
“La nostra richiesta –spiega la Cecchetto- risale allo scorso giugno quando abbiamo scritto al Ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli e al Senatore Paolo Franco sostenendo le buone ragioni per cui a nostro avviso il complesso della Ghisa doveva essere trasferito di proprietà dall’Agenzia del Demanio al Comune.” Le buone ragioni stanno innanzitutto nella valorizzazione di un’area che versa in stato d’abbandono. Un’area, peraltro, di ampiezza non indifferente, ben visibile per chi attraversa l’ovest vicentino. Non propriamente, quindi, un bel biglietto da visita per Montecchio Maggiore. Con le potenzialità, tuttavia, di diventarlo. Sul “come”, tuttavia, la discussione è aperta. “E’ prematuro dirlo –afferma il Sindaco- ciò che è certo è che, proprio per la vastità dell’area, sarà necessario concordarne il futuro utilizzo, magari rendendola un’opportunità per implementare i servizi socio-assistenziali del territorio.” Non lontano da quest’area, infatti, dovrebbe sorgere il nuovo ospedale unico Montecchio-Arzignano.
Le ex officine potrebbero essere destinate a servizio della struttura sanitaria, con evidenti benefici e vantaggi non solo per i montecchiani ma per tutti i cittadini del comprensorio di pertinenza dell’ospedale. Si pensi, ad esempio, ai servizi a supporto degli operatori o dei famigliari dei pazienti, ma anche alla logistica dell’ospedale, alle esigenze tecniche, amministrative, direzionali. “Sarà una decisione condivisa e ragionata –conclude la Cecchetto- ciò che è certo è che dobbiamo ringraziare il senatore Paolo Franco, il Ministro Calderoli e tutti i sostenitori del federalismo demaniale, nella logica di una politica che finalmente supera il modello di gestione centralizzato e si avvicina al cittadino, affidando ai Comuni, ossia a chi opera a diretto contatto con il territorio e quindi meglio lo conosce, la sua gestione e la sua valorizzazione.”