
Si tratta di un intervento importante che, non solo è stato approvato dalla Commissione Tecnica Regionale e dal Ministero dell’Ambiente, ma che verrà anche sostenuto a livello economico dalla Regione del Veneto». Nel dettaglio, quindi, le acque reflue che scorreranno all’interno del nuovo impianto di fitodepurazione subiranno due tipi di affinamento: il primo, più tecnologico, prevede il passaggio in una sezione di filtrazione e, successivamente, in un comparto di disinfezione attuata mediante raggi UV; il secondo, più naturale, avviene attraverso la fitodepurazione sub superficiale. Gli effluenti scorreranno in trincee drenanti sulle cui superfici verranno messe a dimora alcune essenze arbustive che trasferiranno l’ossigeno assimilato dalle foglie alle radici e, quindi, agli effluenti stessi. L’affinamento delle acque di scarico permetterà così un’ulteriore riduzione dei composti d’azoto e di fosforo, presenti anche dopo la depurazione biologica. Il fondo delle trincee drenanti, poi, sarà impermeabilizzato per evitare dispersioni in falda degli scarichi depurati da affinare.
Il progetto attuale fa parte di un più articolato intervento, previsto fin dai primi anni Novanta nell’ambito del “Progetto Speciale per il disinquinamento del bacino del Brenta-Bacchiglione”, e subentra all’intenzione originale di costruire un collettore di trasferimento degli effluenti depurati a valle della linea delle risorgive che avrebbe attraversato tutto il Comune di Costabissara. Il piano di lavoro prevede una copertura finanziaria garantita per il 50% dai proventi di tariffa del Servizio Idrico Integrato e per la restante quota da un contributo regionale. La conclusione dei lavori è prevista per l’inizio del 2010.