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Sui Monti Berici da Barbarano a Valle
Enogastronomia Dalla pianura viene il riso, dalla montagna i funghi e le castagne. Quindi una tavola semplice con piccole lavorazioni: risi e bisi, risotto con gli asparagi, trippa, salsiccia, fegatini, cacciagione, pasta e fagioli, cotenna e cotechino, polenta e baccalà, lumache, tacchino, formaggio, bondiole; ottima la frutta: pesche, castagne, fragole, uvetta. Dolci: miele, crostoli, fugazza, amaretti, focaccia vicentina, crostata, ciliegie sotto spirito. Vini: Riesling, Bianco de Berici, Gambellara. Meccanico Ciscato G., contrà XX settembre, 50 - Vicenza - Tel. 0444/514067. Cenni artistici Nell'orografia settentrionale questa "isola" dei Monti Berici è una serie di cocuzze di modesta altezza di origine vulcanica della fine dell'Eocene che troviamo a sud di Vicenza, tra i paralleli Colli Euganei e le prealpi dell'altopiano di Asiago. Le valli che vi abbiamo incontrate sono scabre e precipitose, boscose sulla metà e verdeggianti di mais nella parte inferiore; mentre per gli Euganei ci troviamo di fronte a forme armoniche, qui non è altrettanto. Barbarano sta all'inizio della salita verso i Berici, in declivio e ha origini neolitiche, con successivi resti romani; anche questo paesotto subì le cupidigie di Ezzelino, dei Veneziani e dei Padovani; ha una chiesa non antica con bei dipinti e una statua d'età romanica. Possiede un palazzo dei Canonici dei '400, e il primo Sanatorio contro la tubercolosi sorto in Italia, nel 1902, segno che l'aria del luogo era ed è assai buona. Anche Brendola subi l'arrivo dei Veneziani che vi distrussero una rocca del X sec.; intorno al paese si trovano le belle ville cinque-seicentesche che la vicina Vicenza andò costruendosi a similitudine delle rivali Padova e Venezia, Vicenza (Vicetia) propone le vicissitudini comuni a tutta questa zona pedemontana: Neolitico, Romani, Longobardi, Venezia, Ezzelino, i Carraresi e gli Scaligeri e poi i Visconti; era sulla strada più battuta e... battuta fu da tutti. Ce la ricordiamo brevemente come la patria di Pigafetta, G. Zanella, A. Fogazzaro; ma desideriamo conoscerne alcuni momenti che la rendono assai leggiadra in un centro un po' stretto e trafficato, e bisognoso diaria "rinascimentale". Il Teatro Olimpico fu iniziato da A. Palladio nel 1580, ma in effetti la costruzione dell'Accademia Olimpica fu di V. Scamozzi che la concluse quattro anni dopo; all'interno, molto piccolo a dispetto di fotografie vertiginose, si trova una gradinata a semicerchio in legno e di fronte le scene fisse che portano alcune strade e palazzi in prospettiva per... centinaia di metri ridotti in realtà a pochissimi; la voce è impressionantemente perfetta dal palcoscenico. Ben 95 statue ornano questo teatro, che divenne così famoso da essere poi riprodotto a Sabbioneta dai duchi di Mantova. La basilica di Monte Berico è del 1703 e sorge dove una vecchia disse d'aver visto la Madonna nel 1428; al suo interno ebbe luogo lo sminuzzamento in 32 pezzi che gli Austriaci fecero nel 1848 della Cena di S. Gregorio Magno del Veronese, ora rimessa a nuovo. Sulla via per Noventa Vicentina sul margine a destra troviamo la Rotonda, una delle celebri opere di Palladio, del 1650, anche questa ultimata dallo Scamozzi. Sempre dei Palladio la stupenda Loggia del Capitanio, del 1571, che fa di Vicenza un'opera d'arte quotidiana, vivente e... firmata, completamente da un artista personale. |