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Focus On: Quanto è importante la prevenzione del rischio cardiaco?

Cosa dicono le statistiche

Focus On: Quanto è importante la prevenzione del r

Gli italiani sembrano essere ben consapevoli dell'importanza e del valore della prevenzione del rischio cardiaco, ma non paiono interessati a passare dalla teoria alla pratica: secondo uno studio condotto dall'Università di Roma, infatti, i nostri connazionali non si dimostrano troppo attenti nel rispettare le regole che dovrebbero essere seguite per evitare complicazioni e problemi relativi all'apparato cardiaco. Gli esiti della ricerca non solo sono sorprendenti, ma per alcuni versi perfino preoccupanti: le statistiche raccolte, infatti, mettono in evidenza il fatto che nel nostro Paese solo una donna su venti evita tutti i fattori di rischio cardiovascolare (nel complesso sono sette) e circa il triplo trasgredisce a uno di essi. Ancora meno cauti sono i maschietti: nel caso degli uomini, infatti, meno del 15% è attento a evitare almeno sei fattori di rischio.

L'importanza della prevenzione

I risultati della ricerca dimostrano la necessità di insistere ancora di più sull'informazione: il sito http://www.cardioprev.com può essere, a tal proposito, un importante punto di riferimento in cui trovare spiegazioni e approfondimenti. I fattori di rischio cardiovascolare che hanno sicuramente un impatto sulla longevità e che, quindi, devono essere monitorati sono la glicemia, l'esercizio fisico, la pressione arteriosa, il fumo, il regime alimentare, il colesterolo e l'indice di massa corporea. Gli esperti sono concordi nel sottolineare che i rischi possono essere ridotti in misura significativa tramite l'adozione di abitudini sane.

In che cosa consiste la prevenzione?

Gli italiani sembrano avere un quadro ben chiaro di come si dovrebbero comportare per favorire la prevenzione del rischio: sanno, per esempio, che coloro che seguono un regime alimentare regolare e svolgono attività fisica in maniera costante possono vantare un livello di colesterolo inferiore. Come detto, però, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e spesso i buoni propositi, non si trasformano in un cambiamento delle abitudini: la metà degli intervistati nel corso della ricerca ha confessato di mangiare in modo non equilibrato, e più o meno la stessa percentuale ha ammesso di non praticare esercizio fisico con regolarità.

Il fumo e le cattive abitudini

Anche la correlazione tra le sigarette (e il fumo, più in generale) e le malattie cardiovascolari è un dato ormai assodato: eppure, la popolazione di fumatori diventa sempre più numerosa. Le preoccupazioni non riguardano solo il presente, ma anche e soprattutto il futuro: in sostanza, è molto probabile che nei prossimi anni crescerà la quantità di malattie croniche degli italiani.

Non è mai troppo tardi, in ogni caso, per cambiare rotta: uno stile di vita appropriato contribuisce in maniera decisiva a tenere monitorati i fattori di rischio, i quali andrebbero sempre mantenuti sotto controllo per scongiurare la possibilità di sviluppare patologie importanti. In questo scenario, non bisogna sottovalutare le iniziative di sensibilizzazione che vengono organizzate periodicamente, e che hanno un ruolo decisivo nell'incrementare la consapevolezza dei nostri connazionali a proposito della prevenzione.

Non si tratta di rendersi protagonisti di chissà quali sforzi: è sufficiente un normale check up periodico per verificare che le abitudini quotidiane che si seguono siano corrette, oltre che per ottenere importanti suggerimenti che permettano di vivere di più e meglio. Ovviamente sarebbe sbagliato pretendere da sé stessi e dagli altri un cambiamento repentino, dall'oggi al domani: le abitudini dovrebbero essere modificare in maniera graduale, senza stravolgimenti ma giorno dopo giorno. E in tale contesto, un fattore trainante dovrebbe essere rappresentato dal settore pubblico.  


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