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Cangrande I della Scala

23 ottobre 2004 al 23 gennaio 2005

Verona, Sala Boggian del Museo di Castelvecchio, dal 23 ottobre 2004 al 23 gennaio 2005. La morte e il corredo di un principe nel medioevo europeo. Le analisi sulla mummia dimostrano la morte per eccesso di digitale.

Museo di Castelvecchio (Verona) la mostra
Cangrande I della Scala
La morte e il corredo di un principe nel medioevo europeo
Le analisi sulla mummia dimostrano la morte per eccesso di digitale


Il 12-13 febbraio 2004, a Verona, nel recinto cimiteriale noto come Arche Scaligere presso la chiesa di S. Maria Antica, è stata aperta l’arca funebre di Cangrande della Scala, il signore di Verona morto improvvisamente nel luglio 1329 poco dopo aver conquistato la città di Treviso. In una precedente apertura dell’arca, realizzata nel 1921, erano stati prelevati dal sepolcro preziosi tessuti; si era inoltre constatato che il corpo del signore di Verona era mummificato.

Questa nuova ricognizione della mummia aveva lo scopo di rispondere a tutta una serie di interrogativi che studiosi di diverse discipline si erano venuti ponendo nel frattempo. Quando era stato collocato nella splendida arca, sormontata dalla statua equestre, il cadavere del signore? Secondo quale cerimoniale furono utilizzati gli straordinari tessuti di seta e d’oro, di provenienza orientale, ritrovati nell’arca ottant’anni or sono (e altrettanti ne sono stati ritrovati quest’anno)? Inoltre, le fonti storiche lasciavano qualche dubbio sulle cause della morte di Cangrande: si trattò di cause accidentali, oppure la morte fu provocata ad arte? Anche per questo, oltre che per acquisire dati antropometrici e ricostruire le fattezze del signore, per confrontarle con l’immagine sorridente della statua equestre, si decise di svolgere una serie di analisi fisiche e mediche, adottando le più moderne tecnologie. Le ricerche sono state svolte sotto la guida dei curatori della mostra (Paola Marini, Ettore Napione, Gian Maria Varanini), in funzione della quale era stata svolta la ricognizione, e hanno coinvolto prestigiosi studiosi di paleopatologia e medicina forense delle Università di Pisa e Verona.

A un mese di distanza dall’apertura dell’esposizione, sono stati resi noti i primi risultati dei sofisticati studi interdisciplinari compiuti da ricercatori delle Università di Verona, Pisa, Glasgow, ecc., e di diversi musei internazionali (Londra, Budapest, New York, Berna, ecc.). Sono stati, innanzitutto, effettuati confronti e studi sulle stoffe e sui rituali funebri, che hanno mostrato l’enorme importanza nella civiltà medievale – ‘civiltà dell’immagine’ non meno, e forse più, dell’attuale – di eventi anche mediatici come quelli dei funerali dei principi.

Significative novità sono emerse anche dalle ricerche sul corpo di Cangrande, ritrovato nelle stesse condizioni del 1921. Non solo si è ricostruito, grazie alle sofisticate tecniche della scienza forense moderna, il volto di Cangrande della Scala. Non solo si è accertato che il signore di Verona – morto a 38 anni, in condizioni di piena efficienza fisica – era affetto da una grave forma di cirrosi di origine virale. Ma è emerso anche che la causa diretta della morte del signore è stata l’assunzione di una sostanza derivata da una pianta nota come Digitale, ritrovata in notevole quantità nel fegato e nelle feci. I principi attivi della Digitale sono usati ancor oggi in medicina come stimolatori della funzione cardiaca, ma possono rappresentare anche potenti veleni.

L’accertamento di questo dato apre tutta una serie di interrogativi, sui quali gli storici e i medici stanno ancora lavorando. Da un lato, la presenza dei principi attivi della Digitale nel corpo di Cangrande ha portato a ridiscutere le poche notizie storiche che possediamo sulla sua morte. Sappiamo con certezza soltanto che un suo medico fu impiccato l’anno successivo, e poco più. Ma si trattò di un avvelenamento voluto (un fatto tutt’altro che raro nella storia politica dell’Occidente medievale e moderno), oppure di una terapia sbagliata nel dosaggio, usando in modo errato – nella concitazione del momento – una sostanza conosciuta poco e male? Impossibile dirlo, per ora. Non sappiamo se le ricerche che – ripetiamo – sono ancora in corso porteranno sotto questo profilo a risultati decisivi. Poco importa, del resto. L’importante è porsi delle domande. La ricerca è sempre aperta.

CANGRANDE I DELLA SCALA: LA MORTE E IL CORREDO DI UN PRINCIPE NEL MEDIOEVO EUROPEO. Mostra a cura di Paola Marini, Ettore Napione, Gian Maria Varanini.

Verona, Sala Boggian del Museo di Castelvecchio, dal 23 ottobre 2004 al 23 gennaio 2005.

Orario: 8.30-19.30 lunedì:13.30-19.30

Promotori: Comune di Verona, Assessorato alla Cultura, Musei d’Arte e Monumenti

in collaborazione con: Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle provincie di Verona, Vicenza, Rovigo

Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico del Veneto, Università agli Studi di Verona, Università agli Studi di Pisa.

con il sostegno di: Regione del Veneto, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, Banca Popolare di Verona – Gruppo Banco Popolare di Verona e Novara

con il contributo di: Agec Verona, Veneto Storico

Catalogo Marsilio

Per informazioni:
Museo di Castelvecchio, corso Castelvecchio 2 – 37121 Verona
Telefono 045 8062611 - fax 045 8010729
e-mail: [email protected]

Ufficio Stampa:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo - tel. 049.663499
Email: [email protected]
WS: www.studioesseci.net

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