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In un rifugio per turisti d'estate e per briganti d'inverno

Sui Monti Berici da Barbarano a Valle

I Monti Berici sono un rifugio per turisti in estate e un rifugio per briganti in inverno; infatti nessuno immaginerebbe che quest'isoletta collinare, oltre Vicenza, contenga burroni e posti impervi tali da incutere paura in una notte di bufera. Non ci addentreremo tra quelle forre oscure di notte, ma dovremo ben scegliere una giornata allegra; comunque abbiamo detto che ben ci stava come itinerario romantico coi suo Sturm und Drang naturale, dopo averlo percorso senza vedere quasi nulla nella pioggia e poi col sole il giorno dopo.

Preso il punto di partenza di Barbarano come lancio per affrontare l'impervia montagna, subito l'erta si fa sentire; non collinette verdi con ulivi e vigneti, ma querce e macchia, senza panorami aperti. Al km 3 una piccola radura con villette. All'incrocio, a sinistra si può fare una deviazione verso la quiete di Pozzolo. Noi prendiamo la strada per Vicenza, che immaginiamo lontanissima e salvatrice; sempre sulla strada principale saliamo a S. Gottardo e discendiamo a Perarolo; qui il paesaggio è decisamente un po' più confortante e questa volta dobbiamo dire che vedere un'auto ci dà un certo sollievo; quando facemmo l'itinerario sotto il temporale, per di più sbagliammo molte direzioni, poiché lassù non c'è anima viva: gioia e dolori dei trovarsi soli... Da Perarolo, un vivace borgo di passaggio, possiamo scendere per Arcugnano a Vicenza, ma noi siamo scesi a Brendola; questo tratto che guarda a mezzogiorno è molto bello. Si cala dai boschi fitti piano piano, planando, come su un campo d'aviazione, in terreni fertili e freschi, abbondanti di piogge e curati dai contadini sempre operosi. Poco più sotto c'è Valle, casette moderne, ove fermiamo la nostra bicicletta un po' stanca e frastornata dalle mille curve.

Abbiamo creduto che l'itinerario fosse valido, non perché si speri che la pioggia lo renda tumultuoso e mosso, ma perché i luoghi toccati comunicano una sensazione di selvaggia natura, cosa a cui non siamo più abituati, e ci fanno rivivere in tutti i sensi: odori forti, pungenti di scorza, di miele, di umidità; rocce nere; uccelli selvatici dalle grida sgraziate e percotenti; fatica nel salire e gioia nel buttarsi a basso, tutto ci riporta di colpo alla sensibilità più pura.

Dintorni

Da Perarolo possiamo trasferirci al lago di Fimon dove uno spuntino sarà rallegrato dalla vista di pescatori e di tanti ciclisti vicentini che vengono a forgiare i loro garretti quassù; entrare in Vicenza dalla basilica di Monte Berico è godere di una vista della città completa ed elegantemente sfarzosa poiché per chilometri si snodano intorno le belle ville che la adornano. Anche un periplo dell'"isola" non è molto lungo e pesante, cercando però di evitare la città, che sul canale a sud concentra molto traffico.

Informazioni. APT: Vicenza; Pro Loco: Brendola.
Alberghi 2, agriturismo 5.

Manifestazioni

Brendola Mostra artigiana (marzo).
Barbarano Sagra del Redentore (metà luglio);
Festa dell'uva e vino DOC (metà settembre);
Sagra di S. Caterina (novembre).


Enogastronomia

Dalla pianura viene il riso, dalla montagna i funghi e le castagne. Quindi una tavola semplice con piccole lavorazioni: risi e bisi, risotto con gli asparagi, trippa, salsiccia, fegatini, cacciagione, pasta e fagioli, cotenna e cotechino, polenta e baccalà, lumache, tacchino, formaggio, bondiole; ottima la frutta: pesche, castagne, fragole, uvetta. Dolci: miele, crostoli, fugazza, amaretti, focaccia vicentina, crostata, ciliegie sotto spirito. Vini: Riesling, Bianco de Berici, Gambellara.

Meccanico

Ciscato G., contrà XX settembre, 50 - Vicenza - Tel. 0444/514067.

Cenni artistici

Nell'orografia settentrionale questa "isola" dei Monti Berici è una serie di cocuzze di modesta altezza di origine vulcanica della fine dell'Eocene che troviamo a sud di Vicenza, tra i paralleli Colli Euganei e le prealpi dell'altopiano di Asiago.
Le valli che vi abbiamo incontrate sono scabre e precipitose, boscose sulla metà e verdeggianti di mais nella parte inferiore; mentre per gli Euganei ci troviamo di fronte a forme armoniche, qui non è altrettanto.
Barbarano sta all'inizio della salita verso i Berici, in declivio e ha origini neolitiche, con successivi resti romani; anche questo paesotto subì le cupidigie di Ezzelino, dei Veneziani e dei Padovani; ha una chiesa non antica con bei dipinti e una statua d'età romanica. Possiede un palazzo dei Canonici dei '400, e il primo Sanatorio contro la tubercolosi sorto in Italia, nel 1902, segno che l'aria del luogo era ed è assai buona.

Anche Brendola subi l'arrivo dei Veneziani che vi distrussero una rocca del X sec.; intorno al paese si trovano le belle ville cinque-seicentesche che la vicina Vicenza andò costruendosi a similitudine delle rivali Padova e Venezia, Vicenza (Vicetia) propone le vicissitudini comuni a tutta questa zona pedemontana: Neolitico, Romani, Longobardi, Venezia, Ezzelino, i Carraresi e gli Scaligeri e poi i Visconti; era sulla strada più battuta e... battuta fu da tutti.
Ce la ricordiamo brevemente come la patria di Pigafetta, G. Zanella, A. Fogazzaro; ma desideriamo conoscerne alcuni momenti che la rendono assai leggiadra in un centro un po' stretto e trafficato, e bisognoso diaria "rinascimentale".

Il Teatro Olimpico fu iniziato da A. Palladio nel 1580, ma in effetti la costruzione dell'Accademia Olimpica fu di V. Scamozzi che la concluse quattro anni dopo; all'interno, molto piccolo a dispetto di fotografie vertiginose, si trova una gradinata a semicerchio in legno e di fronte le scene fisse che portano alcune strade e palazzi in prospettiva per... centinaia di metri ridotti in realtà a pochissimi; la voce è impressionantemente perfetta dal palcoscenico. Ben 95 statue ornano questo teatro, che divenne così famoso da essere poi riprodotto a Sabbioneta dai duchi di Mantova.
La basilica di Monte Berico è del 1703 e sorge dove una vecchia disse d'aver visto la Madonna nel 1428; al suo interno ebbe luogo lo sminuzzamento in 32 pezzi che gli Austriaci fecero nel 1848 della Cena di S. Gregorio Magno del Veronese, ora rimessa a nuovo.

Sulla via per Noventa Vicentina sul margine a destra troviamo la Rotonda, una delle celebri opere di Palladio, del 1650, anche questa ultimata dallo Scamozzi. Sempre dei Palladio la stupenda Loggia del Capitanio, del 1571, che fa di Vicenza un'opera d'arte quotidiana, vivente e... firmata, completamente da un artista personale.



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