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La difesa delle mura di Vicenza nel maggio 1848 in una incisione del pittore Chiappori che, assieme a Francesco Ratti (1819 - 1895) illustrò per i giornali di Torino la guerra del '48 in Lombardia e nel Veneto.
Nella primavera del 1848 compito principale del generale austriaco Nugent (1777-1862) fu quello di organizzare, con leve di coscritti e volontari, un grosso corpo d'armata con cui far giungere a Verona rinforzi e viveri e nel contempo saggiare la volontà e la capacità di resistenza dei presidi delle città venete che il Nugent avrebbe incontrato sul suo cammino, da Gorizia a Verona. Udine cadeva rapidamente il 23 aprile, Treviso e Vicenza rappresentavano invece un problema più grave sia perché protette da mura e da difese naturali sia perché guardate da guarnigioni numerose e, a quanto sembrava, bellicose nei propositi. D'altra parte il Radetzky attendeva con impazienza l'arrivo dei soldati ma soprattutto degli approvvigionamenti - un migliaio di capi di bestiame comperati, requisiti o rubati durante la marcia. Il 18 maggio il tenente maresciallo Thurn sostituì il Nugent che avendo moglie e figlia prigioniere dei veneziani non poteva dirigere le operazioni con la necessaria serenità, ma anche il nuovo comandante ritenne necessario raggiungere in fretta Verona "colla minor possibile perdita di tempo e di uomini", saggiando solamente le difese della città. La mattina del giorno 19 il Corpo d'Armata del Thurn era davanti a Castelfranco, il pomeriggio a Cittadella e poi al ponte di Fontaniva che veniva conquistato intatto.
La vicinanza degli austriaci fece sì che tutte le truppe disponibili venissero trasferite in fretta da Venezia con la ferrovia: il mattino presto del giorno 20 maggio raggiunsero la città berica la legione Gallieno ed altri reparti che riuscirono a rinforzare la guarnigione cittadina prima che gli austriaci riuscissero eventualmente a bloccare la strada ferrata tra Padova e Vicenza (Scheda 2.1.1.9.)
Affrontarono così gli austriaci del generale Thurn gli uomini dei battaglioni Alto Reno, Civico di Faenza, di Ravenna, il battaglione Civico di Lugo, composti tutti da giovani studenti e volontari, e le avanguardie delle truppe regolari del Durando, la terza legione romana ed il battaglione universitario romano.
Comandava la guarnigione vicentina il vecchio colonnello Belluzzi (1783-1853) che aveva da poco sostituito l'altrettanto vecchio e più sfortunato Marcantonio Sanfermo (Scheda 6.1.1).
Gli attacchi non riuscirono a vincere l'ostinata difesa nonostante avessero l'appoggio di sei pezzi d'artiglieria e racchette, cioè razzi incendiari. Anzi, tormentati da un cannone che da Porta S. Bortolo (Scheda 1.4.1) li colpiva con precisione, nel pomeriggio del giorno 20 gli austriaci preferirono ritirarsi verso l'estrema periferia della città e, con un lungo giro attraverso i borghi esterni, riguadagnare la strada postale per San Bonifacio e Verona per ricongiungersi con le altre truppe imperiali del Quadrilatero.
Scheda 1.5.1. Scheda documentale: La difesa delle mura
INDICE:
Itinerario 1.5: Porta S. Lucia
La difesa delle mura
I caduti