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Scheda 1.9.2. Scheda documentale: La partenza degli esuli

La partenza dei difensori di Vicenza subito dopo il mezzogiorno dell'11 giugno 1848. L'episodio ispirò, oltre i fratelli Adam autori di questa litografia, anche Franz Gerash (1826-1893) autore di un acquerello che mostra la guarnigione di Vicenza sfilare innanzi al maresciallo Radetzky, ed Achille Beltrame nella serie Vicenza eroica.
In questa scena gli Adam vollero soprattutto mettere in evidenza gli aspetti caricaturali dei crociati osservati con alterigia dagli ufficiali dello stato maggiore austriaco.

La convenzione di resa firmata all'alba dell'11 giugno '48 nella villa di Ca' Balbi alla periferia di Vicenza tra il maresciallo von Hess ed i plenipotenziari del Durando (Schede 1.7.1. e 1.7.2.) prevedeva come principale condizione il non internamento dei soldati che si erano arresi nella città berica a patto che essi, per tre mesi non prendessero le armi contro gli imperiali. Si trattava di una condizione estremamente favorevole che da una parte voleva di certo ricambiare l'analogo trattamento concesso dai piemontesi alla guarnigione di Peschiera, arresasi il 30 maggio precedente; dall'altro questa condizione voleva essere anche un implicito riconoscimento del valoroso comportamento dei difensori della città.

Ma ben più profonde erano le ragioni che avevano indotto il comando austriaco a mostrarsi generoso: la guerra di movimento impostata dal vecchio maresciallo non permetteva di distaccare dal grosso della massa di manovra uomini e mezzi per badare a diecimila prigionieri proprio mentre - e l'operazione contro Vicenza era stata condotta dal Radetzky rischiando grosso - si dava per imminente l'attacco piemontese a Verona. Si preferì così unire generosità a calcolo e lasciare liberi i soldati del Durando nella previsione di concludere vittoriosamente la campagna in breve tempo.

Fu così che verso il mezzogiorno dell'11 giugno le truppe svizzere, romane, i volontari ed i numerosi cittadini compromessi con il governo rivoluzionario o timorosi di rappresaglie austriache si ritrovarono con carri, cavalli, carrozze e bagagli nel borgo di Santa Caterina alla periferia meridionale della città in attesa che con la rimozione delle interruzioni stradali giungesse il nulla osta austriaco alla partenza. Secondo il tenente austriaco Pimodan "marciavano con aria fiera e marziale e quando vedemmo i loro ufficiali dei quali parecchi feriti camminavano con pena gli uni aventi il braccio al collo altri la testa fasciata, allora commossi corremmo verso di loro e stringendo cordialmente le loro mani li pregammo di averci per loro amici".

Lo stesso Radetzky ebbe parole di elogio per i difensori che, mentre sfilavano, gli rendevano gli onori militari. Cominciava così per molti vicentini un lungo esilio, quasi vent'anni; altri sarebbero morti lontano dalla loro città (Scheda 3.2. I).



INDICE:
Itinerario 1.9: Porta Monte
Il comandante Zanellato
La partenza degli esuli