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Scheda 1.4.0. Itinerario: Porte S. Croce e S. Bortolo

OBIETTIVO:
Vicenza - Le mura: Porta S. Croce e Porta S. Bortolo (Itinerario risorgimentale).

PERCORSO:
1) seguendo l'itinerario, dopo la Rocchetta, si continua lungo viale Mazzini - contrà di Porta S. Croce - viale Bartolomeo D'AIviano - viale Fratelli Bandiera (inizio);
2) in auto dal centro città: stazione ferroviaria - viale Roma - viale dell'Ippodromo - via Btg. Monte Berico - Corso SS, Felice e Fortunato - viale Mazzini - viale D'Alviano;
3) linee urbane e suburbane: Autobus n. 2 dalla stazione ferroviaria a Porta S. Bortolo con frequenza ogni 15 minuti circa; autobus n. 3 dall'inizio di viale Roma a Porta S. Croce con frequenza ogni 15 minuti circa; autobus n. 6 da piazza S. Lorenzo a Porta S. Croce con frequenza ogni 30 minuti circa.

TEMPO:
1) dal centro cittadino con automezzi di qualsiasi tipo e dimensione: 5-10 minuti;
2) con mezzi di trasporto pubblico, in rapporto alle condizioni del traffico: 10 minuti;
3) a piedi dalla stazione o dal centro: 10 minuti.

PARCHEGGIO:
Ampie possibilità di parcheggio libero.

NOTE ILLUSTRATIVE

Dalla rocca scaligera La Rocchetta, proseguendo lungo viale Mazzini si costeggia sulla destra per circa mezzo chilometro un tratto della cinta delle mure veneziane della città, qui ancora ben conservate. Le nuove mura, più esterne rispetto alla trecentesca cinta Scaligera che ricalcava quasi i confini della città romana, vennero costruite all'inizio del'500 per volere di Bartolomeo d'Alviano, capitano generale della Serenissima, all'epoca della guerra contro gli imperiali, conclusa poi dalla pace di Cambrai (1529). La costruzione delle mura provocò danni enormi alla città: migliaia di gelsi vennero abbattuti nel raggio di un miglio attorno alle nuove mura, cioè per circa 1800 metri, allo scopo di non ostacolare i tiri d'artiglieria.

La costruzione delle mura costò centinaia di migliaia di ducati e non servì a nulla in quanto dopo la guerra contro gli imperiali per quasi tre secoli la pace interna della Serenissima non venne più turbata.

A sinistra si notano gli edifici del nuovo centro commerciale e direzionale della città sorto in questi ultimi anni nel luogo che per quasi un secolo aveva ospitato la zona industriale vicentina: qui subito dopo l'annessione erano sorte alcune fonderie, una fabbrica di acido solforico, e la famosa fabbrica "del petrolio " che sfruttava gli scisti bituminosi dei giacimenti del valdagnese.

Oggi al posto delle antiche fabbriche abbattute hanno qui sede filiali di banche, società finanziarie e nuovi quartieri di abitazione.
In fondo a viale Mazzini, sulla destra, l'imponente mole di Porta Santa Croce, interessante complesso militare tardo medioevale dominato da un alto torrione quadrangolare.

Oltre il fiume Bacchigione, all'inizio di viale d'Alviano, sempre sulla destra, si nota un elegante torrione rotondo - anche questo parte del sistema difensivo ideato dall'Alviano, Un'altra torre, seminascosta dalla vegetazione, è visibile in fondo a viale d'Alviano, sempre sulla destra, quasi in prossimità della porta di S. Bortolo così chiamata dal nome di un antico convento oggi sede dell'Ospedale Regionale. La porta appare oggi isolata in quanto le restanti fortificazioni sono state abbattute per esigenze di viabilità e sviluppo urbano. Le mura tra la Rocchetta e le porte di S. Croce e S. Bortolo rappresentarono degli importanti baluardi nella difesa vicentina contro gli austriaci nel maggio-giugno 1848.



INDICE:
Itinerario 1.4: Porte S. Croce e S. Bortolo
Il 23-24 maggio 1848