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Copiello: manovra del Governo inaccettabile. Sposta i problemi e non li risolve.

“Il Paese intero è chiamato ad una forte responsabilità. Ma far pagare sempre i soliti e ramazzare soldi, senza risolvere i problemi, non serve a nulla. Equità e produttività sono i punti fermi da cui ripartire. In questo, è inaccettabile la manovra del Governo sul Pubblico Impiego. Sposta i problemi, ma non li risolve. Bloccare i contratti riduce infatti i costi, ma non aumenta la produttività, né migliora i servizi. E così saremo sempre e di nuovo alle prese con i costi”. Con queste parole Luigi Copiello, segretario provinciale della CISL di Vicenza, commenta la manovra del Governo da 24 miliardi.

E’ fin troppo facile mettere nel conto di questo Governo tutte le volte che ha negato la gravità della situazione aperta con la crisi - continua -. Dovevamo perdere solo un paio di punti di PIL. E sono stati cinque. Dovevamo uscire per primi. E siamo sempre gli ultimi. Dovevamo essere i migliori. E siamo quelli presi di mira. E’ troppo facile. Perché invece la situazione era ed è drammaticamente difficile. Lo dicono le migliaia di licenziamenti e di chiusure di azienda. Che saranno nel 2010 di più che nel 2009. Lo dicono i rischi di avvitarci in una nuova crisi, piuttosto che in una ripresa”. 

E’ necessario una nuova stagione di responsabilità, continua Copiello. “Tutti quelli che hanno responsabilità pubbliche, il Governo centrale, ma anche chi governa Regioni, Province, Comuni, chi cioè dirige sanità, scuola, servizi pubblici, devono assumersi le loro responsabilità. Esigere che i dirigenti siano responsabili delle loro scelte; farla finita con servizi che rispondono solo ad esigenze di consenso elettorale; misurare in primo luogo le loro scelte in termini di efficienza ed efficacia. Questa è la sfida che lanciamo e che siamo in grado di affrontare”.
“Se il Governo pensa solo ai suoi equilibri interni - conclude Copiello - noi pensiamo agli equilibri delle famiglie di lavoratori privati e pubblici, alle prospettive di questo Paese. Abbiamo conosciuto altre crisi, non meno gravi, come nel 1992. Furono superate, quando si coinvolse tutto il Paese, a partire dalle sue organizzazioni di rappresentanza sociale. Con equità e produttività si fu capaci di uscirne. Solo così ce la faremo, anche nel 2010”.

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