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Si terrà venerdì 25 marzo 2011, alle ore 20.30 presso la Sala Soster di Palazzo Festari a Valdagno, l’ultimo incontro inserito nel percorso “Tra memoria e ricordo” con la presentazione del libro di Alberto Burgio “Nonostante Auschwitz. Il ritorno del razzismo in Europa”. L’Amministrazione Comunale di Valdagno, per celebrare adeguatamente la Giornata della Memoria (27 gennaio) e la Giornata del Ricordo (10 febbraio), in collaborazione con Guanxinet e Coop Veneto ha proposto un percorso culturale con alcuni momenti di riflessione per ricordare i due drammatici eventi dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti, da un lato, e le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, dall’altro. «Il calendario di incontri che si concluderà questo venerdì ha proposto una serie di eventi di grande spessore - commenta l’assessore alle politiche culturali, Maria Cristina Benetti - Abbiamo riflettuto sulla Shoah, cercando soprattutto di considerare le responsabilità dei singoli, non solo di chi ha agito quelle malvagità, ma anche di chi vi ha semplicemente assistito, senza fare nulla; abbiamo discusso sulle Foibe, trattando il tema ad un livello più alto rispetto a coloro che ne hanno fatto una strumentalizzazione politica.
Con il prof. Burgio guardiamo al ‘dopo’ quegli eventi, al presente e al futuro. L’autore spiega che si tratta di un libro che nasce dalla constatazione della ripresa del razzismo in Europa. Il titolo è già suscita un quesito significativo: perché, nonostante Auschwitz, può ancora esserci non tanto un residuo del razzismo, ma una ripresa?. Abbiamo voluto questo percorso dedicato alla memoria ed al ricordo per offrire alcune occasioni di riflessione sui momenti bui della storia e comprendere come sia nostra responsabilità impedire che tutto ciò si ripeta.»
L’appuntamento del 25 marzo, conclusivo di questo percorso, vedrà la presenza dello stesso autore, Alberto Burgio e il coordinamento della serata da parte di Eliseo Fioraso (Guanxinet). Nelle pagine acute e affilate del proprio libro, Burgio rilegge gli autori che hanno proposto e sostenuto una lettura “benevola” della storia italiana: in primo luogo lo storico Renzo De Felice, e con lui il francescano Agostino Gemelli, il padre dell’eugenetica italiana, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la sua reiterata condanna del “popolo deicida”, quegli ebrei italiani che - secondo Gemelli - non potevano «far parte, e per il loro sangue e per la loro religione, di questa magnifica patria».
Parole terribili: che non basta denunziare a un Paese senza memoria ma che chiedono di rileggere in maniera adeguata ciò che stava dietro quelle parole - un lungo percorso storico, una religione, una cultura e una mentalità italiana da tempo predisposte ad accoglierle. Se si credeva che il razzismo fosse scomparso in Europa – settant’anni dopo i campi di concentramento e di sterminio, questo libro ci fa capire come la realtà sia ben diversa. Gli episodi di violenza razzista sono oggi sulle cronache quotidiane ed il razzismo ritorna nelle azioni politiche di diversi governanti, dalle espulsioni e i rimpatri forzati alla paura del “diverso” e anche il nostro Paese non è immune da queste vicende.
Nota biografica: Alberto Burgio è storico della filosofia, ha dedicato gran parte del suo lavoro alla storia e alla critica delle ideologie razziste e nel 1995 ha fondato il «Seminario permanente per la storia del razzismo in Italia». Ha scritto, tra l’altro, “L’invenzione delle razze” (1998), “La guerra delle razze” (2000) e curato il volume “Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-1945” (2002).
