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TYCIUS

TYCIUS Pagina 5

SISTEMI DI CONTEMPORANEO è un progetto culturale dedicato all’arte contemporanea. Il ciclo di rassegne promosso e organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Vicenza coinvolge gli spazi espositivi di AB23 e di Casa Cogollo, con mostre tematiche curate da Stefania Portinari, unitamente a eventi espositivi in esterno, curati da Alberto Zanchetta, che coinvolgono parchi, piazze, vie ed edifici della città.
Nell’ambito dei SISTEMI DI CONTEMPORANEO si inserisce la programmazione di EPIDE®MIE, rassegna curata da Alberto Zanchetta che presenta il progetto TYCIUS.
Nel portico della Loggia del Capitaniato, in Piazza dei Signori, sarà collocata una scultura per un periodo di tre mesi (quattro sculture nell’arco di un anno, una per ogni stagione). Le sculture, il cui soggetto sarà esplicitamente figurativo, “guarderanno verso la Basilica” in attesa che venga riconsegnata alla città.


WILLY VERGINER
Le opere di Willy Verginer si muovono sotto il segno di uno scarto (rispetto alla tradizione) e di un respiro (nel climax della contemporaneità) che ridesta curiosità per l’effetto plastico. Di fatto, l’artista non interpreta la scultura a guisa di “monumento” bensì ne vuole fare un “momento” in grado di insufflare la materia e l’ambiente circostante.
Verginer ripudia il tradizionale ubi consistam della scultura per invadere lo spazio, sconfinamento che non è solo fisico ma anche concettuale. Rivendicando la sua appartenenza a una dimensione installativa e site-specific, l’artista rinnega il podium che era diventato solo un’impasse: stallo più che piedistallo. Ecco allora che le sue figure poggiano i piedi direttamente nello spazio, lo agiscono, ne prendono possesso, diventando “uomini tra gli uomini”; ce lo dimostra Hero, scultura realizzata appositamente per la città di Vicenza, in cui il risalto anatomico si ricollega alla statuaria classica, all’effige dell’eroe nudo, armato solo della propria virtus (la ragione e la forza morale che è dentro ciascuno di noi). La calma sovrana del personaggio – che è consapevolezza e fierezza di sé – non è però inscindibile da un effetto di straniamento, situazione destabilizzante procurata dal contrasto tra la raffinata levigatezza delle parti superiori e l’insistenza particolaristica del fregio che ne “veste” il restante corpo.
Il contrasto è reso ancor più pregnante dall’intervento pittorico che si pone in antitesi alla chiarezza del tiglio. L’intenso colore viola interseca il corpo traendo in inganno il realismo della figura, e la vera “pelle” del legno, per poi essere ripreso nelle sfere deposte ai suoi piedi, oggetti non meglio identificati che non lasciano adito ad alcuna spiegazione. Insolvenza che possiamo avvertire anche nella vacua espressione della figura che fissa in aeternum la Basilica, placidamente assorto nella magnificenza del Palladio. È come se il rigore geometrico del colore-ombra si irraggiasse dall’edificio antistante e dovesse suggerire un particolare stato d’animo. Emotivamente assorto nel vuoto, il personaggio ci appare relegato in una profonda estasi; l’eroe di Verginer diventa così il protagonista di un Nuovo Realismo Magico imbevuto di colore, d’incanto e di mistero.
Ancora una volta l’artista racconta i lacerti di una storia che non intende risolversi nella narrazione tout court. Nella poetica del frammento egli compie l’autentico naufragio nel mondo dell’ineffabile, spingendosi su quel funambolico limite/bilico che confina con il regno della metafisica.

Willy Verginer è nato a Bressanone nel 1957, vive e lavora a Ortisei (BZ).


Loggia del Capitaniato
orario continuato
info Assessorato alla Cultura
tel. 0444 222122 - 222114
[email protected]



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