Trasformare un hobby come la fotografia in un vero e proprio lavoro può essere l’occasione per avviare una carriera soddisfacente e gratificante, ma richiede anche un investimento di carattere economico non indifferente. Se si ha in mente di aprire uno studio di fotografia, il capitale di partenza che occorre avere a disposizione cambia a seconda delle dimensioni e del tipo di servizi che vengono offerti ai clienti. Il consiglio è di preventivare con precisione i costi relativi all’acquisto e all’affitto del negozio, fermo restando che poi occorre tenere conto di tutte le utenze relative alla gestione dell’attività. Per altro, per poter svolgere la professione c’è bisogno di una strumentazione appropriata: non solo le macchine fotografiche professionali, ma anche i set di luci, i computer, i filtri, i flash, i treppiedi (i cavalletti), i teli di sfondo, e così via. I costi sono variabili a seconda della tipologia e della qualità dei prodotti che vengono scelti.
La partita Iva
Per avviare un nuovo studio è fondamentale aprire una partita Iva da fotografo. Si tratta di un impegno piuttosto gravoso, in modo particolare per ciò che concerne la sua gestione nel corso del tempo. Per ridurre i costi di apertura e gestione di una partita iva ci si può affidare a Fiscozen, servizio di consulenza online che grazie alla sua flessibilità e alla sua versatilità è in grado di adattarsi alle esigenze dei clienti più diversi. Sono disponibili due tipi di abbonamento: quello per i contribuenti forfettari, al costo di 299 € + Iva, ed un secondo pacchetto per coloro che si avvalgono del regime semplificato (pari a 799 € + Iva).
Oltre al set base
Al di là del set di base che è necessario per iniziare l’attività da fotografo, ci può essere bisogno di strumenti aggiuntivi che, essendo più particolari, hanno costi più elevati. Una stima abbastanza vicina al vero parla di un investimento di partenza che oscilla tra un minimo di 20mila e un massimo di 30mila euro. Dopodiché si deve tenere conto anche dei costi che devono essere affrontati per la formazione professionale, che può essere garantita da seminari, corsi e iniziative di questo tipo.
Perché ambire a una carriera da fotografo
Il settore della fotografia nella maggior parte dei casi viene ritenuto una specie di passatempo o poco più: un’attività a cui dedicarsi nel tempo libero, insomma. Tuttavia, con le precauzioni del caso l’abilità nel realizzare fotografie di qualità si può trasformare in una fonte di guadagno, e quindi in un’attività indipendente. Per aprire uno studio fotografico c’è bisogno di sicuro di tanta creatività e di uno spiccato senso degli affari. Stiamo parlando, in ogni caso, di un tipo di attività che presuppone una preparazione meticolosa e richiede una notevole conoscenza della tecnica, soprattutto per ciò che concerne i vari strumenti che vengono usati in questo ambito. Come dire: essere in grado di scattare delle foto non è sufficiente, perché occorre anche saper padroneggiare numerosi aspetti tecnici, come per esempio gli ISO, la velocità dell’otturatore, l’esposizione, eccetera. Sono tutte dinamiche grazie a cui è possibile ottenere delle foto di alta qualità.
Che cosa serve per diventare bravi fotografi
Se si è deciso di cominciare a lavorare come fotografi, è necessario specializzarsi in alcuni servizi: per esempio le foto per i matrimoni, oppure quelle degli eventi sportivi, o ancora i set fotografici, i ritratti di persone, e così via. Quel che conta è saper riconoscere la propria attitudine e individuare le attività più in linea con i propri interessi e con le proprie competenze. Non si può prescindere da una buona dose di fantasia e dalla giusta quantità di estro, che servono per diventare fotografi anche perché aiutano a conferire alle immagini un quid che garantisce un salto di qualità. Per quel che riguarda la formazione, invece, non esiste un percorso di studio specifico per essere fotografi, ma non mancano i seminari e i corsi organizzati sul territorio.
La trafila burocratica
Che si tratti di aprire uno studio fotografico o di avviare una qualunque altra attività imprenditoriale, la trafila burocratica da seguire è più o meno sempre la stessa. Per prima cosa è necessario registrare l’azienda attraverso la sua registrazione presso l’Agenzia delle Entrate. Dopo aver ottenuto la partita Iva, poi, bisogna iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio del territorio di riferimento. Dopodiché occorre rivolgersi agli enti competenti per regolarizzare non solo la propria posizione a livello previdenziale e contributivo, ma anche quelle dei dipendenti e dei soci, sempre che ce ne siano.