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IL '500 VICENTINO DEI MONTAGNA A VILLA CALDOGNO

maggio 2004

In mostra dal 24 aprile al 30 maggio disegni e incisioni rarissimi dei maestri Bartolomeo e Benedetto

IL '500 VICENTINO DEI MONTAGNA A VILLA CALDOGNO

In mostra dal 24 aprile al 30 maggio 2004 disegni e incisioni rarissimi dei maestri Bartolomeo e Benedetto



Caldogno - Una mostra di rare opere di Bartolomeo e Benedetto Montagna nella splendida cornice di villa Caldogno, a Caldogno (Vi): si inaugura il 24 aprile, per proseguire fino al 30 maggio, l'esposizione "Benedetto e Bartolomeo Montagna e i grandi maestri dell'incisione europea del Cinquecento", promossa dal Comune di Caldogno e patrocinata da Provincia di Vicenza e Regione Veneto. Da decenni ormai si attendevano nuovi contributi sull'attività artistica di Bartolomeo e Benedetto Montagna in terra vicentina. «Da qui l'idea, che ci è sembrata subito vincente, di allestire un'esposizione nella quale risultasse appieno la grandezza dei due artisti rinascimentali, e l'importanza del loro lavoro nel contesto del '500 berico», spiega Federica Morello, storico dell'arte e curatrice della mostra. «Villa Caldogno - sottolinea ancora la curatrice è uno scrigno prezioso di opere d'arte, che ben si presta a un percorso espositivo di piccole dimensioni ma di ricercata qualità come quello da noi studiato».


Quello che ci voleva, insomma, per ospitare e valorizzare uno sceltissimo corpus incisorio autografo di Benedetto e alcune significative prove di disegno di Bartolomeo Montagna, sulla scia della riuscitissima mostra allestita lo scorso anno sulla grafica di Giulio Carponi sempre nella rinata e culturalmente vivace struttura di Villa Caldogno. Con la volontà di stimolare la curiosità critica, facendo conoscere e apprezzare al pubblico artisti di assoluta importanza non soltanto locale e regionale, ma europea. «La valenza di questa operazione, fortemente voluta dal Comune di Caldogno - sottolinea il sindaco Costantino Toniolo - è nella scelta di valorizzare la terra e il genio vicentino proprio alla luce di questa riscoperta del patrimonio artistico locale.


E in questa direzione vanno tanto la complessa e difficile ricerca del raro materiale espositivo quanto il lungo e paziente recupero della villa palladiana».
Infatti le opere dei Montagna sono tanto belle e interessanti sotto il profilo artistico e scientifico quanto rare: quasi totalmente assenti dal mercato antiquario e dei collezionisti privati, quasi introvabili anche nei musei italiani e non tutto quel che si trova è conservato in perfette condizioni. Gli undici bulini di Benedetto Montagna che verranno mostrati al pubblico sono invece fogli di ottima qualità e splendidamente conservati, di prestigiosa provenienza.


Vengono in prestito dal Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi di Firenze, dall'istituto Nazionale per la Grafica di Roma, e dal mondo del collezionismo privato. I tre magnifici disegni di Bartolomeo vengono dalla Biblioteca Marucelliana di Firenze e dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano: opere di altissima qualità e difficilmente ammirabili "dal vivo" da chiunque. Tra l'altro le ultime pubblicazioni che raffigurano qualcuna di queste opere risalgono a molti decenni fa e sono fuori commercio. Un evento, quindi, quello di Caldogno, il cui versante scientifico e artistico si sposa perfettamente con la novità e la freschezza della proposta per il grande pubblico, che nell'esposizione troverà molti spunti per collocare l'opera grafica dei Montagna nel solco della rivoluzione umanistica e rinascimentale europea.


Patrocinano l'iniziativa la Provincia di Vicenza, la Regione del Veneto, l'istituto Regionale Ville Venete, il Ministero per i Beni e le Attività culturali (Atto patrocinio) e l'Unesco-Commissione Nazionale Italiana.


Sostengono l'organizzazione come sponsors: Aim, Arciinea, Autec, la Banca San Giorgio e Valle Agno, Federmanager, l'associazione Artigiani della provincia di Vicenza, il prosciuttificio Brianza.


SCHEDA TECNICA

La prima grande scuola rinascimentale a Vicenza



Il grande fermento politico e le prime avvisaglie dello scisma religioso, la rinascita del culto delle arti e l'amore per le lettere, l'apertura dei grandi orizzonti geografico con la scoperta del Nuovo Mondo animano la scena tra la fine di un secolo e l'inizio di una nuova epoca.


Personaggi come l'imperatore Cado V, come Francesco I, come Enrico VIII e come Solimano il Magnifico; come Erasmo da Rotterdam, come Lutero, come papa Borgia e Papa Giulio II; ma anche come Leonardo da Vinci, Ludovico Ariosto, Michelangelo e Giambellino: sono soltanto alcuni dei nomi che la storia universale ci ha consegnato tra fine Quattro e la prima metà del Cinqucento.


Mutati i tempi, usciti dall'epoca della conservazione medioevale, questi personaggi contribuirono con coraggio e passione ad un rinnovamento senza precedenti, recuperando la Classicità e gettando le basi per la scoperta delle nuove scienze, che presupponevano la conoscenza delle leggi dell'Uomo e della Natura.



E così anche la piccola Vicenza, che a differenza di Venezia, di Verona e di Padova non aveva mai avuto una vera scuola pittorica, né aveva mai vantato tra i suoi figli pittori di eccezionale valore, trovò in quest'epoca un punto di riferimento fondamentale in Bartolomeo Cincani detto Montagna.


Bartolomeo e Benedetto Montagna


Le loro origini furono nel contado di Orzinuovi, presso Brescia, terra dalla quale parli il padre di Bartolomeo per trasferirsi al Biron di Monteviale. Fu proprio questo borgo a dare i natali verso il 1460 al primo grande pittore di Vicenza, che avrebbe lasciato nelle sue Madonne e nelle sue Sacre rappresentazioni per le pale d'altare un saggio di straordinaria qualità sia per invenzione e ricerca formale, sia per colorito.


Bartolomeo passò la giovinezza a Vicenza, dove si formò educato "a certo acerbo Rinascimento di provincia ancora invaghito di grazie tardo-gotiche". I segreti del mestiere e l'apertura alle novità artistiche più importanti li apprese in prolungati periodi di fecondo alunnato nella bottega veneziana di Giovanni Bellini. Collaborò con i maggiori pittori del suo tempo, assimilandone i diversi stilemi e caratterizzandoli con il suo sentire artistico: oltre ai Bellini, guardò ad Andrea Mantegna, a Vittore Carpaccio, ad Antonello da Messina. Suo figlio Benedetto rappresentava il secolo che avanza. L'attività pittorica, pur risentendo degli influssi del padre, non fu stilisticamente e formalmente cosi alta; tuttavia egli fu abilissimo e intelligente incisore.


La mostra pone l'accento su 11 bulini di Benedetto Montagna e su 3 magnifici disegni di Bartolomeo. Una scelta meditata e coraggiosa, che ha orientato i curatori dapprima sul mercato antiquario e dei collezionisti privati, poi verso i più prestigiosi Gabinetti di incisioni e stampe d'Italia. E l'esito, come dimostreranno i fogli esposti in mostra, è stato sorprendente: soprattutto se si considera che l'opera grafica del vicentino Benedetto, oltre ad essere preziosa e ricercatissima, è anche estremamente rara.


Ma dall'esposizione centrale, che saggia la grande arte dei due Vicentini, si dipaneranno interessanti paralleli con l'opera grafica di due grandi maestri d'Oltralpe, quali furono l'olandese Luca di Leyda e il norimberghese Albrect Dürer, che evidentemente influenzarono certi esiti di questa produzione. A testimonianza che l'arte in quel periodo viaggiava con la mente e le gambe degli uomini e che il panorama della conoscenza da regionale si era fatto veramente europeo,


VILLA CALDOGNO IN MOSTRA
Dal 24 aprile al 30 maggio 2004 Villa Caldogno, Caldogno (Vicenza)
Orari di apertura: tuti i giorni (escluso lunedì) dalle ore 10.00 alle ore 12, 00 e dalle 16,00 alle 18,30. Ingresso libero
Consigliata la prenotazione per gruppi e scolaresche con richiesta della guida della mostra.


Curatore scientifico: Federica Morello
Organizzazione: Palladio Opera lntemational
Catalogo della mostra: Grafiche Peruzzo editore.



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