soltanto come abitazione, ma anche come laboratorio di filatura.

I Leoni Montanari avevano raggiunto una solida posizione economica con la produzione e il commercio dei tessuti; in quegli stessi anni la famiglia era alla ricerca di una promozione sociale, chiedendo insistentemente alla municipalità vicentina di essere accolti nel ceto nobiliare. La costruzione del palazzo serviva dunque a fornire un'eloquente testimonianza delle aspirazioni della famiglia e del nuovo ruolo che ambivano a ricoprire nella vita cittadina.

Le vicende qui brevemente richiamate aiutano a comprendere le ragioni che determinarono le peculiarità stilistiche dell'edificio, unica residenza dichiaratamente barocca di una città che volle ostentatamente, ancorché anacronisticamente rimanere fedele al magistero artistico del suo figlio più illustre, l'architetto Andrea Palladio.

La scelta di un linguaggio architettonico manifestamente estraneo al tessuto urbano vicentino intendeva certamente stupire con la sua originalità ma probabilmente anche evidenziare il distacco dai gusti decisamente conservatori della nobiltà locale.

La documentazione d'archivio non ha ancora fornito risposte certe sugli autori della costruzione, che si svolse in due fasi distinte, ma è stato ragionevolmente ipotizzato l'intervento dell'impresa vicentina dei Borrella e dell'architetto lombardo Giuseppe Marchi, probabile ideatore della bella Loggia d'Ercole che si affaccia sul cortile interno dell'edificio.

Il desiderio di allontanarsi dalle scelte del locale milieu patrizio si può cogliere anche nella bella decorazione interna dell'edificio, dove operarono prevalentemente artisti "foresti" come i Paracca, famiglia valsoldana di stuccatori e scultori, il pittore trentino Giuseppe Alberti e il francese Ludovico Dorigny.

I temi della decorazione, a carattere mitologico costituiscono una esaltazione della famiglia committente, attraverso la raffigurazione delle vicende di Apollo (simbolo dell'Arte) e quelle di Ercole (simbolo della Virta).

Una Vocazione Culturale
Nel 1808 il palazzo divenne proprietà del conte Girolamo Egidio di Velo, archeologo dilettante e appassionato collezionista di antichità greche e romane, che volle arricchire la decorazione del piano nobile del palazzo - in parte stravolgendone l'assetto barocco - con stucchi e affreschi in stile neoclassico.

Dopo alcuni ulteriori passaggi di proprietà, nel 1908 la prestigiosa residenza cittadina diveniva proprietà della Banca Cattolica Vicentina (dal 1930 Banca Cattolica del Veneto), che ne fece la propria sede sociale, stabilendovi la direzione generale. Fortunosamente risparmiato dai violenti bombardamenti che, durante l'ultima guerra, portarono alla lacerazione del tessuto urbano di questa zona della città, il palazzo è stato oggetto, durante la seconda metà degli anni '70, di un importante restauro che ha permesso il ripristino e la valorizzazione dei prospetti architettonici e della ricca decorazione interna, della quale è stata in gran parte recuperata la configurazione originaria.

La confluenza, nel gennaio 1990, della Banca Cattolica del Veneto nel nuovo Banco Ambrosiano Veneto liberava l'edificio dalle funzioni di rappresentanza e ne faceva la sede delle sole attività legate alla politica culturale dell'ente. Nel corso degli anni 1990 Palazzo Leoni Montanari è stato sede di numerose iniziative come mostre, convegni e concerti.

Un nuovo, recente, intervento di restauro ha consentito di qualificare e adeguare sotto il profilo tecnologico la struttura alle nuove esigenze museali ed espositive di Banca Intesa.

Palazzo Leoni Montanari
Vicenza, Contrà Santa Corona, 25
tel. 800 578875 - fax 0444991280