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Agricoltura Vicentina

L'agricoltura da sempre rappresenta nel vicentino un punto di riferimento centrale nell'economia, nella cultura e nell'assetto sociale.

L'agricoltura da sempre rappresenta nel vicentino un punto di riferimento centrale nell'economia, nella cultura e nell'assetto sociale.
Tale rilevanza ha radici antiche ed è frutto prima di tutto di un intenso lavoro da parte degli agricoltori che, in molti casi, hanno saputo creare aziende agricole all'avanguardia per quanto attiene il tipo e la qualità dei prodotti.
Queste considerazione che dicono in sintesi il peso che tale settore ha nell'economia e nella società vicentine, sono tanto più significative se si tiene presente che, con il decollo dello sviluppo economico nel secondo dopoguerra, anche nel territorio vicentino l'agricoltura perde progressivamente posizioni in rapporto agli altri settori produttivi (secondario e terziario). In tale settore si assiste infatti in breve ad una contrazione netta, in particolare con riferimento alla forza lavoro. Con tale riduzione si assiste parimenti, anche se in modo meno marcato, ad una contrazione della percentuale di territorio destinato ad attività agricole.

La provincia di Vicenza non si configura dunque come una terra eminentemente agricola, anzi. Nonostante questo, l'agricoltura ha conservato nel vicentino una rilevanza di prim'ordine, sia sotto il profilo strettamente economico e produttivo, sia per quanto concerne l'impatto culturale e di costume.
Tale rilevanza è testimoniata da molteplici fattori.
Innanzitutto va segnalata la presenza su tutto il territorio di un numero considerevole di aziende di piccole e medie dimensioni. Molte di queste aziende hanno saputo, in non pochi casi, attraverso le coltivazioni specializzate o di nicchia, ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel mercato, sapendosi adeguare alle nuove esigenze che provenivano dalla società vicentina. Altro elemento importante è la consistenza dell'attività di trasformazione dei prodotti agricoli (uva e latte in primo luogo), ambiti nei quali l'agricoltura vicentina eccelle per risultati sia qualitativi che quantitativi.
Per quanto attiene alle caratteristiche proprie dell'agricoltura vicentina, come dato generale va detto innanzitutto, che quasi i trequarti del territorio è occupato da superficie agraria e forestale, in particolare la superficie agraria occupa il 44% dell'intero territorio, mentre quella forestale più del 28%.

Le principali attività su cui poggia l'agricoltura vicentina sono: i cereali, l'allevamento di bestiame e la vite.
Con riferimento ai cereali, dall'ultimo censimento risulta che in provincia esistono più di 16.000 aziende dedite a questo tipo di coltivazione, con una superficie a cereali che sfiora i 30.000 ettari complessivi. Le aziende invece con coltivazioni a vite sono più di 20.000, con una superficie a vite di quasi 10.000 ettari.
L'attività di allevamento in provincia è esercitata da circa 21.000 aziende con allevamenti. I capi bovini nel 1994 erano circa 190.000, mentre i suini più di 60.000, più di 30.000 gli esemplari equini; mentre i capi di allevamenti avicoli sono 6.000.000 circa.
Con riferimento infine alla produzione di vino, nel vicentino, esistono tre zone particolarmente rilevanti: quella di Gambellara, quella di Breganze e quella dei Colli Berici.
Altro comparto molto importante per l'attività agricola e più in generale per la stessa economia vicentina, è quello del latte e la relativa sua trasformazione: la provincia di Vicenza è una delle maggiori produttrici di latte nel Veneto e in Italia. I suoi 3.200.000 quintali annui di latte costituiscono infatti quasi il 3,5% della produzione nazionale totale. La trasformazione del latte va segnalata per una serie di formaggi pregiati che risultano alla fine di questo processo di trasformazione. Tra i formaggi tipici vicentini citiamo l'Asiago, apprezzato in tutta Italia e anche oltre confine.
Una delle caratteristiche dell'agricoltura vicentina è la sua diffusione territoriale e la varietà di prodotti, giustificata anche dalla diversità di caratteristiche che presentano le varie zone della provincia. Tale diversificazione di prodotti si combina in numerosi casi, con una produzione specialistica, significativa, non tanto per la quantità, quanto piuttosto per la qualità del prodotto stesso, qualità grazie alla quale è stato assegnato il marchio D.O.C. a parecchi prodotti che sono, non per niente, conosciuti in tutta Italia e anche all'estero.
È il caso, per esempio, dell'asparago (diffuso in special modo nella zona del bassanese), del radicchio (due terzi del quale prodotto nella cosiddetta "pianura di Lonigo") o delle ciliegie (zona di Marostica).

Ma la forza del settore primario sta indubbiamente nell'intraprendenza e dinamicità dei suoi operatori che hanno saputo adeguarsi al contesto socio-economico vicentino in forte cambiamento. Un esempio in tal senso è rappresentato dall'attività agrituristica, che si è venuta sviluppando in questi anni.
Vi è un altro fenomeno che rappresenta, per la sua diffusione, un indice significativo di come l'agricoltura sia connessa strettamente con la vita dei vicentini. È il fenomeno che potremo definire del cosiddetto "lavoratore-contadino", di colui cioè che, pur operando in ambiti diversi dall'agricoltura, continua a condurre il fondo agricolo familiare. È questo un esempio delle connessioni esistenti in provincia tra la struttura produttiva e l'agricoltura e di come l'agricoltura abbia saputo adeguarsi ai mutamenti che hanno interessato la società vicentina.
Tale elemento conferma l'opinione ai quanti riconoscono nell'agricoltura vicentina un importante fattore di complemento e di integrazione.
Questo ruolo che l'agricoltura ha assunto e consolidato, si giustifica anche con il fatto che, negli anni, si è assistito ad una crescente attenzione e valorizzazione del territorio sotto molteplici aspetti, con ricadute importanti in primo luogo sull'agricoltura, sempre più considerata come una delle attività fondamentali per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile e compatibile con l'ambiente.
Una verifica interessante di tale approccio, la si può effettuare ad esempio nelle zone di montagna, dove, in modo più marcato che in altre parti della provincia, l'agricoltura sta svolgendo una funzione fondamentale di tutela dell'ambiente. Tale ruolo contrasta peraltro, con il fenomeno dell'abbandono della montagna dal quale non si sottrae neanche il nostro territorio e rispetto al quale evidentemente non sono sufficienti le azioni sul fronte solo dell'agricoltura, ma sono necessarie incisive azioni anche su altri versanti.

L'agricoltura, nel vicentino, profondamente mutata in questi decenni, ha davanti a sé alcune sfide di grande portata, determinate anche e soprattutto dalle direttive sempre più precise provenienti dall'Unione Europea. Sono sfide che concernono la qualità dei prodotti, l'internazionalizzazione dei mercati, le connessioni sempre maggiori con gli altri settori produttivi.
L'intraprendenza degli operatori dell'agricoltura coniugata con l'azione di coordinamento, indirizzo e promozione della Provincia stanno dando dei risultati positivi che sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro impegno è quello di rafforzare e valorizzare questo lavoro, per renderlo più efficace, visibile e aderente alle necessità della nostra terra, mettendo a disposizione le risorse (sia in termini economici e soprattutto in termini di esperienza e competenza) e gli strumenti sui quali la Provincia può contare.
In tale prospettiva, che vede due scelte forti nella sinergia tra soggetti diversi operanti all'interno del medesimo settore e nella ottimizzazione delle risorse, si inserisce il lavoro che da anni si sta sviluppando in quelli che possiamo ritenere due spazi privilegiati a disposizione prima di tutto dell'agricoltura vicentina: l'Istituto di genetica e sperimentazione agraria "Strampelli" di Lonigo e l'Azienda agricola sperimentale di Montecchio Precalcino.

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