Cerca nel sito

Invia ad un amico
Livello del fiume Bacchiglione
e previsioni meteo di Vicenza

20-21 Maggio - Primo assalto alla città
e primo successo della difesa

Si stava ,avvicinando intanto, la prima, drammatica prova. Infatti, a metà maggio il gen.. Radetzky, sempre fermo con la sua armata nel Quadrilatero e minacciato dalla presenza delle Forze di Carlo Alberto, oltre che dall'insurrezione delle popolazioni del territori circostanti, disponeva per l'arrivo di un Corpo di rinforzo, al comando del gen. Nugent, che dal Friuli muoveva verso Verona, col compito di provvedere un consistente rifornimento di viveri per quel presidio. I primi scontri avvenivano al Piave, dove alcune unità dell'esercito pontificio, condotte dal gen. Ferrari, ritardarono ma non poterono impedirne il passaggio. Lo scontro più forte avvenne a Cornuda, e allora fu chiaro che il Nugent avrebbe attraversato la marca trevigiana e sarebbe passato per Vicenza.

Il gen. Durando, ufficiale dell'esercito sardo ma distaccato presso l'esercito pontificio per organizzare quei contingenti per la guerra contro l'Austria, avvertito del pericolo, mosse alla volta della città berica, mandando innanzi alcuni reparti, quasi tutti di volontari romagnolo-marchigiani, condotti da esperti comandanti.

Il 20 maggio, mentre la Piazza militare di Vicenza era tenuta dal col. Belluzzi, l'avanguardia austriaca, composta da truppe croate, proveniente da Fontaniva, si avvicinò alle mura della città nella zona fra porta Padova e porta S. Lucia, attraverso i campi di grano intorno a Borgo Scroffa, cercando di raggiungere, non veduti, l'edificio del nuovo Seminario, che stava sorgendo lungo Borgo S. Lucia. Senonchè, scorti dalle barricate e da altre posizioni, vennero respinti a fucilate e a cannonate, e inseguiti con la baionetta, e infine costretti a rifugiarsi nel recinto del nuovo Cimitero, e in quello del Cimitero ebraico, dove trascorsero la notte. Stanati poi dal cannone di porta S. Bortolo, il 21 mattina si diressero verso Cresole, Biron, Creazzo, per proseguire, con i carriaggi e i rifornimenti, dall'Olmo per Verona.

Sul campo degli scontri, davanti alle mura, erano rimasti morti e feriti, compreso qualche ufficiale, mentre, lungo le vie del loro percorso, divampavano gli incendi appiccati alle case di abitazione.

Intanto affluivano in città, da Padova, nuovi rinforzi condotti dal gen. Durando; e giungeva con i suoi soldati anche il gen. Giacomo Antonini, piemontese, comandante di una "Legione straniera", proveniente da Venezia, composta di esuli Italiani, circa 600, portati dalla Francia in Italia.

Giunto a Vicenza verso mezzogiorno del 21, l'Antonini decise di inseguire con i suoi la colonna austriaca, per ostacolarne la marcia verso Verona, cercando di bloccare i rifornimenti coll'assalirla nei pressi dell'Olmo: ma nell'operazione, resa difficile da numerose interruzioni stradali e dall'intervento dei cannoni austriaci, fu colpito da un colpo a mitraglia e perdette il braccio destro. Tuttavia, costretto a subirne l'amputazione, dopo avere donato, come atto simbolico, il suo braccio alla Legione, continuò a guidarla nella lotta, trasferendosi a Venezia, dove collaborò attivamente alla resistenza durante il lungo assedio.

La giornata del 22 trascorse in un febbrile e attento lavoro di organizzazione della difesa, dentro e fuori la città, specialmente su Monte Berico, mentre affluivano altri reparti (fucilieri, "bersaglieri" pontifici, battaglioni svizzeri, reparti di fanteria romani, artiglierie pontificia e svizzera, nonché altri volontari, da Padova e da altri centri). Tutti avvertivano che stava per suonare un'ora grave per la città.

INDICE:
Cronache
Federazione di Vicenza
Un po' di storia - Lo scontro di Sorio
20-21 Maggio - Primo assalto
23-24 Maggio - Battaglia notturna
L'assalto definitivo alla città: il 10 Giugno
Difficili trattative
Considerazioni conclusive
Storie e memorie di una città