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tommasino giaretta "Storie Memoria" di Tommasino Giaretta
La prima cosa che colpisce di questo libro, proprio a prima vista è la copertina.
Banale, viene da dire. Al contrario: è l'immagine perfetta della nostra civiltà rurale che era e che non c'è più. Un grande pilastro di una corte contadina, con alcuni ferri del mestiere a rappresentare la solidità è importanza della civiltà contadina ed in primo piano, ben preparate, delle croci a sottolineare l'atteggiamento fortemente religioso che accompagnava l'intera esistenza dei nostri nonni, così strettamente legata ad ogni gesto, sia nel lavoro sia nella festa.
Un'immagine perfetta che dà il senso, la sostanza, di quel momento, di sicuro non messa a caso.
Ho incominciato a parlare di un libro, il 2° libro di Tommasino Giaretta, che narra le nostre tradizioni, il modo di vivere e vedere la vita di non molti anni fa, in una realtà che molti di noi, chi più chi meno, ha potuto ancora toccare.
E' la realtà della corte patriarcale contadina, in cui tutto era diverso, a partire dai concetti fondamentali di tempo e di spazio (non stiamo certo parlando di concetti relativistici).
Il tempo: lo scorrere del tempo era regolato principalmente dall'attività del lavoro nei campi, dal divenire delle stagioni, dagli eventi della natura, piuttosto che dal lavoro nell'intermezzo del ponte o delle ferie o semplicemente tra un week-end e l'altro.
Lo spazio: il mondo non era ancora globalizzato. I nostri nonni che sono emigrati soprattutto in America lo sanno bene come sia stato il loro viaggio, altro che poche ore in aereo continuamente assediati dalle hostess che si premurano non manchi nulla. Lo spazio era la corte o la piccola comunità ove tutto era di dominio di tutti e se da una parte non si poteva evocare un po' di privacy, dall'altra non si incorreva nel rischio di non conoscere il nostro vicino d'appartamento.
Tutto ciò ci provoca all'istante un senso profondo di qualcosa di bello, di vero d'importante che è andato, passato, forse per sempre, ma non perduto.
Questo si deve anche a chi come Tommasino Giaretta ha la voglia di raccontarci momenti di questo passato, con semplicità ed efficacia, da farci, con pochissimo sforzo d'immaginazione, quasi riviverli.
In questo non c'è mai rimpianto né commiserazione, solo un po' di nostalgia, forse. L'atteggiamento anzi è quello della presa di coscienza, far "memoria" che questa è anche la nostra storia, e noi siamo l'eredità della nostra storia.
Questo lavoro di Tommasino Giaretta infine servirà da utile tassello per permettere alle nostre comunità di mantenere quella identità che le ha distinte per preservarle dall'appiattimento culturale e sociale dell'età moderna.
Grazie ancora a Tommasino Giaretta e dopo aver assaporato questo libro, mi auguro di avere la possibilità in futuro di gustarne ancora altri.
Gianfranco Turco

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