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TEATRO COMUNALE - MOTUS - X(ics) racconti crudeli della giovinezza >> Halle-Neustadt

TEATRO COMUNALE di Vicenza - venerdì 11 Dicembre 2009 ore 21

COMUNE DI VICENZA
TEATRO FUTURO

in collaborazione con
THEAMA TEATRO

e con il sostegno di
TRIVELLATO MERCEDES BENZ
e REGIONE VENETO

TEATRO COMUNALE di Vicenza
venerdì 11 Dicembre 2009 ore 21

MOTUS
X(ics) racconti crudeli della giovinezza >> Halle-Neustadt

ideazione e regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Sergio Policicchio, Mario Ponce-Enrile, Lucia Puricelli

Tentare di dipingere la giovinezza entra in corto con il nostro vissuto della giovinezza, con ricordi e tumulti di uno stato che non c’è più, è passato, lontano, crudelmente trascorso. Il contatto con l’incoscienza adolescente provoca un rimescolamento di emozioni che azzera e sminuzza tutte le convinzioni sul teatro accumulate nel tempo: ne risultano capitomboli di pensiero, coriandoli di certezze, briciole di polistirolo di senso…
Parti con idee, concetti, riferimenti sociologici, poi una volta dentro certe atmosfere – in cui ci siamo infiltrati sperimentando una tecnica documentaria non invasiva e quasi invisibile – ti trovi a fare un balzo all’indietro, regressivo. Non è nostalgia, ma per far vivere sul palco altri mondi, occorre immergersi. Come ricreare certi stati di sospensione nella solitudine pomeridiana della città? Il vagare, l’ansia o lo starsene in vacua attesa su una panchina a desiderare incessantemente che qualcosa di nuovo e meraviglioso giunga... “Aspetto, temo non avere niente di meglio da fare…” diceva Malcolm all’inizio del libro di James Purdy cui volevamo dedicare un film impossibile. Il fantasma di Malcolm resta nell’aria, aleggia sulle riprese avventate che abbiamo fatto ai margini di tre diverse città …Ci siamo spostati veloci con le videocamere sempre accese, eternamente perseguitati dalla curiosità di ragazzini che finalmente avevano trovato “qualcosa da fare”: inseguire la troupe “degli italiani” che non fa televisione, come tutti ci chiedevano, ma raccoglie appunti per un film futuro, confluiti ora in questa specie di spettacolo ibrido che assembla i germi di un concerto stridente e di una danza sporca e asincrona, scaturita dal rapporto con il catrame della strada. Questi esperimenti ci hanno dunque spinto ad andare in quei luoghi appartati, terrain-vagues, in cui si fugge per i primi baci, le prime trasgressioni, i primi tentativi di esserci… per essere dove ?
«…in un mondo in cui non ho mica chiesto io di venire ad abitare!»
Il problema non è il vuoto che i giovani hanno dentro ma il deserto creato dagli adulti, dove sono obbligati a stare fin dalla nascita(…) scriveva Paul Goodman già negli anni ’60 …ed è un po’ questo che ancora emerge dalle conversazioni con i ragazzi…
« …come posso essere sobria nell’abbigliamento se vedi sempre più adulti fare i ragazzini o avere sempre più successo in base agli anni in meno che dimostrano di avere… Come posso avere un progetto se vivo in un sistema immerso sino al collo nella raccomandazione… E come affezionarsi alla bellezza di questo mondo se si assiste di continuo allo spettacolo della guerra e della distruzione ambientale?
No… il problema non è il vuoto dentro noi ma il deserto creato dai grandi…»
Il deserto dei grandi è il deserto umano di cui scriveva anche Pasolini, che si riflette nei nuovi deserti urbani di oggi, spazi di distruzioni e ricostruzioni selvagge, terre di nessuno dove imprevedibilmente sorgono sfavillanti Centri commerciali, in cui si va per passare il tempo più che per comprare, luoghi dove i ragazzini stanno per incontrarsi e incontrare, per mostrarsi e mostrare, per provare a esserci, fra le merci come merci, ancora una volta.
I giovani che abbiamo incontrato non sono bulletti o confezioni vuote, come certa propaganda televisiva semplicistica tende a dipingere… sono state sorprese di umanità e gentilezza, diversi, veramente diversi dentro. È a loro che dedichiamo questo lavoro cresciuto ai margini, nei luoghi artificiali del consumo.
Halle Neustadt, il quartiere satellite, è la città nuova, ideale, creata per lavoratori di un utopico socialismo reale crollato e venduto a pezzetti come quelli del muro che ancora si comprano all’aeroporto.
Questa città della ex-Ddr porta impressi sui muri i segni della fine e della fuga: fine di un sogno-regime, di “un altro mondo possibile” schierato contro e dell’avvento omologante dell’unico modello vincente-perdente, la mono-cultura americana, che come tutte le mono-culture sfinisce e prosciuga anche i terreni migliori…
Ora anche ad Halle Neustadt in centro c’è una multisala e tanti centri commerciali che funzionano poco e male perché la popolazione è quasi dimezzata, le finestre sono in gran parte chiuse, i pochi giovani rimasti si aggirano per bande, come predoni sopravissuti a chissà quale disastro… sanno, sono al corrente, dell’avvenuto? Del perché i loro nonni parlano russo? … Ecco, questo senso di fine, di post - e di resistenza tenace nel caos - è ciò che ci spinge a procedere, è l’animo dell’ultimo movimento di Ics, cortocircuito di vecchio e nuovo, interno ed esterno, vuoto e pieno, presente e memoria … gioventù e vecchiaia.

INGRESSO 10 EURO

Infoline: 0444.322525

Prevendite:
Biglietteria Teatro Comunale: viale Mazzini, 39 – Vicenza
tel. 0444 324442
Orari: dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00; il sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.

PantaRhei: via Carlo Cattaneo, 21 – Vicenza
tel: 0444.320217
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00 (chiuso martedì e venerdì mattina).

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