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Vincenzo Pojana possedeva una casa in un angolo tra contrà Do Rode e corso Palladio, acquistò l'edificio apposto e nel 1561 chiese di poter unire le due strutture con un arco che scavalcasse contrà Do Rode.
La realizzazione ebbe luogo tra il 1561 ed il 1566: i due edifici furono collegati grazie ad un interessante soluzione che attraversa la contrada sottostante. La facciata del nuovo palazzo non è simmetrica al piano inferiore (lo si può ancora leggere nonostante gli sventramenti che l'edificio ha subito per l'apertura dei negozi): infatti le due arcate di destra dovevano fungere da ingresso.
Il piano nobile è caratterizzato da sei lesene giganti di ordine corinzio e cinque finestre a tabernacolo ed altre cinque quadrate superiori.
La paternità di Palladio deriva dall'esistenza di un disegno del Maestro riferibile a questa fabbrica e conservato in Gran Bretagna. In contrà San Tommaso, è visibile la sezione cinquecentesca del palazzo che Bonifacio Pajana iniziò ad erigere su progetto, secondo l'attribuzione di Bortolan e Rumor (1919), di Andrea Palladio o più probabilmente di Domenico Groppino. Secondo la ricostruzione storica i lavori si interruppero con la morte del nobile avvenuta nel 1576 ca. Alla fine del secolo successivo Francesco Muttoni ideò una nuova fabbrica commissionata dal conte Alessandro Pojana.
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