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Considerazioni conclusive

La tenace, indomita resistenza, sostenuta con fede fermissima dal 25 Marzo (data di abbandono della città da parte dei reparti austriaci) al 10 Giugno del 1848 dal Vicentini e dalle forze militari, regolari e volontarie, formatesi nella città e nella provincia, o venute da altre contrade e da altre regioni, oltre che dagli eroici reparti Svizzeri, affratellati con gli Italiani nello stesso ideale, ebbe cosi termine sotto il prevalere di una forza superiore. Ma non cessò per questo l'attesa dell'indipendenza e dell'unità con gli altri popoli liberi della Penisola: attesa che si realizzò 18 anni dopo con la 3 guerra del Risorgimento. Tuttavia va ricordato che in quel giorni del Giugno 1848 altre popolazioni del Veneto e del Friuli resistevano ancora, anche se inevitabilmente destinate agli stessi risultati:
Osoppo, Pieve di Cadore, Venezia.

E molti Vicentini che avevano lasciato la propria città per l'esilio si portarono poi a Venezia che ancora resisteva, e che sostenne il durissimo assedio fino all'Agosto 1849. Dopo l'unione all'Italia, anche queste città ebbero la propria bandiera decorata di medaglia d'oro al valore militare, che fu anche riconoscimento al valore morale di intere Popolazioni.

A questo proposito, l'ingegnere vicentino Francesco Molon, combattente a Vicenza nel'48, nella sua memoria " Un ricordo del 1848", aggiunge una considerazione finale, che appare felice sintesi e opportuno commento dei fatti sopra ricordati: "... il sacro fuoco dell'unità nazionale non era morto e, quantunque riparato nell'estuario veneto, pure esisteva ed era vivissimo, perché tutte le regioni d'Italia erano quivi rappresentate nè sollanto il sentimento nazionale fu salvo, ma lo stesso onore delle armi italiane fu mantenuto alto e glorioso.."

E se è vero che - come scrisse qualche storico del nostro Risorgimento - nella storia italiana dell'Ottocento si possono distinguere due aspetti costanti: "guerra di re" e "guerra di popolo", talora fra di loro commiste e sovrapposte, quella di Vicenza fu autentica guerra di popolo, anche se non solo: e non fu soltanto di Vicentini, ma di Veneti, e di popolo dell'Italia tutta, perché gli studenti, i volontari, gli universitari, venuti dalla Romagna, da Bologna, dalle Marche, da Roma, da Napoli, dalla Toscana, e rimasti a combattere anche dopo che la mutata politica del loro Sovrani aveva abbandonato il programma iniziale di una lotta per la liberazione dell'ltalia dallo straniero, erano espressione autentica di popolo anelante alla libertà, alla indipendenza, all'unione delle forze in nome di un rinnovamento definitivo, che aprisse alle popolazioni italiane una nuova era, di giustizia e di fratellanza.

NOTE BIBLIOGRAFICHE

C. Ravioli
La campagna nel Veneto nel 1848 tenuta da due Divisioni e da Corpi franchi degli Stati Romani sotto la condotta del generale Giovanni Durando - Roma 1883

F. Molon
Un ricordo del 1848 - L,onigo 1883

E. Alberi
Relazione intorno alla resa di Vicenza - Ms (Bibl. Civ. Bertoliana)

S. Stefani
(mai pubblicato anonimo) - Le tre giornate di Vicenza (20,21,24 Maggio) e la sua gloriosa sventura (10 giugno 1848) - Vicenza 1869

G. de Pimodan
Memorie della guerra d'Italia nel MDCCCXLVIII scritte dal marchese Giorgio de Pimodan (traduzione e stampa di A. Ciscato).

V. Meneghello
Il Quarantotto a Vicenza - Storia documentata - Vicenza 1898

C. Formiggini
Il Quarantotto a Vicenza (articoli di storia militare italiana, corredati di numerosi schizzi delle operazioni e dei movimenti degli eserciti contrapposti) dalla "Rivista di Cavalleria" (numeri IX. X, XI - a. 1911)

A. Kozlovic
Immagini del Risorgimento vicentino - Schio 1982


INDICE:
Cronache
Federazione di Vicenza
Un po' di storia - Lo scontro di Sorio
20-21 Maggio - Primo assalto
23-24 Maggio - Battaglia notturna
L'assalto definitivo alla città: il 10 Giugno
Difficili trattative
Considerazioni conclusive
Storie e memorie di una città