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Scheda 1.4.1. Scheda documentale: Il 23-24 maggio 1848

La difesa delle porte di Vicenza la notte del 24 maggio 1848 in una ricostruzione apparsa sui giornali piemontesi dell'epoca

L'attacco a Vicenza del 23-24 maggio, a soli due giorni di distanza dal precedente, nasceva dall'esigenza - per il maresciallo Radetzky di mantenere libera, dopo il blocco di Rivoli, presso Verona, almeno una via di comunicazione con il Tirolo italiano e l'Austria: il possesso della città berica avrebbe assicurato, tramite la Vallarsa, questa possibilità senza dover allungare eccessivamente le vie di rifornimento. Inoltre, a questo proposito, la provincia vicentina avrebbe offerto un ricco territorio da cui trarre approvvigionamenti per le truppe delle guarnigioni del Quadrilatero senza pesare eccessivamente sulle risorse della madre patria.

Mentre una parte degli attaccanti impegnava i vicentini alla Loggetta, altre colonne defilandosi attraverso i campi avrebbero dovuto tentare un attacco a tenaglia verso Monte Berico da un lato e verso le porte di S. Croce e S. Bortolo dall'altro. Il 24 maggio il tentativo di conquista del Monte Berico, che in pratica anticipava la manovra sviluppata dal generale Culoz il 10 giugno successivo (Scheda 2.4.2.), non ebbe successo in quanto gli allagamenti, dovuti sia al taglio degli argini del Retrone (Scheda 1.1.0.) che alle forti piogge, rallentarono fino a renderlo impossibile, il piano di conquista dei colli.

Il vicentino Molon ricorda inoltre che un efficiente servizio di spionaggio aveva fatto conoscere i propositi degli austriaci e che l'imminenza dell'attacco venne segnalata a tutti i combattenti con "tre razzi a polvere ed un colpo di cannone".

La colonna destinata ad attaccare da nord, attraverso la via dell'Albera (oggi viale Trento) riuscì a raggiungere senza grossi problemi le porte settentrionali della città, ma qui venne fermata - soprattutto nei pressi di Porta S, Croce - dai soldati del maggiore Galateo che respinsero il nemico "con grave danno".

Ed in effetti i soldati del battaglione Galateo erano uomini ben addestrati, trattandosi nella quasi totalità di soldati già appartenuti ad un reggimento che nel marzo precedente era passato ai rivoltosi.

I combattimenti attorno alla Rocchetta, lungo le mura e nei pressi delle porte durarono tutta la notte dal 23 al 24 maggio. Nella tarda mattinata del 24 il maresciallo Thurn, vista l'inutilità dell'attacco, dava ai suoi uomini l'ordine di ritirarsi verso Verona. La battaglia dovette essere estremamente cruenta: secondo il Bollettino della guerra del 25 maggio i dintorni della città erano "Coperti di cadaveri con pochissime perdite da parte nostra da non paragonare a quelle dell'inimico". " Così terminava il ferocissimo assalto, così nasceva nuova gloria per Vicenza": con queste parole un difensore esprimeva lo stato d'animo di tutti i cittadini di fronte al nuovo inutile tentativo austriaco di conquista. In realtà il 24 maggio iniziavano gli ultimi giorni di libertà per Vicenza e per il Veneto: il piano strategico che il maresciallo Radetzky stava mettendo a punto avrebbe portato, rapidamente, alla riconquista di tutta la regione a parte Venezia che, protetta dalle sue lagune, rendeva necessario un lungo assedio.



INDICE:
Itinerario 1.4: Porte S. Croce e S. Bortolo
Il 23-24 maggio 1848