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La Pedemontana, un "percorso" necessario per lo sviluppo del territorio

La Pedemontana, un "percorso" necessario per lo sv Riportare l’argomento della Pedemontana al suo nucleo originario, vale a dire alla sua essenza di infrastruttura necessaria al Veneto di oggi e di domani. Lo scorso 20 settembre il commissario delegato ha approvato il progetto definitivo della Superstrada, la cui ultimazione dei lavori è prevista in 5 anni. Una infrastruttura che già “sulla carta” è però entrata a far parte del presente di questo territorio.

E non solo perché la Pedemontana è un’opera essenziale per mettere ordine nella difficile mobilità dell’area di riferimento, ma anche perché il nuovo quadro che si prefigura richiede di essere governato. Confartigianato è consapevole del fatto che adesso sta al mondo produttivo, alle istituzioni pubbliche e private e agli enti locali tradurre le opportunità in scelte da cui derivino benefici duraturi e diffusi per il territorio. Questo l’intento che ha spinto Confartigianato AsoloMontebelluna, subito affiancata da Confartigianato Vicenza, ad affidare allo Studio Tolomeo coordinato dal prof. Paolo Feltrin, docente di Scienza dell’Amministrazione presso l’Università di Trieste, una approfondita analisi sulle motivazioni, le caratteristiche e gli effetti che avrà la Superstrada nei confronti del territorio e delle imprese.

Una iniziativa che ha trovato il patrocinio e il sostegno di Regione Veneto, Unicredit, Confartigianato Veneto, e che è stata illustrata nella sede di Veneto Strade. «Un’analisi – come ha ricordato Feltrin- che si chiuderà nel giro di sei mesi, oltre non servirebbe a nulla, e che pone l’accento su tre punti: i nodi caselli, le differenziali di valore che la nuova infrastruttura introdurrà nel territorio attraversato, quali gli impatti sulle comunità locali. Il punto focale di tutto, poi, sarà il coordinamento tra le varie rappresentanze istituzionali territoriali».

Cinque le domande che sono state poste sul tavolo e a cui lo studio vuole cercare di dare un fattivo contributo. La prima è come si inserisce la nuova infrastruttura rispetto all’insieme delle altre reti stradali, autostradali e ferroviarie del Nord Italia, e quale ruolo avrà nel quadro più ampio dei flussi che il sistema produttivo pedemontano intrattiene a livello globale. Il secondo quesito parte dalla considerazione del fatto che la nuova superstrada accrescerà sensibilmente l’accessibilità di alcune aree: quindi, quali effetti avrà sull’organizzazione territoriale del sistema produttivo questa rinnovata centralità? Quali saranno le vocazioni emergenti delle diverse aree attraversate e interessate dalla Superstrada?

Ancora, lo studio si interroga anche su come potrebbe modificarsi il sistema insediativo residenziale e quali saranno gli effetti sulla mobilità delle persone che vivono e lavorano nei comuni della pedemontana veneta. Di conseguenza, la domanda verte su come potrebbe cambiare il sistema di relazioni dell’area con le altre polarità regionali: Vicenza, Treviso e Padova in primis. Infine, quali sono le opportunità che con la nuova infrastruttura si aprono per una valorizzazione turistica degli ambiti di pregio? Vagheggiata da oltre un trentennio e oggetto di un dibattito pubblico sempre più serrato mano a mano che si avvicinavano i tempi di realizzazione, la Pedemontana nasce con l’obiettivo di migliorare la mobilità di un’area, quella tra le province di Vicenza e Treviso, a forte concentrazione urbanistica e produttiva, consentendo modifiche sostanziali all’assetto dell’intero Nordest.

Difatti, essa viene a completare la rete viaria di primo livello del Veneto, mettendo a sistema le grandi strutture autostradali e consentendo lo sviluppo del tipico policentrismo regionale con un riordino della maglia infrastrutturale esistente. Si chiuderà così l’«anello» che racchiude l’intero centro del Veneto. Con i suoi 95 km di lunghezza complessiva (più 53 di viabilità di adduzione ai caselli), l’arteria interessa 36 Comuni del Vicentino e del Trevigiano, prevede 15 svincoli, 3 interconnessioni (con A4, A31 e A27), 1 km e mezzo tra ponti e viadotti, oltre 7 km di gallerie naturali e oltre 9 di gallerie artificiali: una dotazione che si riflette sulle stime dei tempi di spostamento futuri rispetto agli attuali, vedi il caso dei 60 minuti previsti per l’itinerario Bassano-Portogruaro contro i 110 di oggi.

Sono intuibili, alla luce di tutto ciò, le ricadute positive che si potranno avere sulla circolazione e sui trasporti al servizio di un territorio dove risiedono circa 600mila abitanti, pari al 18% della popolazione regionale, e dove gli addetti alle imprese private sono quasi 240mila, il 50% dei quali (oltre 120mila) lavora nel settore manifatturiero. «Leggendo questi numeri si può capire la portata di questa nuova opera, che rappresenta un ponte verso il futuro. L’analisi costituirà quindi un importante vademecum tanto per le aziende che per le amministrazioni, consapevoli le une che con la Pedemontana il costo di trasporto sarà una voce destinata a diminuire, le altre che l’opera si può fare nel rispetto del territorio», ha aggiunto Renato Chisso, Assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture della Regione Veneto».

«La Pedemontana – ha osservato Agostino Bonomo, vice presidente di Confartigianato Vicenza – non rappresenta soltanto un’opera essenziale allo sviluppo e alla logistica delle nostre imprese, ma riveste anche un valore sociale, consentendo a chiunque sia impegnato nel mondo del lavoro tra le province di Vicenza e Treviso - ma anche nelle aree limitrofe, come l’Alta Padovana - minori tempi di permanenza sulle strade. In poche parole, più qualità della vita e più produttività delle imprese». «La Superstrada è un’opera di grande valore strategico per l’area pedemontana – ha dichiarato Stefano Zanatta, presidente di Confartigianato AsoloMontebelluna - .

Rappresenta una sfida e al contempo un’opportunità: la sfida di ripensare e ripianificare il territorio in base alle sue vocazioni, l’opportunità per uscire dall’emarginazione infrastrutturale che ci caratterizza, accrescendo la competitività del nostro tessuto produttivo. Le infrastrutture sono da sempre dei catalizzatori di sviluppo e le nostre comunità locali, grazie anche al nostro contributo, dovranno avere la capacità di guidare il rilancio della manifattura e del turismo trovando il giusto compromesso tra tutela del territorio e suo utilizzo». «UniCredit contribuisce attivamente all’ammodernamento infrastrutturale del Paese, anche promuovendo l’utilizzo della finanza di progetto, e considera la realizzazione della Pedemontana veneta un decisivo passo avanti per la competitività del sistema produttivo locale ed un’occasione per ripensare e rilanciare l’attrattività e lo sviluppo dei territori interessati – spiega Claudio Aldo Rigo, Responsabile di Territorio NordEst di UniCredit - .

Sosteniamo la realizzazione di questo studio per offrire alle istituzioni locali ed ai soggetti imprenditoriali un contributo utile per comprendere appieno le opportunità che deriveranno dalla realizzazione dell’opera e per adottare scelte consapevoli e lungimiranti di pianificazione pubblica e di investimento privato. E’ un segno ulteriore della nostra vicinanza a territori dove siamo fortemente presenti». Per questi motivi, e a partire dagli esiti dello studio, nei prossimi mesi tanto Confartigianato AsoloMontebelluna che Confartigianato Vicenza intendono dar vita a momenti di confronto con enti locali e il territorio per essere, insieme, soggetti attivi nel governo delle trasformazioni.

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