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Alluvione: primo bilancio del Comune di Caldogno

Alluvione: primo bilancio del Comune di Caldogno Caldogno - Ad una settimana dall’alluvione che ha messo in ginocchio le frazioni di Cresole, Rettorgole e Lobbia a Caldogno, l’amministrazione comunale fa un primo bilancio dei danni subiti e dei cittadini coinvolti. L’onda di piena, che lunedì 1 novembre, si è abbattuta sul territorio vicentino, ha portato fango, rifiuti e detriti su una superficie complessiva di 2 milioni di metri quadrati: quasi 1 milione e 500 mila solo a Cresole, più di 380 mila a Lobbia e 152 mila a Rettorgole.

Molti i nuclei familiari coinvolti, 1.060, per un totale di 4 mila cittadini che da giorni lavorano costantemente per ripulire garage, scantinati e stanze delle proprie abitazioni. Gli immobili danneggiati, infatti, ammontano a 1.300 e sono più di mille i beni persi dai calidonensi. Anche le attività produttive, industriali, artigianali ed imprenditoriali del territorio, hanno riportato danni notevoli: 240 le ditte coinvolte che, dove possibile, cercano di ripartire per tornare alla normalità. «Abbiamo fatto una prima stima delle conseguenze dell’alluvione - sottolinea il sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro - e abbiamo quantificato che i danni subiti ammontano a circa 70 milioni di Euro complessivi, di cui 4 per il patrimonio pubblico.

Ora attendiamo gli aiuti economici dal Governo. Dopo l’incontro di questa mattina con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sono fiducioso perché, assieme al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha dimostrato la propria sensibilità e si è impegnato personalmente a farci arrivare ciò di cui abbiamo bisogno». In questa settimana di lavoro intenso i gruppi della Protezione Civile e delle associazioni comunali hanno garantito il massimo sostegno ai cittadini di Caldogno. Ogni giorno una media di 135 volontari con 40 mezzi speciali hanno contribuito alla pulizia e alla sicurezza delle strade, aiutando tutte le famiglie in emergenza.

Sono intervenuti i componenti della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, del Trentino Alto Adige e del veneziano, oltre alla Protezione Civile che fa capo all’Associazione Nazionale Alpini, Carabinieri e Fanti. Hanno collaborato i Vigili del Fuoco dal Triveneto alla Toscana, l’esercito con una media di 50 militari al giorno, la Croce Rossa Italiana, le forze dell’ordine, i medici e gli psicologi dell’ULSS di Vicenza, gli scout e le associazioni di categoria. Elena Frigo

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