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Provincia, risultati dopo due anni di attività: controllate oltre 160 cave

Provincia, risultati dopo due anni di attività: co

Oltre 160 cave verificate (164 nel dettaglio, meno 8 al completamento), 70 sanzioni amministrative contestate, 9 segnalazioni di reato e 7 infrazioni di polizia mineraria riscontrate. Sono questi i numeri di due anni di attività dell'Ufficio Cave della Provincia di Vicenza, rinnovato nel giugno del 2009 e potenziato per essere più incisivo nel monitoraggio delle attività estrattive. Oggi la struttura è composta da 10 dipendenti coordinati dall’ing. Filippo Squarcina sotto la direzione del direttore generale Angelo Macchia. I compiti sono molteplici, dall’espressione di pareri tramite la Commissione Tecnica Provinciale Attività Estrattive, al ruolo di Polizia Mineraria per monitorare la sicurezza sul lavoro, passando per il controllo delle cave e miniere in stretta collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato di Vicenza.

La competenza primaria per i controlli è in capo ai Comuni, ma Provincia e Corpo Forestale in questi due anni hanno svolto un importante compito di supplenza. La competenza “politica” è in capo al Presidente della Provincia Attilio Schneck, a testimoniare la delicatezza del settore, ed è stato proprio il Presidente questo pomeriggio a tracciare un quadro della situazione “cave” nel vicentino. “Nel giugno del 2009 -ha esordito il Presidente- avevamo assicurato che avremmo stretto i controlli sulle cave, riuscendo in due anni a visitare tutte quelle attive sul territorio e così abbiamo fatto. Una operazione che ci ha permesso di “sanare” una carenza del passato, che legava i controlli ad esplicite richieste dei Comuni o dei cittadini.

In questo modo abbiamo tracciato una fotografia completa e dettagliata sulle cave vicentine, ne conosciamo le condizioni di lavoro e siamo in grado di monitorarle meglio.” Le verifiche hanno interessato tutte le tipologie di attività estrattiva, dalle cave in sottorraneo dei Berici alle cave di marmo dell’Altopiano di Asiago. Nel dettaglio: 76 controlli alle cave di marmo, 22 a quelle di argilla, 14 a pietre e detriti, 13 a calcare da industria, 20 alle cave di ghiaia e 19 alle pietre dei Berici. Sono stati effettuati controlli sia di tipo amministrativo che tecnico, verificando la conformità con l’autorizzazione regionale, con il progetto e con la normativa in materia di sicurezza.

Questo il risultato: 7 cave non erano accessibili per attività sospesa o ancora da iniziare, 87 si sono rivelate conformi ai provvedimenti rilasciati, mentre per le 70 attività non conformi si è provveduto a contestare le relative sanzioni amministrative, ovvero ad avviarne i procedimenti tesi alla verifica dell’attività e alla successiva eventuale notificazione di difformità e all’ingiunzione di sistemazione ambientale. Sono state contestate 70 sanzioni amministrative, per un importo di circa 6,3 milioni di euro, di cui solamente 38mila incassati, mentre per il resto si aspetta l'esito delle audizioni e delle osservazioni. Solo 7 sono invece le infrazioni di polizia mineraria riscontrate, per un importo, già incassato, di circa 9.000 euro.

Le problematiche emerse sono perlopiù piccole infrazioni relative all’utilizzo del cantiere: si va dalle recinzioni mancanti agli accessi non chiusi né delimitati al non rispetto del cronoprogramma di scavo e ripristino. Più rari, ma più gravi, i casi di asporto di materiale eccedente rispetto all’autorizzazione o fuori dal sito. E’ stato completato anche il rilevamento aereo delle cave effettuato tramite un laser scanner e una camera metrica digitale posti su un aereo bimotore.

I dati sono stati inseriti in una piattaforma integrata che ne consente la gestione tramite internet, permettendo anche a terzi autorizzati, es. Corpo Forestale Regionale e Comuni, di accedere al sistema e di poter effettuare elaborazioni quali calcoli di volume/sezioni. E’ in fase di completamento anche l’utilizzo della tecnologia del laser scanner a terra per le quattro cave per cui non è possibile il rilievo aereo, mentre si è conclusa la verifica delle tre cave in falda in collaborazione con l’Università di Padova.

Completata entro l’estate la verifica di tutte le cave attive del vicentino, la Provincia si concentrerà sul controllo di quelle più problematiche e sull’attività di ripristino delle aree di cava dismesse. E’ in corso anche la predisposizione del bando per l’incarico relativo ai nuovi rilievi strumentali ed è in fase di organizzazione il corso di formazione e aggiornamento in materia di polizia mineraria.

Con lo Spisal, inoltre, è in valutazione una collaborazione per la verifica degli aspetti di polizia mineraria inerenti le macchine e gli impianti di cantiere.

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