Sei annate di Torcolato Breganze DOC della Cantina Beato Bartolomeo, dal 2000 al 2006 (saltando la 2004, anno in cui non è stato prodotto) per comprendere l'evoluzione nel tempo del passito di uva Vespaiola e l'influenza dell'annata. La modalità di degustazione della serata organizzata dall'AIS di Vicenza è stata voluta dal delegato provinciale, Mariuccia Pelosato, che ha servito le sei annate in ordine casuale e alla cieca. Sorpresa alla fine tra i cinquanta partecipani, al momento di svelare le etichette: le annate più vecchie, come 2000 e 2002, erano state indicate tra quelle più giovani fuorviando molti tra i presenti.
A fare gli onori di casa ci ha pensato Giuseppe Sartori, responsabile commerciale della Beato Bartolomeo, nonchè produttore e socio. Ripercorrendo il processo produttivo del Torcolato, ha spiegato che viene impiegata solo uva di varietà Vespaiola, sutoctona di Breganze, vendemmiata a metà settembre non del tutto matura. Le uve provengono da alcune parcelle collinari, caratterizzate da terreni tufacei-vulcanici. Vengono selezionati grappoli spargoli e sani, che potranno sopportare l'appassimento evitando lo sviluppo di muffe e marciumi. Quindi l'appassionato in un ambiente deumidificato fino ad una concentrazione del 32-35% di zuccheri nell'acino. Pigiatura, immediata separazione dalle bucce e una lenta fermentazione a 18°, una parte in acciaio e una parte in legno.Segue l'affinamento per 24 mesi in botti di rovere da 20 ettolitri.
Posta la costanza di questi passaggi produttivi, la degustazione ha permesso di capite a fondo l'influenza del fattore climatico su un vino come il Torcolato. L'ultima annata si è subito rivelata immediatamente al degustatore, svelando i tratti tipici del Torcolato (al naso albicocca secca, miele, mandorla, mineralità) con notevole fragranza, una freschezza e alcune spigolosità che lasciano supporre un vino che sta ancora evolvendo positivamente. Annate come 2000 e 2002 hanno invece tratti in inganno i sommelier, presentando note più evolute al naso, ma una freschezza e un equilibrio in bocca invidiabili. Caratteristiche meno percepibili nel 2003 e 2005 che risultano meno intensi al naso e meno persistenti. Ritornando con la memoria all'andamento climatico di queste ultime non è difficile capire come la torrida estate del 2003 abbia determinato una minore acidità nelle uve e una minore trasmissione delle sostanze aromatiche. Circostanze in parte ripetute nel 2005. La 2001 è l'annata che più di ogni altra rivela note ossidative al naso e una notevole complessità, tratti a cui l'annata 2000 deve ancora giungere: caratteristiche che dimostrano la longevità del Torcolato e la sua vocazione di grande vino da abbinamenti salati.