Questo sito utilizza i cookies per offrirti la migliore esperienza di navigazione sul sito. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso. Accetto i cookies No

Cerca nel sito

Invia ad un amico
Livello del fiume Bacchiglione
e previsioni meteo di Vicenza

La chiesa di S. Corona
contrà Santa Corona - 36100 Vicenza
tel 0444-323644

Profilo storico
La chiesa di S. Corona


Chiesa di S. Corona La chiesa di S. Corona fu eretta per volontà del vescovo domenicano Bartolomeo, detto da Breganze, tra il 1260 e il 1270. La fondazione è tradizionalmente legata alla traslazione in città di alcune importanti reliquie delle croce e della corona di spine da parte dello stesso vescovo (vedi Approfondimento tematico). Essa vide una notevole partecipazione pubblica, in un clima di riconquistata libertà, dopo il periodo di sudditanza a Ezzelino III da Romano (morto 1259). Nel 1260 il Comune nominò un procuratore per l’acquisto della terra su cui sarebbe sorta la nuova chiesa e negli anni successivi offrì una cifra consistente per finanziarne la costruzione (Cracco, 1988).

Titolari del Tempio furono da subito i frati domenicani fortemente impegnati in un’intensa opera di studio e di predicazione. Determinante fu il ruolo da essi assunto nella lotta all’eresia; Bonifacio VIII con la Bolla del 1303 trasferiva proprio a S. Corona il Tribunale dell’Inquisizione. La forte valenza civica oltre che religiosa di questa chiesa-simbolo della rinascita comunale vicentina (per quanto in breve durata visto il succedersi in poco più di un secolo di tre dominazioni), trova conferma negli Statuti del 1264 in cui ufficialmente veniva decretata come il luogo dove celebrare la festa della città.

Chiesa di S. Corona La chiesa in stile romanico-ogivale, fu costruita per la maggior parte della struttura (facciata, muri perimetrali e campanile) in mattoni rossi. Il presbiterio, che in origine era rettangolare, intorno al 1480 fu allungato e concluso da un’abside semicircolare, sotto la probabile guida di Lorenzo da Bologna.

Gli edifici conventuali semidistrutti dai bombardamenti del 1944, comprendevano il dormitorio, un’ampio chiostro e un refettorio del sec. XV e l’importante biblioteca, che si sviluppava in un grande salone a tre navate. Esisteva inoltre la foresteria e un secondo chiostro ascrivibili ai sec. XVII-XVIII. Particolarmente importante fu l’apostolato dei frati domenicani, impegnati anche nella diffusione di alcune devozioni tra cui, oltre alla S. Spina, vanno ricordate la Madonna della Neve, introdotta già dal sec. XIV, e la Vergine del Rosario a cui fu dedicata una cappella e successivamente un oratorio. Quest’ultimo, gestito dall’omonima confraternita, fu distrutto nel 1812 in seguito alla sovversione della stessa.

I Domenicani officiarono la chiesa fino al 1810, quando, per decreto napoleonico furono costretti a lasciare il convento, nonostante la presenza di 22 frati dimostrasse la piena attività della comunità vicentina. Oggi la chiesa, di proprietà comunale, è officiata dal clero diocesano. Tra i numerosi interventi di restauro, quello più radicale avvenne nella seconda metà dell’800 per opera dell’architetto Luigi Tognato, a cui si deve il rifacimento della facciata che conserva il duecentesco portale a sesto acuto e il rosone ad archetti trilobati.


  • Chiesa di S. Corona
  • Approfondimenti liturgico
  • Approfondimento tematico
  • Percorso meditato

    Itinerari Sacri per il Terzo Millennio
    fonte: Ufficio diocesano di Vicenza per i beni culturali