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La chiesa di S. Corona
Approfondimenti liturgico
L’Altare Maggiore


L’altare cristiano è una mensa, attorno alla quale la comunità si raccoglie per prender parte al convito eucaristico: il pane della vita e il calice dell'unità che nutrono e redimono il popolo cristiano. La cena che in esso si consuma è memoriale, richiama quella istituita da Gesù alla vigilia della passione. In questo luogo di comunione il sacrificio di Cristo, sacerdote e vittima, viene ripresentato e offerto. Esso è la pietra eletta e preziosa dal cui fianco scaturiscono sangue e acqua, ma è anche il trono della Gerusalemme celeste attorno al quale si raduneranno in perenne lode tutti i discepoli di Cristo. La sua consacrazione avviene ponendo in una cavità le reliquie dei martiri e dei santi segno del sacrificio e della devozione di tutta la Chiesa.

Per la grande importanza che ha nello svolgimento della liturgia, sull'altare si è sempre concentrata l'attenzione degli artisti, in particolare quello di S. Corona stupisce per la singolarità dei decori: le splendide tarsie di marmo e madreperla a ornati naturalistici e figurato. È firmato da Antonio Corberelli con la data del 1670, ma all'opera lavorarono anche i fratelli Benedetto e Francesco con il nipote Domenico, singolari intarsiatori di pietre dure, di origine fiorentina, operosi anche a Padova, Brescia, Modena e Bologna. Esso consta di una mensa su cui si eleva il parallelepipedo che racchiude il tabernacolo, sopra questo, un tempietto a due piani.

Chiesa di S. Corona Di fianco, su due zoccoli, si ergono due angeli e, sulla balaustra, che delimita lo spazio della celebrazione da quello del coro, le statue di Angelo e Francesco Marinali (S. Sebastiano, S. Maria Maddalena, S. Maria Egiziaca e S. Girolamo). Il programma iconografico, molto interessante e complesso, presenta un doppio registro di raffigurazioni che si snodano intorno a tutto l'altare. Vi si accede tramite tre gradini ove sono raffigurati dieci animali che richiamano altrettante virtù (tra questi il cane simbolo dei Domenicani, guardie fedeli contro l'eresia). Sul riquadro centrale si apre l'Ultima Cena e ai lati l'Apparizione della Madonna di Monte Berico (riquadro firmato dal Corberelli; il personaggio raffigurato a lato rappresenta probabilmente lo stesso autore) e la Risurrezione.
A sottolineare il tema del sacrificio di Cristo sulla cornice sono leggibili, assieme alle figure dei dottori della Chiesa e degli Evangelisti, tutti gli strumenti della passione (si noti anche la splendida immagine della Veronica).


Sul lato destro e su quello sinistro si hanno le raffigurazioni delle più importanti sante domenicane (S. Agnese da Montepulciano, S. Caterina da Siena, S. Rosa da Lima e S. Margherita d'Ungheria) e di due dei maggiori domenicani (S. Pietro Martire e S. Domenico), mentre sul retro il programma iconografico è tutto incentrato sulla preziosa reliquia della corona di Cristo che la chiesa conserva. Al centro si nota infatti l'Incoronazione di spine e ai lati San Luigi re di Francia dona la preziosa reliquia al domenicano Bartolomeo da Breganze e Il Beato Bartolomeo entra a Vicenza con la Sacra Spina. Sul registro superiore invece si snodano scene dell'Antico Testamento che prefigurano il sacrificio eucaristico: frontalmente il racconto apocrifo del profeta Abacuc che, trasportato per i capelli da un angelo, porta il pane e il vino a Daniele nella fossa dei leoni e a seguire il Sacrificio di Isacco, la Caduta della Manna, il Sacrificio di Abele e Abramo che incontra Melchisedech, l'episodio veterotestamentario che prefigura l'Ultima Cena.


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    Itinerari Sacri per il Terzo Millennio
    fonte: Ufficio diocesano di Vicenza per i beni culturali