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Rosà: acceso l'impianto di teleriscaldamento a biomassa legnosa

Rosà: acceso l'impianto di teleriscaldamento a bio Il sindaco on. Manuela Lanzarin ed il dirigente responsabile dell’ufficio tecnico l’arch. Mirko Campagnolo, hanno presentato questo pomeriggio ai referenti dei media, il nuovo impianto di produzione di energia a biomassa legnosa. L’impianto è stato acceso per la prima volta lunedì scorso 13 settembre e nel corso della settimana è stato effettuato il collaudo e tutte le verifiche del caso. L’impianto realizzato nella parte nord del giardino dell’Istituto Comprensivo Roncalli, con accesso diretto da via dei Fanti, entrerà in funzione il prossimo 15 ottobre, giorno di apertura per legge degli impianti di riscaldamento, salvo che le condizioni climatiche richiedano un anticipo dell’apertura. L’inaugurazione dello stesso avverrà domenica 24 ottobre. L’importo di partenza dell’appalto fissato in 1.144.861 Euro (di cui 600 mila finanziati dalla Regione Veneto) è stato vinto con un ribasso del 13,971% dalla Costituenda ATI LIMES di Bassano del Grappa ed è stato portato a termine in un unico stralcio (rispetto i due inizialmente previsti) in circa un anno di lavori.

L’impianto di ultima generazione è collegato attraverso una rete di teleriscaldamento di 1680 metri di tubazioni che collegano in un’unica rete ben 15 utenze tra comunali, statali e parrocchiali. Per il primo anno è prevista la fornitura di acqua calda alle sole utenze comunali, questo per permettere un anno di verifica sull’andamento della fornitura. Nelle stesse verranno mantenute le caldaie ora esistenti per evitare eventuali problematiche nei primi 12 mesi di fornitura. Dal prossimo autunno riceveranno acqua calda per il riscaldamento ma anche per i sanitari il Municipio, la palestra Balbi, la Scuola Elementare Pascoli, l’Istituto Comprensivo Roncalli, la Scuola Materna, l’Asilo Nido, la stazione dei Carabinieri e la nuova Casa Alloggio per Anziani di via Lepanto che è al termine dei lavori. Solo in un secondo tempo verranno connessi altri edifici soprattutto privati pubblici come gli Istituti Pii e la Parrocchia ma anche gli spogliatoi del vicino Stadio. La fonte termica che alimenta il ciclo è rappresentata dalle due caldaie a biomassa ad acqua calda di 2,950 kW di potenza (1950 e 1000 kw). Nel primo stralcio, la potenza di allacciamento sarà di circa 2.300 kW (circa 4.500 kW ad impianto finito). L’acqua di ritorno dalla rete di teleriscaldamento ha una temperatura di circa 60/65°C. La temperatura dell’acqua della rete è infine portata ad una temperatura di circa 90°C nello scambiatore ed è quindi nuovamente inviata alla rete di teleriscaldamento. Le caldaie solo autoalimentate da cippato di legno posizionato in una vasca di 700 metri cubi caricata direttamente dall’esterno (lo scarico avviene direttamente dal mezzo).

Con le attuali utenze, sono previste solo due forniture di cippato l’anno (la previsione per un anno climatico medio è di circa 1.155 ton.) In queste settimane l’Amministrazione sta concludendo gli accordi di fornitura che derivano principalmente dagli scarti della lavorazione del legno delle aziende del territorio. Una scelta questa voluta dal Governo cittadino nel principio della “Filiera corta” che va a privilegiare le ditte locali diminuendo oltremodo costi ed inquinamento del trasporto su gomma. Ma il cipato arriverà anche dai 2 ettari e mezzo coltivati a legno (Paulonia Italia e Platano) nel bosco delle Prese (20 ettari) nel quadro della Legge Regionale numero 13 del 2 maggio 2003 che regolamenta le norme per la realizzazione di Boschi di Pianura. Doppio il vantaggio del nuovo impianto a biomassa: economico ed ambientale. Difficile calcolare la previsione di risparmio economico in quanto il dato è valutabile solo al termine di ogni stagione (si stima un risparmio a regime di circa 300 mila metri cubi di gas metano all’anno).

Certo è che un unico impianto centralizzato permetterà l’economia di gestione delle singole caldaie tanto nella manutenzione quanto nella gestione burocratica della prevenzione d’incendio. Dal punto di vista ecologico/ambientale l’impianto presenta vantaggi indiscutibili rispetto ad impianti per la produzione di calore basati esclusivamente su combustibili fossili tradizionali quali il metano. La biomassa legnosa fa parte delle cosiddette fonti rinnovabili classificate dal Piano energetico nazionale (Legge 9 gennaio 1991, n.10) che prevede lo sviluppo e l'incentivazione delle stesse. Lo sfruttamento di questa energia rinnovabile a fini energetici segue un ciclo naturale chiuso. Per la biomassa il bilancio dell'anidride carbonica (CO2) si può considerare neutro, ne risulta quindi un contributo nullo della combustione del legno rispetto al temuto fenomeno di lento riscaldamento dell'atmosfera, meglio noto come effetto serra.

L’anidride carbonica liberata nella fase di combustione, bilancia il carbonio fissato nella pianta durante il suo ciclo vegetativo (impegno conferenza di Kyoto e risoluzione del Parlamento europeo del 1998). Tutto questo è particolarmente calzante in quanto l’Amministrazione di Rosà ha deciso di usufruire del combustibile prodotto da coltivazioni energetiche appositamente piantumate. Così facendo la quantità di CO2 assorbita dalle piante durante la loro esistenza è pari a quella rilasciata al momento della combustione. L’impianto a biomassa legnosa permette altresì di rendersi indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi delle fonti energetiche tradizionali (gasolio e metano) dovuti ai vari fattori economico-finanziario. Da evidenziare infine che la scelta del teleriscaldamento non pregiudica eventuali altre soluzioni in relazione al combustibile come la riconversione ad esempio di una o entrambe le caldaie a metano. Rosà, con l’avvio del nuovo impianto a biomassa, si pone all’avanguardia nei sistemi di teleriscaldamento. Un passo che è stato esaminato nel corso dei passati mesi da tecnici e amministratori italiani ma anche esteri.

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